Roma, 27 aprile 2015

 

Speranzina:
essenza inebriante e truffaldina!

Editoriale del Segretario Generale

Giovedì scorso, dopo essere uscito dalla riunione svoltasi al Viminale per il Riordino delle carriere, mi sono fermato in un bar con i colleghi di Segreteria e tutti abbiamo messo 6 euro per giocare alcuni numeri al super enalotto.

E' chiaro che non modulerò la mia vita, le mie speranze, la gestione del bilancio familiare o la possibilità di una vacanza in più in funzione di una possibilità di vincita davvero minima. Ma se non gioco (responsabilmente), di sicuro non vincerò mai.

Con lo stesso spirito, ritengo di poter dire che come SAP collaboreremo alla proposta dipartimentale di un disegno di legge delega per il Riordino delle carriere. Ma per quale motivo riteniamo che questa legge delega abbia le stesse possibilità di andare in porto di una vincita al super enalotto?

Siamo convinti che la proposta che l'Amministrazione ha illustrato ai Sindacati di Polizia sia stata sollecitata dal Governo al fine di propinare un pò di "speranzina" tra il personale, necessaria per inibire il malcontento crescente, per far digerire la negatività dei tagli e per alimentare aspirazioni.
Sia il Capo della Polizia, sia il Vice Capo e sia le altre oo.ss. ci hanno fatto espressamente capire di voler incassare la nostra accondiscendenza in cambio di questa "speranzina". Un progetto che prevede invece la certezza di ulteriori tagli ai presidi, chiusura di uffici, diminuzione dei ruoli intermedi (Ispettori e Sovrindenti) e dell'organico complessivo che pare voglia essere portato a 80.000 unità.

Sia chiaro che come SAP no scambieremo mai la speranza di un beneficio importante con la certezza di tagli e ridimensionamenti, non giocheremo sulla pelle dei cittadini e di parte dei colleghi...
Non servono guerre tra poveri, non possiamo rinunciare alla nostra missione!

A darci purtroppo conforto sull'irrealizzabilità ci sono i conti: nel 2006, come a tutti noto, fu mandato al macero del Senato il Riordino delle carriere targato SAP che prevedeva un costo di 960 milioni di euro, che oggi rivalutati vanno oltre il miliardo e 200 milioni.

Come è possibile pensare che nello stesso esercizio finanziario possano essere investiti un miliardo e 200 milioni per questo scopo, quando la legge di stabilità approvata nel dicembre 2014 ha requisito e "rubato" ai poliziotti 251 milioni di euro tutti gli accantonamenti residui per il Riordino delle carriere del 2011, 2012 e 2013, compresi quelli del 2014 (119 milioni) e del 2015 (altri 119 milioni) per un totale di circa 251 mln di euro!!!

L'obiettivo, pertanto, è procedere ad una legge delega per il Riordino delle carriere senza copertura finanziaria, per spargere tra i colleghi un'essenza inebriante e truffaldina..

Noi continueremo a partecipare ai lavori per dare tutto l'apporto possibile, ma quello che serve e che si può fare subito è un RIORDINO PREVENTIVO per dare attuazione immediata al Ruolo speciale, per colmare subito il gap di 23.000 unità di personale tra i quadri intermedi ampliando a tutti gli idonei l'attuale concorso per Ispettori, velocizzando le procedure per il "concorsone" da Sovrintendenti e facendo slittare le graduatorie degli idonei non ammessi dei precedenti bandi. Questo si puó e si deve fare!

Diversamente, se anche rubassimo il lavoro al Mago Otelma e riuscissimo a far approvare la nuova legge delega per il Riordino, si commetterebbe comunque un'ingiustizia a danno di migliaia di operatori, a partire da quei 23.000 colleghi che abbiamo citato e che appartengono ai ruoli intermedi. Prima del Riordino occorre che la questione del Ruolo speciale sia sistemata, soprattutto in vista della contrattualizzazione della dirigenza.

