Roma, 22 giugno 2015

 

Tutti in piazza!

Il 25 giugno a Roma e Milano contro il reato di TORTURA

Editoriale del Segretario Generale

Il partito dell’Antipolizia e degli allergici alle divise sta tentando, da tempo, un vero e proprio colpo di mano contro le Forze dell’Ordine e contro chi ogni giorno garantisce la sicurezza dei cittadini attraverso l’introduzione del reato di tortura e dei codici alfanumerici, un combinato disposto che avrebbe effetti devastanti nella quotidiana attività di polizia e che esporrebbe tutti a noi a rischi incalcolabili per quel che riguarda la nostra incolumità, il nostro agire nel rispetto delle regole e soprattutto la nostra tranquillità.

Cari colleghi, se chi ha responsabilità politiche e di Governo è colpevole di inerzia nei nostri confronti, senza contare le responsabilità – Dipartimento della p.s. compreso – di chi sta assecondando scelte normative devastanti per il comparto sicurezza, noi non possiamo restare con le mani in mano.

Dobbiamo renderci conto che la proposta di legge C. 2168, già approvata al Senato e finalizzata all'introduzione del reato di tortura, prevede il concetto di "acute sofferenze psichiche" che ogni mascalzone potrà utilizzare per accusarci, lamentando di averle patite queste "sofferenze", anche se non sono oggettivamente rilevabili. Ci rendiamo conto di che cosa potrà accadere durante qualsiasi servizio di volante, durante un ordine pubblico o un arresto?

Non solo.

La proposta di legge evidenzia una grossa incongruenza tra il delitto di tortura strutturato come reato comune e l’istigazione a commettere tortura, costruita come fattispecie autonoma e inquadrabile nei reati propri. In buona sostanza, se un pedofilo chiede ad un altro pedofilo di violentare una bambina e quest’ultimo non commette reati, non è punibile; se un mafioso ordina ad un altro di sciogliere nell’acido una persona e quest’ultima non lo fa, non è punibile; se a commettere "istigazione" è invece un poliziotto nei confronti di un collega o altro pubblico ufficiale, a prescindere o meno dall’adempimento di quell’ordine, viene punito.

In pratica per noi vale l'istigazione non accolta, per i delinquenti no!

E' evidente l'obiettivo che si persegue con questa legge, che si nasconde dietro le "buone intenzioni" (si da per dire) dell'Unione Europea, quando basterebbe una semplice disposizione di coordinamento tra fattispecie di reato già esistenti e pesantemente punite dall'ordinamento. Il reato di tortura, in Italia, porta con sè un pesante fardello di disprezzo ideologico, il desiderio mai sopito di "dare una lezione" alle forze di polizia e agli operatori, una sorta di vendetta da parte di chi le divise non le ama e non le vuole: basti pensare che tra i promotori della legge ci sono soggetti ben noti ai nostri archivi, gente che ha fatto "carriera" fomentando le piazze e che ora si ritrova in Parlamento, (ben) pagata da tutti noi!

Dobbiamo spiegare ai cittadini che non si tratta di una battaglia corporativa, perchè noi siamo quelli che chiedono le telecamere sulle divise e sulle volanti, siamo quelli che vogliono il magistrato in piazza, siamo quelli che pretendono di essere messi sotto i raggi X!

Per farlo non dobbiamo risparmiarci, dobbiamo prendere anche un giorno di ferie o di riposo se necessario, occorre scendere in piazza il 25 giugno a Roma e a Milano per sensibilizzare l'opinione pubblica su un tema troppo decisivo per noi, troppo importante per i cittadini.

Ognuno è chiamato ad assumersi le proprie responsabilità.

Nella nostra autonomia la vostra libertà

80 euro mensili e conguaglio fiscale

Con riferimento alla questione del bonus mensile da 80 euro e al conguaglio fiscale di fine anno, il SAP è intervenuto con forza e più volte nei confronti del Dipartimento per sollecitare la risoluzione di quei problemi, mai risolti, che possono creare situazioni in cui i contribuenti - i poliziotti nel nostro caso! - possono essere costretti a restituire, con notevole sacrifico, il citato bonus.
Il Dipartimento ci ha risposto con una nota articolata disponibile integralmente nell'area news.

Una risposta che non ci soddisfa appieno, dove in qualche modo l'Amministrazione tende a giustificare il proprio operato e a dire in buona sostanza, di aver fatto il "massimo". La nostra battaglia continua!

