Roma, 7 settembre 2015
Certezza della pena.
Amnistia? Noi stiamo dalla parte di Abele, non di Caino
Editoriale del Segretario Generale
Ancora una volta il sistema politico italiano – soprattutto
quello che ha responsabilità di Governo - dimostra tutta la propria schizofrenia
endemica quando si discute di sicurezza e certezza della pena.
Da un lato, infatti, tutti – al di là di qualche noto radical chic – sono più o
meno d’accordo nel sostenere che la concreta applicazione di sanzioni afflittive
risulti avere un potere dissuasivo nei confronti di chi tenta di commettere un
reato.
Dall’altro, però, non riusciamo a trovare da decenni una quadra per quel che riguarda l’esecuzione della pena e a ogni piè sospinto si pensa di risolvere la cosiddetta "emergenza carceriera" (come se nel nostro Paese non fossimo in perenne emergenza su infiniti fronti) con provvedimenti di clemenza o indulto.
Dunque, grazie anche a qualche "alto" sollecito che non ci
permettiamo di criticare perché viene da chi ha la responsabilità di curare le
anime e non le cose terrene, si torna a ipotizzare una nuova amnistia.
Le statistiche sono impietose, ma anche veritiere: in Italia le carceri si
"aprono" regolarmente ogni 6 anni (ben 7 volte solo dal 1970 al 2006) e l’ultimo
indulto ha rimesso in libertà circa 20.000 detenuti, un terzo dei quali recidivi
e dei quali 7.000 condannati per omicidio volontario.
Checché ne dicano i paladini del "tana libera tutti", è accertato dai nostri uffici e dalle statistiche ufficiali che dopo ogni provvedimento d’impunità si registri una impennata sul fronte della commissione dei reati di maggiore allarme sociale come rapine, violenze sessuali, omicidi volontari, ecc.
Come poliziotti, come persone che ogni giorno rischiano la vita per 1.300 euro al mese, questo agire schizofrenico della nostra classe politica ci offende e ci umilia.
Per fortuna, almeno in questo caso, Angelino Alfano si è ricordato di essere il Ministro dell’Interno, quello che deve garantire la sicurezza dei cittadini e l’incolumità dei Servitori dello Stato, dichiarandosi contrario ad una nuova ipotesi di amnistia.
Ma c’è da vigilare, perché nella maggioranza, ad esempio, le posizioni non sono così univoche.
A che cosa serve morire per lo Stato, restare feriti (ogni anno 6.000 agenti finiscono in ospedale), rischiare di essere disumanizzati dai continui attacchi dei componenti del partito dell'Antipolizia, lavorare senza vedere un euro di aumento o di straordinario e con divise logore, quando poi il delinquente assicurato con fatica alla giustizia si fa beffe di noi uscendo di galera ben prima del previsto?
A che cosa serve rischiare in prima persona, quando spesso il risultato è quello di vedere sul banco degli imputati le donne e gli uomini in divisa, di finire imputati in procedimenti connessi?
Come spieghiamo alla gente, ai nostri figli, che potremo tornare a rimettere in libertà persone che hanno fatto della devianza il proprio stile di vita, persone che hanno ucciso o commesso reati e che torneranno – nella maggior parte dei casi – a delinquere?
Chi ha armato e chi potrebbe armare ancora queste mani?
Lo Stato, strumentalizzato da un cinismo ideologico di parte o con la propria incapacità strutturale di tutelare per davvero i suoi cittadini?
Un sistema giudiziario e penale inadeguato? Una classe politica che – salvo eccezioni - non ha ancora imparato che l’unico diritto acquisito che conta davvero è quello alla vita, la possibilità di viverla in serenità e salute, liberi dalla paura e con la certezza che mai si giocherà con loro a "roulette russa"?
Si parla a ragione della dignità dei detenuti, ma poco o nulla si pensa alla dignità delle Vittime, al loro diritto di ottenere ristoro, giustizia, riparo per quanto è stato loro ingiustamente tolto o danneggiato.
Che cosa significa amnistia per le Vittime forse qualcuno dovrebbe chiederselo.
E guardarsi allo specchio, se ne ha il coraggio e se ne è capace.
Una cosa è sicura: noi stiamo dalla parte di Abele e non di
Caino.
Nella nostra autonomia la vostra libertà
Tempo di vestizione, ricorso pilota SAP
Dopo la recente sentenza della Corte di Cassazione che ha deliberato favorevolmente in merito al pagamento del tempo di vestizione, il SAP ritiene che ci siano dei margini per avviare un’azione di ricorso volta al soddisfacimento del leso diritto. Si tratta di margini, è bene dirlo, non marcatissimi, ma che comunque ci consentono di avviare un ricorso PILOTA, dunque non generalizzato, grazie all’azione del Sindacato Autonomo di Polizia della Marche che ha proposto in maniera gratuita, per tutti gli iscritti di quella regione, un’azione davanti al giudice amministrativo.