Lo stesso discorso vale per i Sovrindenti che devono diventare Ispettori o per questi ultimi che arrivano alla qualifica apicale. Ed è fondamentale la questione del Ruolo unico Agenti - Assistenti - Sovrindenti, una pietra miliare delle rivendicazioni SAP!!!

La legge delega certamente verrà presentata e qualcuno spera che possa fungere da calmante, da antistaminico per lenire irritazioni e orticarie...

Una legge delega che scivolerebbe certamente alla prossima legislatura: 3 anni infatti non saranno sufficienti nè per la copertura finanziaria nè per i tempi tecnici dei lavori, in particolare per i decreti legislativi.

Ma di cosa parliamo? Non riusciamo a trovare 400.000 euro per far avete ai poliziotti in servizio a Milano lo stesso trattamento economico dei colleghi aggregati a Milano x Expo 2015, non riusciamo a trovare 6 milioni di euro per un Corso Anti Terrorismo degno di questo nome e si pensa di fare un Riordino a costo zero???

Qualche Flash fa abbiamo parlato di presa per il c..o, oggi possiamo anche pensare di giocare questa scommessa, ma ricordiamo appunto che si tratta di un gioco. E che le speranze di incassare il premio sono molto, troppo basse.

Introduzione del delitto di tortura nell'ordinamento italiano

L’iter legislativo del reato di tortura sta procedendo. Si tratta di un ddl nei confronti del quale – pur riconoscendo l’assoluta necessità di sanzionare condotte finalizzate alla tortura - abbiamo avanzato forti dubbi, soprattutto alla luce della sua ultima formulazione, contrastante coi principi di stretta legalità, tassatività, determinatezza e uguaglianza. Dopo l’approvazione alla Camera dei Deputati, in cui solo la Lega Nord ha votato in senso contrario, l’esame è ora passato alla Commissione Giustizia del Senato che, nella seduta del 21 aprile scorso, ha espresso le seguenti perplessità (resoconto seduta 21 aprile n. 201 - fonte sito web senato):

Il presidente PALMA esprime forti perplessità su alcune modifiche apportate dalla Camera al disegno di legge in titolo. In particolare, appare fuori luogo la restrizione dell'ambito oggettivo di applicazione del delitto di tortura di cui all'articolo 613-bis del codice penale, che nel testo approvato dal Senato si riferiva anche a qualsiasi situazione di privazione della libertà personale.

Ritiene inoltre improprio che la fattispecie criminosa contenga riferimenti all'appartenenza etnica, all'orientamento sessuale e alle opinioni politiche o religiose, che non dovrebbero invece incidere al fine dell'integrazione del reato di tortura. Si chiede poi quale sia la ratio dell'aggravante di cui al secondo comma dell'articolo 613-bis quando i fatti di cui al primo comma siano commessi da un pubblico ufficiale o da un incaricato di pubblico servizio con abuso di poteri o in violazione di doveri inerenti alla funzione o al servizio, visto che tale abuso e tale violazione sono impliciti nelle condotte considerate. Non appare meritevole di condivisione - in quanto del tutto superflua - nemmeno la previsione di cui al terzo comma dell'articolo 613-bis, ai sensi della quale ai fini dell'applicazione del primo e del secondo comma la sofferenza deve essere ulteriore rispetto a quella che deriva dall'esecuzione di legittime misure privative o limitative di diritti si possa applicare anche ai soggetti detenuti nelle carceri. Ritiene inoltre eccessivamente elevato l'inasprimento della pena prevista all'articolo 613-ter per il reato di istigazione del pubblico ufficiale a commettere torture (la cui pena edittale minima passa, a seguito delle modifiche apportate dalla Camera, da sei mesi a un anno, mentre il limite massimo viene elevato da tre a sei anni), anche tenuto conto del fatto che in questa fattispecie il reato di tortura viene istigato, ma non viene perpetrato. Ritiene poi ancora più irragionevole l'introduzione delle parole "fuori dai casi previsti dall'articolo 414". Sottolinea infine l'opportunità di un'ulteriore riflessione sul disposto dell'articolo 3 sia sotto il profilo sistematico, sia sotto quello della sua pratica utilità.

