Roma, 13 aprile 2015

 

Riordino o presa in giro?

Editoriale del Segretario Generale

Eravamo stati facili profeti nei mesi scorsi quando avevamo denunciato il tentativo del Dipartimento di barattare il Riordino delle carriere con la chiusura dei presidi di polizia. In realtà le cose sono peggiori rispetto a quel che avevamo immaginato. Ne abbiamo avuta conferma nei giorni scorsi, esattamente il 9 aprile, quando si è tenuta al Viminale la riunione del tavolo tecnico per il riordino delle carriere, al quale come SAP abbiamo partecipato con il Presidente Nazionale Stefano Paoloni e il Segretario Generale Agginto Francesco Quattrocchi.

Un tavolo che - nelle intenzioni dell'Amministrazione - dovrebbe individuare un percorso che consenta di innestare un provvedimento nell’attuale legge di riforma della pubblica amministrazione proposta dal Ministro Madia. Si tratterebbe, in buona sostanza, di inserire il progetto nel ddl attualmente in itinere nella parte in cui prevede la razionalizzazione delle Forze di Polizia al fine di evitare sovrapposizione di competenze. Pertanto, attraverso l’ottimizzazione degli uffici e delle loro funzioni, si dovrebbero individuare le risorse per realizzare il Riordino delle carriere.

L'obiettivo è ottenere, con questo percorso, una o più leggi delega.

E le risorse? Secondo il Dipartimento, si dovrebbe ricorrere non solo alle risorse provenienti dalla chiusura dei presidi di polizia, ma anche da diminuzioni di organico e dai lontani e remoti fondi per i rinnovi contrattuali.

Non solo una presa in giro, ma un vero e proprio libro dei sogni perchè sul tavolo non è stato poetato NULLA, poiché non si conoscono né le risorse, né la nuova organizzazione degli uffici a cui far riferimento.

Il SAP - in considerazione dell'importanza della materia - ha sin da subito chiesto che sulla questione si operi con la massima trasparenza e che i lavori del tavolo siano di volta in volta resi pubblici cosi' da non far sorgere false illusioni a tutto il personale. Sarebbe pure auspicabile una diretta streaming.

Avranno questo coraggio? Ne dubitiamo fortemente!

L'irrealizzabilita' di questa proposta di Riordino appare evidente anche dal fatto che nell'attuale esercizio economico finanziario le risorse allocate a tal fine sono state completamente assorbite per altre finalita' (13 milioni accantonati nei 2011, 2012 e 2013, 119 milioni per il 2014 e 119 milioni per il 2015).

Pertanto, oggi partiamo con il portafoglio vuoto e - se si pensa ad un riordino a costo zero - il SAP non lo potra' mai accettare.

Altrettanto non si potra' mai essere d'accordo con un riordino realizzato sulle spalle dei colleghi e sulla pelle dei cittadini con il taglio di 251 Uffici di Polizia.

Se l’Amministrazione e' realmente mossa da buone intenzioni, lo dimostri ripianando immediatamente i vuoti di organico. Oggi mancano 23.000 quadri intermedi: 9000 Sovrintendenti e 14.000 Ispettori.

Inoltre, si dia immediatamente attuazione al Ruolo Direttivo Speciale.

QUESTI PROVVEDIMENTI SAREBBERO IL PRIMO VERO RIORDINO. Diversamente si tratterebbe solamente di una falsa illusione, per non dire una SANATORIA riuscita male.

L'attuale legislatura parlamentare dovrebbe durare ancora tre anni e in questo arco di tempo riteniamo che si debba e si possa intervenire per porre le basi al Riordino.

I 9000 Sovrintendenti che mancano all’appello rappresentano gli Ispettori di domani, l’attuale vuoto di 14.000 Ispettori di oggi sono gli Ispettori SUPS di domani e via dicendo.

Pertanto, si provveda prima a ripianare gli organici, chiariamo a quale "riorganizzazione" complessiva si punta (non vogliamo tagli uffici), dopodiché si potra' discutere di Riordino. Altrimenti sono solo chiacchiere.

NELLA NOSTRA AUTONOMIA LA VOSTRA LIBERTA'

Caso Aldrovandi, le responsabilità del Viminale e dell'addestramento

CASO ALDROVANDI: TONELLI (SAP), PERICOLOSE SONO LE PROCEDURE NON LA POLIZIA «Colleghi condannati per colpa che non hanno commesso, protocollo applicato in modo soft» Bologna, 7 apr. - (Adnkronos) - «Non siamo noi i pericolosi, questo è un'idea di chi ha pregiudizi, è un problema del partito dell'anti-polizia, la Polizia è a servizio della gente e l'80% degli italiani lo sa, ad essere pericolose sono invece le tecniche d'intervento che vanno cambiate».

