Roma, 1 giugno 2015

 

Caso Uva: una bufala colossale

Sono i Poliziotti la parte migliore della Nazione

Editoriale del Segretario Generale

Fino a qualche mese fa il nome di Giuseppe Uva veniva utilizzato e strumentalizzato per affibbiare all'agire della Polizia di Stato l'ennesima vergogna, l'ennesima etichetta di agenti bruti, violenti e tortutatori. 

Oggi quasi non se ne sente più parlare. Invito tutti a una riflessione e a chiedersi perchè. 

Sappiamo bene che, fino a quando le indagini non sono chiuse e poco o nulla trapela degli atti conseguenti, si possono dire tutte le stupidaggini del mondo: basta stuzzicare con presunte anticipazioni/illazioni qualche potente amico del circuito mediatico e il gioco è fatto, visto il consenso di cui gode tra i media il partito dell'anti-polizia e degli allergici alle divise. Oggi, sul caso Uva, sta emergendo una verità processuale e fattuale ben diversa. Il primo segnale che non c'è più "trippa per gatti" è l'abbandono del caso, avvenuto già nei mesi scorsi, da parte dell’avvocato Fabio Anselmo, legale noto alle cronache anche per altri casi giudiziari 

Nei giorni scorsi, inoltre, è avvenuto un fatto che ha dato certamente una luce nuova a questo processo. 

Un fatto che ha trovato sui media - guardacaso - uno spazio ben diverso rispetto alle accuse di omicidio preteritenzionale che dal 2008 pendono sulla testa di 6 poliziotti e 2 carabinieri per la morte di Giuseppe Uva, deceduto 7 anni fa al reparto di psichiatria dell'ospedale di Varese. In aula è infatti intervenuto il medico legale dott. Marco Motta, che ha effettuato l'autopsiaal cadavere del 43enne, dichiarando (fonti: Ansa e Corriere della Sera) che: 

"l'insufficienza cardiorespiratoria con conseguente edema polmonare che ha provocato la morte di Giuseppe Uva, deceduto all’ospedale di Varese il 14 giugno 2008 dopo aver trascorso parte della notte nella caserma dei carabinieri, non è dovuta a lesioni, ma a una serie di altri fattori, tra cui una malformazione cardiaca, l’assunzione di alcol e i farmaci che gli furono somministrati". 

Non solo. Il dott. Motta ha anche aggiunto (stesse autorevoli fonti giornalistiche di prima oltre a varesenews.it) che "sul corpo non è stata riscontrata la presenza di ferite mortali, ma di lesioni di lieve entità compatibili con gesti di autolesionismo". 

A proposito delle macchie rosse presenti sulla schiena, mostrate in tv e sui giornali, scambiate per lividi dovuti a botte, è venuto fuori che in realtà si tratta di un fenomeno naturale. Sono le macchie ipostatiche (come avenuto anche in altri noti casi): "Ogni cadavere ha macchie di questo colore - ha detto il medico -, il sangue quando non è sottoposto alla pompa cardiaca tende a racogliersi in punti declivari. Il tessuto cutaneo dà luogo a colorazioni violacee, un comunissimo fenomeno cadaverico". 

Uva come è morto, dunque? Per il dott. Motta la spiegazione è semplice: insufficienza cardiorespiratoria che ha causato un edema polmonare. 

Boom! Boom!! Boom!!!

Giorni e giorni di strumentalizzazioni, di false accuse, di interviste tv, nonostante da sempre i nostri colleghi avessero dimostrato in aula, coi propri legali, di aver agito correttamente. Oltre al fatto che per 4 volte è stato chiesto il loro prosciogimento, anche dal Procuratore in persona, e che sono in giudizio a causa di un’imputazione coatta disposta dal giudice. Ora invece tutto tace: immaginate che cosa sarebbe successo mediaticamente se il medico legale avesse dichiarato qualcosa di diverso... 

