Roma, 13 luglio 2015
Venghino signori, venghino…E’ arrivato il Riordino (truffa???)
Editoriale del Segretario Generale
Alla fine il biglietto della lotteria è arrivato ed è partita la gran cassa di ciò che resta della consorteria per "vendersi" coi colleghi quella che potrebbe essere una sonora bufala, cioè un Riordino più ipotetico che concreto. E sono partiti anche i salamelecchi e i cori di plauso da parte dei sindacati "gialli" al ministro Alfano, al capo della polizia Pansa e alla maggioranza di Governo per le "magnifiche sorti e progressive" alle quali – secondo loro - andremo incontro tutti noi poliziotti nei prossimi mesi. Purtroppo le cose rischiano di essere ben diverse e i colleghi potrebbero accorgersene presto. Gli emendamenti approvati nei giorni scorsi nell’ambito della delega al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche contengono, infatti, più insidie che soddisfazioni per le donne e gli uomini in divisa, come è possibile leggere anche dagli altri articoli disponibili su questo Flash.
Per quel che riguarda il Riordino delle carriere, il comma 1 dell’art. 7 dell’A.C. 3098 ora al vaglio dell’aula di Montecitorio, prevede "l’eventuale unificazione, soppressione ovvero istituzione di ruoli, gradi e qualifiche e la rideterminazione delle relative dotazioni organiche, comprese quelle complessive di ciascuna forza di polizia, in ragione delle esigenze di funzionalità e della consistenza effettiva alla data di entrata in vigore della presente legge, ferme restando le facoltà assunzionali previste alla medesima data, nonché assicurando il mantenimento della sostanziale equiordinazione del personale delle forze di polizia e dei connessi trattamenti economici, anche in relazione alle occorrenti disposizioni transitorie, ferme restando le peculiarità ordinamentali e funzionali del personale di ciascuna forza di polizia, fermi restando i contenuti e i principi di cui all’articolo 19 della legge 4 novembre 2010, n. 183, e tenuto conto dei criteri di delega della presente legge, in quanto compatibili".
Nell'area news, abbiamo pubblicato il testo coordinato e integrato a cura del nostro Ufficio Studi. Partiamo col dire, come tutti voi avrete potuto leggere, che questa formulazione della delega per il Riordino delle carriere è totalmente fumosa e generica, soprattutto non rispetta i parametri discussi al tavolo ministeriale con le organizzazioni sindacali: - non c’è scritto se va o meno creato un Ruolo unico Agenti Assistenti Sovrintendenti; - non c’e’ scritto nulla sulla valorizzazione degli attuali Sovrintendenti; - non c’e’ scritto che i Sostituti Commissari prenderanno il posto degli attuali Direttivi; - non c’e’ scritto che gli attuali Direttivi transiteranno nel Ruolo dei Dirigenti.
C‘è poi la "suinata" degli organici, perchè il comma 1 che abbiamo citato parla di Riordino che tenga conto, per quel che riguarda le dotazioni organiche, "della consistenza effettiva alla data di entrata in vigore della presente legge". Questo fa presumere che con un colpo di spugna si cancelli anche l’attuale vuoto di organico di 18.000 unità!
Quindi che cosa riordiniamo? E soprattutto, come riordiniamo? C’è poi il problema dell’esercizio delle delega entro 12 mesi. Che cosa vuol dire? La legge delega, una volta approvata, prevede un anno di tempo entro il quale il Governo, con propri decreti, deve materialmente "fare" il Riordino delle carriere. Peccato che questi termini non siano perentori e, soprattutto, considerando che nel 2016 tutti prevedono che si vada al voto, con la fine della legislazione potrebbe cadere automaticamente anche la delega. In buona sostanza, il sospetto – fondato secondo noi – è che si tratti di un provvedimento buono per la campagna settembrina dei sindacati di polizia confederali e per la campagna politica della prossima primavera della maggioranza politica legata al Governo A pensar male si fa peccato, però spesso ci si azzecca…
E poi c’è l’aspetto più importante, quello delle risorse. Innanzitutto, i decreti attuativi che abbiamo citato non devono produrre nuove spese. Lo dice chiaramente l’articolo 18 della delega a cui fa riferimento il comma 1, lettera A, punto 3 dell’articolo 7: "Dall’attuazione della presente legge e dei decreti legislativi da essa previsti non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica". Sappiamo, per altro, che un Riordino serio costa almeno un miliardo e 200 milioni di euro, soldi che gli ultimi Governi ci hanno letteralmente "fottuto".