Così il segretario generale del Sap (Sindacato autonomo di polizia), Gianni Tonelli, è intervenuto oggi in conferenza stampa a Bologna, accanto al presidente nazionale del Sap Stefano Paoloni e all'avvocato Marco Zincani che difende 3 dei 4 agenti condannati per eccesso colposo in omicidio colposo per la morte di Federico Aldrovandi, deceduto nel 2005 a Ferrara, durante un controllo di polizia, a 18 anni. «I colleghi che non hanno commesso la colpa per cui sono stati condannati sono stati lasciati alle ortiche - ha aggiunto Tonelli - ma non è giusto che chi si trova a contatto con la forza pubblica rischi, così come non è giusto gli operatori su strada debbano essere poi chiamati a rispondere di eventi negativi di una tecnica che è stata loro assegnata e che hanno applicato nella massima diligenza». «Se qualcuno ha commesso un errore di negligenza questi non sono i nostri colleghi» ha rimarcato il segretario del Sap, convinto che i poliziotti condannati per la morte di Federico Aldrovandi «hanno applicato la procedura, per di più in maniera molto più soft di quanto previsto dal protocollo».

Insomma «se c'è una responsabilità è giusto assumerla ma i colleghi hanno solo applicato la tecnica che è stata insegnata loro». Servono telecamere per vigilare su ogni respiro durante gli interventi» (Mcb/AdnKronos) 07-APR-15 15:04 NNN

ALDROVANDI: SAP, AGENTI 'DA PROTOCOLLO, VALUTIAMO REVISIONE'

Sindacato Polizia mostra video su tecniche ammanettamento Ps (ANSA) - BOLOGNA, 7 APR - La leva col braccio, le ginocchia sulla schiena: sono le tecniche di ammanettamento di un soggetto con il ventre a terra nel manuale di addestramento della Polizia. Sono queste, per il Sap, a essere pericolose e non l'intervento dei 4 agenti condannati per la morte di Federico Aldrovandi: «Seguirono diligentemente il protocollo», dice il segretario Gianni Tonelli, mostrando video dal manuale.

Su questo si punterà per l'appello contabile, per valutare poi la richiesta di revisione penale. (ANSA). Y9C-MR 07-APR-15 13:50 NNN

Sul nostro sito internet, area news, la rassegna stampa e video completa.

Reato di tortura, ci opporremo in ogni modo

Dobbiamo dire le come stanno. Il disegno per l'introduzione del reato di tortura, fortemente voluto dal partito dell'anti-polizia, è nato per colpire chi porta una divisa. La sentenza europea che condanna l'Italia per i fatti della Diaz è soltanto l'ennesima scusa per approvare una norma che è figlia di coloro che sono "allergici alle divise", che vogliono mettere poliziotti, carabinieri ma anche magistrati nella condizione di non poter più operare, sotto il ricatto della sofferenza psicologica: se una lesione fisica può essere scientificamente provata da un esame medico, un’afflizione psicologica è soggettiva. Pensate a chi arriva a prendere un ansiolitico alla sera per il richiamo un po’ energico di un superiore. C’è poi un altro problema: non è mai possibile costringere ad ammettere dietro una minaccia.

Ipotizziamo che dei malviventi abbiano rapito un bambino in una casa, ma i vicini siano riusciti a bloccare un sequestratore e lo consegnino alle forze dell’ordine. Con la nuova norma un poliziotto commette tortura se gli dice: "Dimmi dov’è il covo o ti tiro un pugno in testa!". Diventa un torturatore anche un magistrato che dice a un mafioso: "O collabori o ti faccio passare un brutto quarto d’ora". Siamo alla follia. E la cosa grave, anzi gravissima, è che il fronte sindacale della Polizia di Stato non è compatto contro questa norma perchè c'è chi, come Siulp, Silp e Siap, ha collaborato addirittura alla stesura del testo o si dichiara possibilista. Stiamo per mettere in piazza una serie di iniziative per impedire questo ennesimo scempio a danno delle Forze dell'Ordine. Una cosa sicura: noi non molliamo!