Per tale motivo, con tutta la forza e la rabbia che abbiamo in corpo per le ingiustizie patite dai colleghi in questi come in altri ben noti "casi", ci opponiamo e ci opporremo in ogni modo a quelle proposte di legge sulla tortura e sul numero identificativo che, se approvate, ci trasformerebbero in criminali prima ancora di uscire per strada. Questa dev'essere una delle nostre prime battaglie, ma dobbiamo essere consapevoli di andare a sfidare lobbies e poteri forti del nostro Paese, tutto quel variegato e variopinto mondo che fa riferimento al partito dell'anti-polizia e degli allergici alle divise, dove radical chic, pseudo intellettuali autoreferenziali, buona parte del circuito mediatico e una bella fetta della pseudo cultura italiana, financo una nutrita pattuglia parlamentare, pascolano in una greppia che li nutre e li foraggia. 

La scelta, cari colleghi, è soccombere o portare le nostre ragioni sulla pubblica piazza. Nessuno può tirarsi indietro e mettere la testa sotto la sabbia, sperando che siano altri a fare e a vincere una battaglia che tutti debbono combattere. Vogliamo partire sconfitti o rivendicare la dignità della nostra funzione? Dobbiamo affermare con orgoglio la nostra appartenenza alla parte migliore della nazione e rigettare la maschera di orchi bruti, insensibili, violenti e criminali! 

Cari colleghi, è ora di cominciare a riflettere su questo. E, dopo aver deciso, vi invito ad essere consequenziali. 

Ne convengo sempre di più, c'è bisogno di piazza...... 

DI TANTA PIAZZA!

Sicurezza, SAP: dopo l’estate chiuderanno 400 uffici e presidi di polizia

(AGENPARL) – Roma, 28 mag – "Sono circa 400 gli uffici e i presidi di polizia destinati dopo l’estate, passata la tornata elettorale, ad essere chiusi in tutta Italia per via dei tagli previsti dalla spending review: 19 in Toscana, 17 in Emllia Romagna, 16 in Lombardia, 15 in Campania, 14 in Liguria e Veneto, 11 in Puglia, 9 in Friuli Venezia Giulia, 7 nelle Marche e 2 in Umbria, senza contare i tagli ai commissariati a Roma, il sostanziale azzeramento delle specialità della polizia e la trasformazione in punti di appoggio, cioè in uffici fantasma senza personale, di decine e decine di posti Polfer. Ci appelliamo al presidente Renzi e chiediamo a tutti i candidati alle elezioni amministrative, di ogni schieramento, di assumersi un impegno inviolabile nei confronti delle comunità territoriali chiamate al voto finalizzato ad impedire, a costo delle loro dimissioni, la chiusura degli uffici oggetto di questo taglio irragionevole, irrazionale è ingiusto".

Lo afferma Gianni Tonelli, segretario generale del sindacato di polizia Sap.

"Al presidente del Consiglio – afferma Tonelli -, che più volte ha manifestato la nobile intenzione di procedere ad una riduzione delle forze dell’ordine, chiediamo di non essere forte coi deboli e debole coi forti spacciando per ‘riforma della sicurezza’ un semplice provvedimento di tagli e chiusure agli uffici di polizia. A Renzi chiediamo di contrastare con determinazione i poteri forti che si oppongono al taglio di poltrone e burocrazie, preferendo danneggiare i cittadini con soppressioni di presidi territoriali delle forze dell’ordine. L’annunciata riforma del Corpo forestale dello Stato, composto solo da circa 8.000 operatori, identifica la montagna che partorisce il topolino in un contesto di sette forze di polizia con quattrocentomila unità". "Voci accreditate – dice ancora il segretario generale del Sap – indicano che la manovra di chiusura di uffici e presidi di polizia, già proposta ben altre due volte e sempre respinta grazie alla nostra massiccia presenza mediatica e alle mobilitazioni messe in campo, verrà realizzata a chiusura della campagna elettorale, dopo l’estate. Che senso ha, ad esempio, chiudere il posto di polizia postale a Vicenza per recuperare 6 poliziotti, quando le spese logistiche restano a carico dell’ente Poste, se poi nella stessa città manteniamo otto centrali operative, sette per le divise, sette uffici per la gestione degli automezzi, sette per le buste paga, sette per la gestione del personale, sette archivi, sette, sette e ancora sette? Se il presidente Renzi deciderà, come auspichiamo, di combattere le entità reazionarie e conservatrici, presenti anche nei Ministeri, che mirano a mantenere privilegi e prebende anche in materia di sicurezza, ci troverà al suo fianco; in caso contrario faremo di tutto per far assumere al suo Governo queste gravi responsabilità di fronte al Paese".

