Roma, 7 dicembre 2015
A Pontassieve
nonostante tutto
Editoriale del Segretario Generale
Nonostante i tentativi di dividere il fronte sindacale autonomo e indipendente, le pressioni ministeriali per non partecipare all'iniziativa e uno schieramento di colleghi in servizio di ordine pubblico che non si vede neppure a Roma durante i grandi eventi (pensavano forse che avremmo devastato il paese del premier Renzi o che avremmo creato problemi alla scuola dove studia la figlia???), la manifestazione di Pontassieve si è rivelata uno straordinario successo anche mediatico - patetiche le 'censurine' del Dipartimento della P.S. in rassegna stampa - e ha messo a nudo il Governo e la maggioranza che, col miliardo spot per la Sicurezza e il bonus bluff da 80 euro, pensavano di passarla liscia e metterci tutti "a novanta", in perfetto stile consorteria insomma... Lo vogliamo dire a tutte le "checche isteriche" che si sono ipocritamente stracciate le vesti per la nostra manifestazione, pacifica e colorata (basta vedere le foto, i servizi Tg e la rassegna stampa sul nostro sito internet) in quel di Pontassieve: siamo stati 'costretti' ad andarci perchè da tempo cerchiamo, inutilmente, un canale di dialogo col Governo.
Ci aspettavamo e ci aspettiamo ancora una convocazione dal Presidente del Consiglio perché siamo convinti di potergli spiegare come riformare davvero l'apparato della Sicurezza, come reperire risorse vere per le Forze dell'Ordine e come spenderle nel modo migliore. Purtroppo oggi le cose stanno molto diversamente da come certa propaganda "consortiera" e interessata tenta di spiegare e giustificare. Innanzitutto, non c’è un miliardo a disposizione della Sicurezza, ma 500 milioni. L’altro mezzo miliardo, infatti, è stato postato sulla Difesa per finanziare i trattamenti e le spese di missioni internazionali, anche in vista di un nostro possibile ingresso nello scenario di guerra che si paventa contro l’Isis.
Per quel che riguarda i 500 milioni, 150 andrebbero alla cosiddetta "cyber security", la sicurezza delle informazioni in rete, da cui dipende ormai tutta la vita della società occidentale e che i terroristi vorrebbero minare. Una scelta che poteva rappresentare un ottimo investimento in un contesto di potenziamento dell’apparato della Sicurezza verso le nuove frontiere del crimine e l’allargamento delle capacità di conoscenza dei comportamenti terroristici e delittuosi. Una scelta che invece risulta in netto contrasto con l’intendimento del Governo, che per due volte come SAP siamo riusciti a bloccare, relativo alla chiusura dei presidi di sicurezza ed in particolare della Polizia postale e delle comunicazioni, che si occupa proprio di cyber crime e di contrasto ai reati informatici.
Questi 150 milioni rischiano di essere come tegole nuove che si tenta di mettere su una casa diroccata. Quella "casa" sono i nostri comparti, debilitati da 10 anni di tagli continui e assurdi. Ed è falso, come afferma qualche esponente di maggioranza, che negli ultimi 2 anni sono state postate maggiori risorse per la Sicurezza. Falso perché le risorse che sono state previste sono servite per finanziare prima Expo e poi il Giubileo: 3.000 operatori in divisa da aggregare e tutto l’apparato conseguente hanno un costo. Queste persone devono bere, mangiare, dormire, fanno straordinari e comportano ovviamente spese.
Quindi i soldi sono serviti a questo, non a rafforzare le Forze dell’Ordine che continuano ad essere debilitate.
Ogni anno perdiamo 2.500 uomini perché col turn over al 55 per cento si assume solo un operatore ogni 2 pensionati, ma vogliono farci credere che abbiamo 2.500 operatori in più! Per l’igienizzazione e il decoro di 1.000 metri quadrati di nostri uffici sono a disposizione appena due ore di pulizie a settimana, presidi e comandi con centinaia di operatori hanno a disposizione 500 euro di cancelleria all’anno, le divise dobbiamo comprarle, i giubbotti antiproiettile sono scaduti, mezzi e strumenti sono quello che sono e tutti lo sappiamo, tranne chi fa finta di non vedere!!!
Abbiamo poi altri 50 milioni per le attrezzature, che non
sono sufficienti. 15 milioni, ad esempio, vanno alla Polizia di Stato e
potrebbero servire per acquistare solamente 10.000 giubbotti antiproiettile
rinforzati per armi lunghe e un caricatore in più con relativo munizionamento.
Ma che cosa ci facciamo se abbiamo la quasi totalità del personale senza
adeguate protezioni? Il Governo e chi lo rappresenta va in televisione a dire
che sono arrivati 2.000 giubbotti nuovi. Ma omettono di dire che ne abbiamo
dismessi 30.000! E lo stesso vale per le autovetture: se ne arrivano 500 nuove,
almeno il triplo di quelle oggi in uso viene dismesso per consunzione!!! Ci
stiamo prendendo in giro?