E’ quasi inutile ricordare che nel 2006 la consorteria ha mandato al macero, durante l’ultima settimana di legislatura, il Riordino targato SAP perché, tra le altre cose, si riteneva insufficiente la somma prevista di 960 milioni di euro per finanziarlo.
Dunque, da dove si pensa di ricavare la pecunia necessaria? In primis dalla chiusura di 400 presidi di polizia e dall’ulteriore riduzione di 15.000 operatori nella sola Polizia di Stato per arrivare ad un organico di 80.000 unità. C’è poi la questione dell’accorpamento e dallo spezzettamento del Corpo forestale dello Stato, da cui si pensa di ottenere qualche altra risorsa. In ogni caso questi soldi potranno essere utilizzati soltanto per una quota parte permanente di risparmi non superiore 50 per cento (sempre articolo 7).
Cosa dimostra tutto questo a nostro parere? Che è concreta l’ipotesi di una mancanza di volontà di farlo questo Riordino, che si tratta di fumo che si vuol vendere per arrosto, di un biglietto della lotteria che qualcuno vuol far passare per vincente prima dell’estrazione finale. Quel "qualcuno" pensa che siamo scemi o mangiamo i sassi??
Abbiamo detto, scritto e ribadito che prima di qualsiasi Riordino delle carriere occorre fare subito quelle che potrebbero apparire "riforme", ma che in realtà altro non sono che la semplice applicazione della normativa attuale. Ad essere interessati sono 75.000 operatori di polizia:
- dare attuazione immediata del Ruolo Speciale già previsto dal Riordino del 2000. Per che questo motivo abbiamo inviato al ministro dell'Interno Angelino Alfano una diffida che serve a far sì che possano essere avviate le procedure per l'istituzione del Ruolo Speciale.
- permettere a tutti gli idonei al concorso per Ispettore (si ipotizza che possano essere circa 3.500) di essere inseriti nel Ruolo;
- accelerare tutte le procedure del "concorsone" per Sovrintendenti con contestuale slittamento delle graduatorie per i rimanenti posti fino al totale scorrimento delle graduatorie dei concorsi precedenti e rientro in sede di tutti i vincitori;
- mettere immediatamente a concorso tutti i posti vacanti da Ispettori riservati agli interni e valutare la possibilità di un loro ampliamento vista la straordinarietà del momento che stiamo vivendo. Abbiamo un vuoto di 23.000 ufficiali di polizia giudiziaria che deve poter consentire la posticipazione di tutti i concorsi esterni. Anche perché assumere 1.000 Ispettori dai ruoli civili ci costerebbe 40 milioni di euro, fare un concorso interno sempre per 1.000 Ispettori determinerebbe un esborso di appena 1 milione e mezzo di euro.
Niente di tutto questo è avvenuto e sta avvenendo. Ma noi non resteremo con le mani in mano. Di questo, cari colleghi, potete esserne certi. Diffidate da chi vi adula, da chi si loda e si imbroda per strapparvi una tessera o farvi cambiare idea su una disdetta. Settembre è vicino.