Sovrintendenti: dopo il "concorsone" devono scorrere le graduatorie. Un obiettivo irrinunciabile per noi!

Dopo la lunga azione di mobilitazione del SAP – dalla campagna delle "cartoline" al Premier a quella dei "lavavetri", passando per un battage mediatico senza precedenti sulla carenza di 23.000 ufficiali di p.g. tra Ispettori e Sovrintendenti oltre alla battaglia contro la possibilità di ricevere denunce da parte degli agenti di p.g. – il Dipartimento della pubblica sicurezza ha deciso, contrariamente a quanto inizialmente previsto, di anticipare i lavori della redazione della graduatoria finale del "concorsone" per 7.563 Vice Sovrintendenti, che si concluderanno entro la fine del mese di giugno. 

Non solo. Per quel che riguarda la formazione, abbiamo anche appreso che non sarà più per via telematica come inizialmente ipotizzato, ma attraverso corsi di formazione (di un mese) che inizieranno gradatamente, partendo dai più anziani, presso i nostri Istituti di istruzione. 

Queste sono le novità vere e importanti che possiamo comunicare con sicurezza, altre voci e illazioni – rilanciate da qualche sindacatello voglioso di "spararsi la posa" coi colleghi – non trovano né fondamento né sono verificate. Il SAP invece ha le idee chiare ed è già in campo per la prossima battaglia, come più volte chiesto e annunciato: sanato tutto il pregresso col "concorsone", occorre scorrere le graduatorie, attingendo dai precedenti concorsi, fino a totale esaurimento dei posti disponibili (circa 2.000/2.500). E’ il nostro obiettivo, come abbiamo scritto a chiare lettere anche nel Flash 19 del 18 maggio. E non molleremo!

Sicurezza: SAP e CONAPO, Renzi tagli le poltrone e non le risorse (lancio agenzia stampa ADNKRONOS)

Roma, 28 mag. (AdnKronos) - Oltre trecento tra poliziotti e vigili del fuoco, in rappresentanza di tutta Italia, sono scesi oggi in piazza, davanti a Montecitorio, «per dire basta a una politica di tagli alla funzionalità degli apparati di sicurezza e soccorso pubblico». Lo scrivono in una nota congiunta il Sap (Sindacato Autonomo di Polizia) e il Conapo (Sindacato Autonomo dei Vigili del Fuoco). 

«Presidente Renzi, non tagli le volanti e le autopompe - scrivono nella nota Gianni Tonelli del Sap e Antonio Brizzi del Conapo - non tagli i nuclei e i presidi di polizia e vigili del fuoco, tagli le poltrone della burocrazia ed elimini le duplicazioni. Il personale è stanco di questa politica di tagli ai contratti di lavoro invece di combattere gli sprechi». «Una cosa che possiamo fare subito -continuano i due sindacati- è accorpare i costosi dipartimenti della pubblica sicurezza e del soccorso pubblico, nell'ambito del ministero dell'Interno. 

Un'operazione possibile in poco tempo e che permetterebbe di risparmiare decine e decine di milioni di euro da reinvestire subito in assunzioni, mezzi ed attrezzature di sicurezza ed adeguate retribuzioni del personale», concludono.