Dobbiamo precisare, ad ogni buon conto, che la sentenza in
questione ha sì riconosciuto il cosiddetto "tempo tuta", ma l'ha fatto con
riferimento a degli operai di una fabbrica di gelati i quali, per obbligo
aziendale, debbono presentarsi sul posto di lavoro 30 minuti prima, indossare la
tuta obbligatoriamente dentro i locali aziendali, timbrare il cartellino e
accedere alla zona di preparazione e di lavoro solo se la fase preparatoria è
stata compiuta come da obblighi, pena il rifiuto della prestazione da parte del
datore di lavoro.
In ogni caso, il nostro ricorso pilota è partito nelle Marche e, se accolto,
chiederemo conto all’Amministrazione e l’estensione del beneficio a tutti gli
appartenenti.
In caso di rifiuto, valuteremo un’azione collettiva.
Portabilità, istanza al corecom (Agcom)
L’atteggiamento pervicace e incomprensibile della TIM e della nostra Amministrazione sul tema della portabilità e della privatizzazione delle utenze, in un momento in cui si va verso il rinnovo della convenzione con nuove e più convenienti tariffe, appare strumentale e inaccettabile.
Per questo, oltre alla battaglia che stiamo portando avanti nei confronti del Dipartimento, molti colleghi hanno deciso di rivolgersi all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni attraverso singole istanze, disponibili in rete, da presentare ai Comitati regionali per le comunicazioni, i cosiddetti Corecom.
Anche il Segretario Generale del SAP, Gianni Tonelli, si è mosso in prima persona presentando la relativa istanza al Corecom – disponibile sul nostro sito, area news - inerente il proprio numero di cellulare TIM in convenzione e motivando la richiesta di intervento con il mancato avvio della pratica di portabilità richiesta. E’ una battaglia non facile, ma se siamo in tanti a farla le cose possono cambiare.
Come sempre avviene per le rivoluzioni. Piccole o grandi che siano.
Pagamento indennità autostradale
Dopo i forti solleciti del SAP, il Dipartimento – attraverso
l’Ufficio per le Relazioni Sindacali – ci ha informato che la Direzione Centrale
per le Risorse Umane – Servizio Tep e Spese varie, oltre ad una prima
liquidazione di compensi per indennità autostradale pari a poco più 1 milione e
300.000 euro, avvenuta nel mese di agosto, ha ammesso a pagamento anche un
ulteriore importo di poco meno di 3 milioni di euro che verrà liquidato nel
cedolino di settembre.
Le prestazioni primariamente in pagamento sono quelle del periodo dal primo
gennaio al 30 giugno 2014, oltre a quelle del mese di dicembre 2013. Maggiori
informazioni nella nota ministeriale pubblicata nell'area news.
Convenzione SAP – Mercatone Uno
E’ stata rinnovata, fino a tutto il 2016, la convenzione tra SAP e Mercatone Uno, la grande catena di distribuzione di arredamento e oggetti per la casa.
Presentando alle casse la lettera di riconoscimento disponibile sul sito www.sap-nazionale.org, unitamente alla tessera di iscrizione al nostro Sindacato, sarò possibile godere di importanti sconti: 5 per cento su mobili (cucine, soggiorni, bagni, salotti, camere, camerette, materassi), complementi d’arredo (illuminazione, tappeti, mobiletti multiuso, quadri) e 3 per cento su elettrodomestici (lavatrici, frigoriferi, lavastoviglie, piccoli elettrodomestici), audio video (televisori, hi-fi, home theatre), casalinghi (cottura, tavola, pulizia della casa), fai da te (mesticheria, ferramenta, giardinaggio), tempo libero (biciclette, scooter, valigeria, giocattoli, cartoleria, profumeria), tessile casa (tessile letto, cucina, arredo casa, bagno). Borsari Sport (abbigliamento ed attrezzatura sportiva delle migliori marche) e oro (preziosi, orologi, argenteria, …). Maggiori notizie nell'area news.
Codice della strada per gli iscritti SAP
La convenzione tra SAP e casa editrice La Tribuna si arricchisce di un altro importante tassello, il Nuovo Codice della Strada 2016 che comprende il regolamento e il prontuario delle infrazioni. Il termine della raccolta per le prenotazioni è il 24 dicembre 2015. Ricordiamo invece che, per quel che riguarda il Codice penale, di procedura e leggi complementari, sempre della stessa casa editrice, il termine TASSATIVO entro il quale prenotare il volume è il prossimo 25 settembre.
Vi preghiamo, pertanto, di far riferimento alle nostre Segreterie e di considerare i termini anzidetti, che non potranno ammettere deroghe.