Nella nostra autonomia la vostra libertà
"TORTURA, IN SENATO VINCE IL SAP": ANCHE IL MANIFESTO E' COSTRETTO A RICONOSCERE IL SUCCESSO DELLA NOSTRA MOBILITAZIONE
Lo storico quotidiano comunista "Il Manifesto", avanguardia del pregiudizio ideologico e culturale contro le Forze dell'Ordine (vero emblema del partito dell'Antipolizia), in un articolo dedicato al proprio "pubblico" dove si stigmatizza quanto avvenuto ieri in Senato, e' stato costretto a riconoscere il successo della battaglia del SAP
- solo del SAP, lo sottolineiamo!!! - in merito al reato di tortura.La Commissione Giustizia di Palazzo Madama, infatti, ha approvato su proposta del relatore un importante emendamento che depotenzia in maniera significativa la questione delle "sofferenze psichiche" che ora diventano "verificabili traumi psichici". Si tratta di un primo passo importante, ci sono ancora molte cose da rivedere, a partire dal fatto che il concetto di "sofferenza psichica" continua a rimanere eccessivamente aleatorio e soggettivo. A nostro avviso, la "sofferenza psichica" va ancorata come fattispecie a dati oggettivi, ad esempio una ingiusta detenzione.
La strada da intraprendere è quindi ancora lunga, anche perché resta in sospeso la questione dell’istigazione, anche non accolta, per il pubblico ufficiale (per la quale un poliziotto o un carabiniere, a differenza di un mafioso o un pedofilo, vengono puniti e sanzionati) e perché tutta la vicenda del reato di tortura si potrebbe risolvere in un giorno con una semplice norma di coordinamento delle fattispecie già esistenti che "certifichi" come nel nostro ordinamento i comportamenti riferibili alla tortura siano attualmente puniti e sanzionati. In ogni caso, prendiamo atto di questa prima vittoria della mobilitazione SAP che anche il quotidiano Il Manifesto, pur ovviamente dal proprio punto di vista critico e ideologico, ha dovuto riconoscere.
La battaglia non finisce qui e come Sindacato Autonomo di Polizia rimaniamo mobilitati su tutto il territorio nazionale.
"Merito" e "professionalità"? Ennesima baggianata del Governo
Le novità relative alle modifiche apportare dalla I Commissione della Camera per quel che riguarda la delega al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche riguardano anche i meravigliosi concetti di "professionalità" e "merito".
Noi da sempre chiediamo professionalità e meritocrazia nella Polizia di Stato, ma non ci stiamo ad essere presi in giro dal Governo che sta spacciando un emendamento di maggioranza al ddl di riforma della pubblica amministrazione per qualcosa che non è. Il riferimento è sempre al comma 1 dell’art. 7 dell’A.C. 3098 dove si parla della necessità di una "revisione della disciplina in materia di reclutamento, di stato giuridico e di progressione di carriera, tenendo conto del merito e della professionalità".
Si tratta di una vera e propria baggianata. Come tutti sanno, infatti, attualmente tutte le promozioni interne si basano su una totale discrezionalità dell’amministrazione, che sconfina nel pieno arbitrio, in quanto la percentuale di punteggi che possono essere attribuiti in sede di promozioni ai singoli è tale da vanificare completamente tutti gli elementi oggettivi, e quindi meritocratici, a favore di chicchessia. Come vengono attribuiti i punteggi agli Allievi all’uscita dai corsi alle Scuole?
La stessa cosa possiamo dirla per le promozioni a Sovrintendente Capo, Ispettore Superiore o Dirigente. Se oggi l’Amministrazione deve promuovere 100 Ispettori superiori su un bacino di valutazione di 1000 soggetti aspiranti, attribuendo la quota di punteggio discrezionale dalla 101esima posizione in giù è possibile escludere totalmente tutti i precedenti, vanificando ogni logica meritocratica. Per evitare questo avevamo fatto presentare vari emendamenti ad hoc da parte di numerose forze politiche che puntavano a ridurre la possibilità di attribuire un punteggio discrezionale da parte della nostra Amministrazione per le promozioni di carriera fino ad un massimo del 5 per cento, da motivare in ogni caso adeguatamente. La ricetta SAP avrebbe funzionato davvero.
Questi emendamenti però sono stati respinti, a dimostrazione che la citazione di due concetti positivi quali ‘professionalità’ e ‘meritocrazia’ rappresenta solo un puro esercizio di astrazione teorica.
Volevamo limitare la discrezionalità per valorizzare il merito. Invece si fanno solo chiacchiere (e distintivo). Perchè alla fine tutto cambia per non cambiare, per continuare ad andare avanti solo per cordate, "calci in culo" e raccomandazioni.