Roma, 12 ottobre 2015

 

DIFFIDA AL PREMIER RENZI
Def (ex Dpef), il Governo non convoca i Sindacati di Polizia. Noi il 15 ottobre saremo in piazza, altri preferiscono la poltrona

Editoriale del Segretario Generale


SAP, COISP e CONSAP – alla vigilia della grande manifestazione del 15 ottobre - hanno inviato una diffida al Premier Renzi e al Governo affinché i Sindacati di Polizia siano convocati a Palazzo Chigi, come previsto dalle legge, in vista dell’approvazione definitiva del Def (ex Dpef), il Documento di programmazione economica recentemente aggiornato dal Parlamento che ha rinviato al 2018 il pareggio del bilancio statale.

Un passaggio necessario, che anche il tanto vituperato Governo dei tecnici, quello targato Mario Monti, non mancò di rispettare.
Non si tratta di un favore alle organizzazioni sindacali, ma di un obbligo previsto dal D.Lgs. 195/95. Senza un confronto preventivo e costruttivo coi rappresentanti delle forze dell’ordine, i danni alla nostra categoria non potranno che amplificarsi.

Da qui la diffida. Siamo di fronte a un Governo che se ne frega e ad un cartello di sindacati guidati dal Siulp – meglio noti come "consorteria" – che "piega la testa al padrone" ossia al potentato politico di riferimento.

Infatti, a pochi giorni dalla nostra iniziativa del 15 in piazza Montecitorio a Roma, che ci vedrà di nuovo in strada per chiedere il rinnovo del Contratto, un aumento minimo di 100 euro netti al mese e una "una tantum" da 1.500 euro a parziale risarcimento del blocco stipendiale illegittimamente subito negli ultimi 6 anni, siamo riusciti con una semplice richiesta di adesione all'iniziativa a sparigliare il fronte avverso - cioè la consorteria - e a chiarire una volta per tutte ai colleghi che nella Polizia di Stato esiste oggi un fronte di organizzazioni autonome e indipendenti (SAP, COISP e CONSAP) che fa sindacato per i colleghi, mentre altri fanno sindacato solo per i sindacalisti, per se stessi e per le proprie rendite di posizione, proni ai desiderata dei potentati di turno, che si chiamino confederazioni, partiti amici o Governo poco cambia.

La settimana scorsa, proprio dalle colonne del Flash, avevo invitato Siulp e soci ad unirsi alla nostra manifestazione facendola diventare la manifestazione di tutti. Saremmo stati ben fieri di vedere Felix Felicitas sfilare in testa al corteo.

Come SAP, torno a ribadirlo, avevamo e abbiamo ancor più oggi mille motivi che ci dividono dalla consorteria, ma avremmo ben accettato di metterli da parte per amore dei colleghi e del risultato positivo per tutti. Per amore dei poliziotti e dei loro diritti.

Sono un sognatore, ma non sono illuso.

Nonostante in molti territori italiani gli iscritti Siulp, Siap, Silp, Ugl Polizia e Uilps siano in fibrillazione e condividano il senso della nostra battaglia, la consorteria ha ovviamente rifiutato l'invito accampando motivazioni ridicole e senza senso.

Non hanno neppure appreso qualcosa dalle loro "mamme confederali" che, spesso divise e in lotta tra loro, hanno sempre trovato fondamentali momenti di unità su temi di rilievo come il Contratto.

Per loro manifestare è inutile in questo momento della vita politica del Paese. Nell'area news, per chi avrà il tempo e la bontà di perdere qualche minuto, troverete la mia controreplica integrale.

Siulp e soci questo si accontentano, evidentemente, della convocazione dei tavoli contrattuali annunciata dal ministro Madia. Come se vi promettessero una bottiglia di vino in regalo e voi foste contenti prima di vederlo e assaggiarlo, prima di capire se si tratta di un Brunello o di un tavernello.

Colleghi, la consorteria - dopo la fregatura dello sblocco stipendiale che ci ha messo 10 euro in una tasca per togliercene 15 dall'altra - vuole fare un altro gioco di prestigio, vuole accontentarsi dei pochi euro che il Governo metterà sul piatto per il rinnovo del prossimo accordo economico triennale 2016-2018.

Non possiamo e non dobbiamo permetterlo. Per questo il 15 ottobre, a prescindere dall'appartenenza sindacale, occorre manifestare ed essere in tanti, dobbiamo fare pressione per ottenere nella legge di stabilità le risorse necessarie, bisogna dimostrarci uniti e non divisi. La nostra fortuna è non avere padroni che tirano le fila da dietro. L'autonomia è scritta nel Dna del SAP.

Cari colleghi iscritti a Siulp e company, spiegatelo ai vostri vertici nazionali. Faranno orecchie da mercante, ma almeno capiranno di non essere circondati da pecore.

Ma da teste pensanti.