Immigrazione: Sap, agenti feriti, incapacità governo e ministro (lancio ANSA)

(ANSA) - ROMA, 16 GIU - "A Ventimiglia 2 poliziotti sono rimasti feriti e le cose potevano andare anche peggio. Purtroppo come forze dell'ordine ci dobbiamo far carico della totale incapacità e dell'inerzia del nostro governo e del ministro dell'Interno in materia di immigrazione e di gestione dell'emergenza profughi, problemi che denunciamo da un anno e che oggi più che mai si scaricano sulle donne e gli uomini in divisa". Lo afferma Gianni Tonelli, segretario generale del sindacato di polizia Sap.

"La colpa della politica politicante - dice Tonelli - è quella di aver fatto credere a tanti milioni di disperati che qui da noi ci fosse la bubbana. Mentre la Francia fa legittimamente i propri interessi, così come Svizzera e Austria, proteggendo i confini e limitando l'afflusso di clandestini, noi conti-nuiamo a portare avanti una scellerata politica di accoglienza dove ad arricchirsi sono soltanto al-cune cooperative e chi specula sui disperati, mentre le forze dell'ordine subiscono costantemente tagli, razionalizzazioni e umiliazioni.

E' ora di dire basta". (ANSA)

Indennità di Specialità, la colpa dei ritardi adesso è del NoiPa?

Il SAP è tornato ancora una volta a sollecitare il Dipartimento per il pagamento delle indennità di Specialità relative alla Polizia Stradale, Ferroviaria e Postale. Una situazione cronica, che va avanti da anni e che siamo riusciti spesso a risolvere in via emergenzale solo grazie agli interventi, alle pressioni e alle azioni del nostro Sindacato.

Sul nostro sito internet, area news, abbiamo pubblicato la risposta al nostro ultimo sollecito, dove il Dipartimento attribuisce il problema dei ritardi 2015 al passaggio al sistema NoiPa e assicura che sono in fase di definizione le pro-cedure relative ai pagamenti. Non molleremo la presa su questo tema e continueremo a vigilare.

Sedi disagiate, tutto da rifare!

Nuovo incontro, nei giorni scorsi, al Dipartimento per concordare il prossimo Decreto ministeriale di individuazione delle sedi disagiate: presenti il dr. De Blasio delle Relazioni Sindacali, il dr. Camposano degli Affari Generali, la dr.ssa Longarzia delle Risorse Umane, il dr. Carbonara dei Servizi di Ragioneria e il Segretario Nazionale Michele Dressadore per il SAP.

La delegazione pubblica intendeva confrontarsi su qualche limatura al sistema adottato lo scorso hanno per riproporlo pari pari, aggiornando l'elenco con le correzioni degli errori e il vaglio delle situazioni mutate.

Il SAP ha subito rigettato questa proposta spiegando che, così come concepito e gestito, lo schema di Decreto altro non si è rivelato che un'occasione per comprimere ulteriormente le già esigue contropartite previste per chi presta servizio in situazioni poco agevoli.

Tanti, troppi, sono gli Uffici che lamentano disparità sostanziali o disfunzioni ingiustificate.

È peraltro noto che, per causa dell'Amministrazione, il previsto beneficio da assegnare al personale che presta servizio in queste sedi e che aspira al trasferimento è oggi riconosciuto solo in via teorica, ma di fatto è inesistente. Più in generale la politica di chiusura o di scarsa collaborazione del Dipartimento rispetto alle tante e legittime aspettative del personale rappresentate dal SAP (pagamento puntuale delle indennità di specialità, riconoscimento dell'indennità di comando, forni-tura delle divise, equipollenza dei titoli professionali e mille altre ...), non rende possibile alcuna forma di concorso a politiche di contenimento.

In sostanza è stata chiesta una rivisitazione, in senso migliorativo, dei criteri per il riconoscimento della qualità di "sede disagiata" oppure il ritorno al vecchio sistema.

Vice Sovrintendenti e corso di formazione

Si è svolta al Dipartimento, nella giornata del 17 giugno, una importante riunione relativa al progetto organizzativo del corso di formazione professionale per l'accesso alla qualifica iniziale del Ruolo dei Sovrintendenti. Il progetto prevede un corso in 3 fasi: una online di 5 settimane, una residenziale presso un Istituto di formazione della Polizia e la terza con un tirocinio formativo presso le sedi di assegnazione.

Il SAP ha posto una serie di rilievi che sono disponibili sul nostro sito internet, area news. In ogni caso, la questione di fondo è relativa alla necessità di un rientro in sede per tutti i Sovrintendenti vincitori di concorso.
Su questo come Sindacato non intendiamo transigere!