Dunque 200 milioni per l’apparato (150 per la cyber security e 50 per le
attrezzature) sono totalmente insufficienti. Restano a disposizione ancora 300
milioni, che sono destinati ai trattamenti economici. Abbiamo analizzato e
studiato bene le cose, pertanto possiamo affermare senza ombra di dubbio che il
bonus da 80 euro mensili a testa è uno spot. Innanzitutto va chiarito che non
sono fondi strutturali, li avremo nel 2016 e poi nel 2017 non ci saranno più. In
secondo luogo, essendo un bonus, non saranno tassati e dunque non avranno
validità ai fini pensionistici e di liquidazione. Si tratta di uno zuccherino
per l’anno nuovo che, terminato il proprio effetto, ci lascerà a bocca asciutta.
Anzi amara. Più di prima!
Si tratta, vogliamo dirlo a gran voce, di un modo per eludere il dispositivo della Corte Costituzionale che la scorsa estate ha dichiarato illegittimo il blocco contrattuale che in questi 6 anni ha causato un danno medio di 10.000 euro pro-capite al personale.
Un danno che si vorrebbe ammortizzare con una elargizione – perché di questo si tratta – di 960 euro!!! Per altro, la sentenza della Corte Costituzionale ha validità dal giorno della pubblicazione, dunque ci vengono scippati anche gli aumenti legittimi del 2015 per il periodo luglio – dicembre.
Conti alla mano, se questi 300 milioni del bonus fossero postati per un contratto di lavoro, finanziando dunque anche la parte normativa, avremmo un aumento medio di 60 euro lordi mensili, con una forbice tra i 50 euro lordi mensili per l’agente fino a 70 euro lordi mensili per il vice questore aggiunto aggiunto.
Parliamo di 35 euro netti a poliziotto!!! La nostra mobilitazione non è finita. Vediamo come e se risponderà il Governo.
Una cosa è sicura: nessuno può prendere in giro le forze dell'ordine e i cittadini, soprattutto in un momento come questo che vede la civiltà occidentale sotto attacco da parte del terrorismo islamico.
NELLA NOSTRA AUTONOMIA LA VOSTRA LIBERTA’
Commissione Vestiario, riunione al Dipartimento
Si è riunita al Dipartimento nei giorni scorsi la Commissione per la qualità e la funzionalità del vestiario, presieduta dal prefetto Gaudenzio Truzzi. Il SAP era rappresentato dal Segretario Nazionale Francesco Pulli. Come sindacato abbiamo sottolineato primariamente il problema delle scarse risorse, che costringe molti colleghi a comprare in proprio parti della divisa.
La commissione ha discusso della nuova divisa per le unità speciali che verrà estesa agli istruttori e tiratori presso l'Istituto di Nettuno e alle squadra laser e si è parlato di migliorie, suggerite dal SAP, per la giacca operativa della Polizia stradale e per il kit alta visibilità.
Si è parlato anche di divise ordinarie e calzature. Il SAP ha chiesto ed ottenuto che prima di procedere alla realizzazione di nuove uniformi si effettuasse la distribuzione per tutti di quella operativa.
Certo, fa specie sapere che i gruppi speciali tutt'oggi indossano uniformi progettate per Italia 1990.
Ed alcuni illustri politici dichiarano che nessun poliziotto ha mai acquistato capi della divisa...
Sedi disagiate, il "disagio" continua ma il SAP non molla!
Nella mattinata del 1 dicembre si è svolto al Dipartimento il
terzo incontro dedicato alla elaborazione del nuovo decreto di individuazione
delle sedi disagiate. Per l’Amministrazione erano presenti il Direttore del
Servizio Affari Generali D.ssa Grazia Mirabile e la D.ssa Paola Di Rocco
dell’Ufficio Relazioni Sindacali, mentre per il SAP ha partecipato il Vice
Presidente Nazionale Saro Indelicato.
Prima di entrare nel merito dei lavori del tavolo con l'analisi delle situazioni
contestate, la nostra organizzazione ha nuovamente eccepito l’atteggiamento
ostruzionistico tenuto in questi anni da parte dell’Amministrazione che ha di
fatto svuotato il significato di "sedi disagiate" negando ogni concreto
beneficio sul versante della mobilità del personale e, per di più, ha anche
operato nell’anno in corso "il taglio" effettivo di 75 mila euro per la mensa
gratuita.
A tal proposito, il SAP ha chiesto ed ottenuto che dal mese di gennaio 2016 si
riapra il confronto per la nuova disciplina sulla mobilità del personale.
Di seguito sono stati discussi i casi delle sedi che lo
scorso anno non erano state giudicate positivamente a causa di errori materiali
o di valutazioni troppo restrittive.
Una buona parte di quelle prospettate dal SAP sono state accolte e nell’incontro
che si svolgerà il prossimo 10 dicembre si cercherà di sanare ulteriori
esclusioni oggetto di segnalazioni da parte dalle nostre strutture periferiche.