NELLA NOSTRA AUTONOMIA LA VOSTRA LIBERTA'

Trasferimenti Ruolo Agenti/Assistenti per le esigenze connesse con il Giubileo

Si è svolto al Viminale l'incontro richiesto dall'Amministrazione per fornire alle sigle sindacali informazioni in merito ai trasferimenti del Ruolo Agenti/Assistenti per le esigenze connesse con il Giubileo della Misericordia.
Per l'Amministrazione erano presenti il Direttore delle Risorse Umane Prefetto Mazza, il Direttore della Divisione Agenti/Sovrintendenti Dr. Pagano e il Direttore delle Relazioni Sindacali Dr. Ricciardi. Per il SAP hanno partecipato il Presidente Nazionale Stefano Paoloni, il Segretario Nazionale Michele Dressadore e il Vice Presidente Nazionale Rosario Indelicato.
Atteso che nel mese di novembre saranno assegnati alla fine del corso di formazione 648 neo Agenti e che al termine dell'Expo la citta' di Milano subirà in decremento di circa cento unità, l'Amministrazione prevede di assegnare circa 500/700 unità a Roma.

Ad oggi le istanze per la capitale sono 52 (saranno tutte accolte), la questione pertanto riguarda gli ulteriori rinforzi di organico.

Il Dipartimento ha proposto due soluzioni: assegnare i colleghi in uscita dal corso oppure in deroga, ed in via straordinaria, alla regola dei quattro anni trasferire a istanza i colleghi residenti a Roma stimati in circa 300 unità.
Tale ultima ipotesi comporterebbe in importanti risparmi di spesa. Innanzi tutto abbiamo subito rilevato con forza che un tale piano di assegnazioni esclusivamente indirizzato sulla città di Roma determinerà un pesante aggravio su tutto il territorio della già in grande sofferenza organica imposta dal calo di 18 mila unità susseguente al blocco del turnover e per di più frustrerà fortemente anche le aspirazioni del personale che attende ormai da troppi anni di poter tornare vicino ai propri affetti.

Il SAP ha rappresentato che per le esigenze del Giubileo sia sicuramente da preferire l'istituto delle aggregazioni perché più flessibile e meno dannoso per il restante territorio. Eventuali deroghe alla regola dei quattro anni implicherebbero disparità di trattamento e difficoltà di gestione dei trasferimenti attuali e futuri, pertanto la nostra richiesta è stata quella di togliere per tutti e per sempre il vincolo dei quattro anni per la presentazione e accoglimento delle istanze di trasferimento.

Caso Izzo, il SAP ammesso come parte civile. E il Dipartimento che fa???

La vicenda dell’ex vice capo vicario della polizia Nicola Izzo, dimessosi nel novembre 2012 a seguito di una inchiesta sugli appalti relativi alla costruzione del Centro elaborazione dati di Napoli e prosciolto poi da ogni addebito, è emblematica di un paese che spesso, troppo spesso, è vittima del protagonismo di certi pubblici ministeri e di complotti di palazzo. Poliziotto tutto d'un pezzo, appassionato uomo delle Istituzioni, questore di grandi città come Torino e Napoli, poi numero due della Polizia di Stato, Izzo si vide letteralmente bruciata la possibilità di diventare il successore di Antonio Manganelli per via di un’inchiesta ad orologeria, poi dimostratasi infondata, e di un accanimento mediatico che ha visto protagonisti numerosi media e che non temiamo di definire infame. Il Sindacato Autonomo di Polizia è stato ammesso come parte civile nel processo per diffamazione che l’ex prefetto ha intentato per cercare, almeno in parte, di avere ristoro per le menzogne patite sulla propria pelle.

Siamo stati ammessi come soggetto portatore di interessi collettivi perché non solo è stato danneggiato Izzo, ma anche la Polizia e i poliziotti.
Un danno subito da tutta la nostra collettività. E qui casca l’asino.
Perché il Ministero dell’Interno non si è costituito a sua volta parte civile?
C’è forse il timore di mettersi contro il potente partito dell’antipolizia e degli allergici alle divise che trova numerosi adepti anche nel mondo dell’informazione? Nicola Izzo è un poliziotto che è stato accusato ingiustamente, che si è dimesso per senso dello Stato, che è stato assolto da ogni addebito e che è stato massacrato sulla pubblica gogna. Non merita almeno l’appoggio di quel Ministero, di quel Dipartimento, che per tanti anni ha servito con passione e devozione? Una storia che presenta un evidente parallelo con quella di Vittorio Pisani, ex capo della squadra mobile di Napoli, il super investigatore protagonista di straordinari successi contro la criminalità organizzata, a partire dall'azzeramento del clan dei casalesi, coinvolto in una assurda inchiesta per favoreggiamento, falso e riciclaggio. Poi ovviamente assolto. La sua unica colpa?

Quella, forse, di aver criticato in passato la scorta assegnata a Saviano.
Mai toccare certi eroi di carta in salsa radical chic. Anche per Pisani nessuno si è stracciato le vesti al Viminale. Nessuno ha chiesto risarcimenti. Nessuno si è affiancato in una azione di costituzione come parte civile.

Noi come SAP siamo e restiamo dalla parte dei colleghi, di chi ha servito e serve il Paese con devozione, di chi ogni giorno rischia la vita.
Ai piani alti del Ministero dell’Interno, evidentemente, non la pensano così.