Il senatore GIOVANARDI (AP (NCD-UDC)) si associa alle osservazioni testè svolte dal Presidente, ritenendo particolarmente inaccettabile che la nuova fattispecie criminosa introdotta all'articolo 613-bis comma 1 - come risultante dalle modifiche apportate presso l'altro ramo del Parlamento - finisca per applicarsi esclusivamente nei confronti degli appartenenti alle Forze dell'ordine. Sottolinea infine la propria contrarietà sulla nuova formulazione dell'articolo 4 del disegno di legge - recante modifiche all'articolo 19, comma 1 del testo unico in materia di immigrazione di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 - nonché sull'aumento della prescrizione di cui all'articolo 3 del disegno di legge. Preannuncia fin d'ora l'intenzione del proprio Gruppo parlamentare di presentare proposte emendative al testo trasmesso dalla camera

Dopo che il senatore ALBERTINI (AP (NCD-UDC)) si è associato alle considerazioni svolte dal senatore Giovanardi, invitando anche a coordinare le disposizioni contenute nel disegno di legge in titolo con quelle recentemente approvate dal Parlamento in materia di antiterrorismo, interviene il senatore LUMIA (PD) sottolineando che il testo licenziato dalla Camera sembra contenere alcune ambiguità di fondo sulla natura del delitto di tortura che - pur configurandosi di fatto come reato proprio nella formulazione licenziata dall'altro ramo del Parlamento - mantiene il riferimento all'espressione "chiunque" di cui all'articolo 1 del disegno di legge, introdotta in Senato sul presupposto che il delitto fosse da intendersi come reato comune. Ricorda che in questo ramo del Parlamento si è cercato di contemperare l'esigenza di configurare il delitto di tortura nell'ambito dei reati comuni, con la previsione di aggravanti speciali nell'ipotesi in cui il reato fosse stato perpetrato da un pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio. Occorre quindi valutare se mantener ferma la formulazione proposta dalla Camera ovvero ripristinare l'impostazione iniziale prescelta dal Senato. Il seguito dell'esame è stato infine rinviato.

Riportiamo anche l’agenzia stampa della Senatrice Erika Stefani (Lega Nord), assente nella seduta del 21 aprile per motivi di salute:

ROMA – 22 APRILE 2015 - "E'evidente quanto questo governo sia distante non solo dalla popolazione ma anche dai suoi servitori. Il gruppo della Lega Nord, -afferma la Senatrice Erika Stefani capogruppo in Commissione Giustizia, - nutre delle profonde perplessità in merito al ddl licenziato dalla Camera in quanto non si vuole che questa fattispecie invece che punire le effettive ipotesi di tortura venga ad applicarsi principalmente verso gli appartenenti alle Forze dell'Ordine.

Sembra contraddittorio ed ipocrita, da parte di questo governo e maggioranza, prevedere in alcuni casi aumenti di pena e al contempo togliere tutti gli strumenti a favore dei tutori dell'ordine affinchè possano assicurare i criminali alla Giustizia. Gli ultimi due anni di legislatura sono stati varati una serie di svuota carceri e prevista una serie di benefici ai criminali ai quali difficilmente ormai potrà essere applicato il carcere. Ed ora assistiamo ad iniziative che possono diventare uno strumento per punire chi lotta contro il crimine e non i criminali. In una situazione come quella attuale, dove ormai domina una generale sensazione di insicurezza e di aumento di crimini soprattutto predatori, il Governo dovrebbe incentrare la sua azione sulla tutela dei cittadini e non lasciare essi e chi li dovrebbe proteggere in balia di loro stessi."