Strage al Tribunale, Tonelli (Sap): "Risultato dei tagli alla sicurezza"

INTERVISTA AD AFFARI ITALIANI - Gianni Tonelli, segretario del sindacato di Polizia Sap, commenta su Affaritaliani.it quanto accaduto al Tribunale di Milano Di Lorenzo Lamperti. Tonelli, come va interpretato quanto accaduto al Tribunale di Milano?

Purtroppo è una fatalità che può accadere. Il problema perà un altro secondo me, vale a dire la relazione con la contrazione delle risorse messe in campo per la sicurezza. Non conosco la realtà milanese quanto quella bolognese, ma posso dire che il presidente del Tribunale di Bologna aveva chiesto con forza di mantenere il servizio di operatori di Polizia a gestire gli ingressi ma dopo continui tagli è stato messo personale di istituti di vigilanza. Per carità, nulla contro di loro, però indubbiamente il livello di professionalità rispetto alla Polizia è loro malgrado più basso.

Che cosa avrebbe potuto evitare la presenza di forze di Polizia?

Un operatore di Polizia ha una capacità di deterrenza sicuramente superiore rispetto a quello di un istituto di vigilanza.

Ci sarebbe stata una gestione del filtraggio con un livello totalmente diverso. Ma purtroppo non ci sono più forze di Polizia nei tribunali.

D'altra parte coi tagli abbiamo 42 mila uomini in meno nelle forze dell'ordine con 18 mila in meno solo nella Polizia di Stato. E questi sono i risultati.

Purtroppo c'è sempre una relazione causa effetto. Continuando a tagliare gli effetti sono questi.

Ci sono rischi nella gestione per ciò che concerne Expo e Giubileo?

Nel prossimo anno e mezzo il nostro territorio vivrà grandi eventi e purtroppo li affronteremo con un apparato di sicurezza debilitato.

Ora per esempio bisogna recuperare 4 mila unità da mandare a Milano. Questo comporterà un prezzo elevato a carico della brava gente.

In che senso?

Voglio vedere alla fine di Expo quale sarà la statistica in termini di reati in tutta Italia e nelle zone lasciate scoperte.

Nessuno si acquieterà per le rassicurazioni di Alfano. Il territorio va presidiato. Se invece di quattro volanti ce n'è solo una che gira che sicurezza vogliamo garantire? Quanto accaduto al Tribunale di Milano è una delle tessere del puzzle dei tagli lineari che ha messo in ginocchio la sicurezza sia dal punto di vista quantitativo sia da quello qualitativo.

I tagli sono in tutti i settori della sicurezza: dal materiale (tipo le divise) all'organico fino al piano professionale.

Ora ci mancano 14 mila ispettori, ormai ci sono solo "manovali".

Il Codacons ha chiesto di sospendere Expo e Giubileo per timore che non saremmo in grado di garantire la sicurezza.

Mi sembra eccessivo, però questo governo dovrebbe avere più sensibilità sul tema della sicurezza. Invece si continua a ragionare solamente da ragionieri facendo i conti. Una vera classe dirigente dovrebbe saper dare delle risposte di fronte ai rischi che potremmo correre per Expo o, per esempio, all'emergenza sbarchi. Noi abbiamo fatto di tutto per farci ascoltare e per far accogliere le nostre richieste: abbiamo fatto i lavavetri e nei giorni del dibattito per la conversione del decreto antiterrorismo saremo a Roma a distribuire delle cartoline.

Si figuri che non è possibile nemmeno fare un corso antiterrorismo. Un corso che costerebbe 6 milioni di euro ma la cui istituzione non viene nemmeno presa in considerazione. Se penso che ogni anno Montecitorio spende 7 milioni ogni anno per le pulizie mi viene da dire che per il governo la sicurezza dei cittadini e la vita dei poliziotti valgono meno della polvere della Camera dei deputati.

Ma saremmo in grado di gestire un attacco terroristico?

Di fronte a un attacco come quello avvenuto a Parigi non avremmo alcuna possibilità. Siamo troppo indietro.

E non intendo indietro solamente alla Francia ma persino alla Tunisia. Guardi le immagini dei poliziotti di Tunisi, la loro prestanza fisica e le armi in dotazione e poi guardi i nostri. Stiamo diventando tutti vecchi perché i giovani non si fanno entrare.

Si figuri che io sono considerato uno dei giovani della Polizia e ho 51 anni...

 

LA NOSTRA BATTAGLIA CONTINUA!