Roma, 28 dicembre 2015
Legge di stabilità, qualcuno ancora crede a Babbo Natale?
Editoriale del Segretario Generale
Col via libera definitivo alla legge di stabilità da parte del Parlamento, il Governo conferma i 500 milioni per il sistema della sicurezza di cui 300 per il bonus non strutturale da 80 euro, 150 per combattere il cybercrime e 50 per gli equipaggiamenti delle Forze dell'Ordine e dei Vigili del Fuoco (escluse le Forze Armate), oltre a 10 milioni di euro approvati in extremis, su proposta del Movimento 5 Stelle dopo la nostra battaglia sui giubbotti antiproiettile, per l'acquisto di nuovi Gap.
Per quel che riguarda le assunzioni "straordinarie", si conferma che in realtà è tutto "ordinario" perché anche nel 2016 il turn over resta al 55 per cento ossia le Forze di Polizia diminuiranno di 2.500 operatori perché ne sono andati in pensione oltre 5.000.
Si conferma, insomma, per quel che ci riguarda, l'impianto di una manovra che non mette sul piatto un miliardo di euro per la sicurezza, checchè ne dica la consorteria (500 milioni vanno infatti al sistema difesa), ma 500 milioni, buona parte dei quali destinati a un bonus valido solo per il 2016, non liquidabile e non pensionabile. Ovviamente, non si parla di contratto e a nessuno fino ad oggi è venuto in mente di convocare i relativi tavoli.
La richiesta del SAP è già da tempo sul tavolo della Funzione Pubblica e col nuovo anno questa sarà una delle nuove priorità, anche se le risorse sono pressoché totalmente assenti. Questo rappresenta la legalizzazione del lavoro nero.
Non dimentichiamo poi la questione del Riordino: con quali risorse, torniamo a chiedere, si intende andare avanti?
Questa, cari colleghi, è la verità dei fatti. Quando siamo scesi in piazza il 15 ottobre scorso a Roma portando 10.000 divise, mentre i sindacati consortieri erano già proni ad accettare le miserie del Governo, abbiamo portato con forza all'attenzione dell'opinione pubblica le ridicole risorse stanziate dall'Esecutivo Renzi e la vergognosa proposta di aumento stipendiale dopo 6 anni di illegittimo blocco contrattuale. Tutto questo lo abbiamo ribadito nelle settimane successive con la nostra mobilitazione permanente che ci ha portato a manifestare anche a Pontassieve, a casa del premier Renzi. Nel frattempo, il terrorismo islamico è tornato a colpire con violenza inaudita nel cuore d'Europa e questo, non possiamo negarlo, ha costituito purtroppo l'elemento principale che ha costretto il Governo a mettere qualche lenticchia sul piatto.
La nostra protesta e la nostra mobilitazione hanno rappresentato il presupposto per lo stanziamento dei fondi che, lo riconosciamo con tristezza, non ci sarebbe stato senza il tragico intervento dei tagliagole.
Ci sembra di essere tornati indietro di cinquant'anni quando gli stipendi ai poliziotti venivano aumentati ogni vota che qualcuno di noi cadeva sotto i colpi dei terroristi.
Per assurdo la causa degli aumenti alla categoria non era rappresentata, ieri come oggi, dal riconoscimento per l'encomiabile opera, ma dalle azioni omicide dei terroristi o dei tagliagole.
Che schifo!
Questa legge di stabilità non è in grado neppure di iniziare un processo di recupero delle condizioni dell'apparato della sicurezza debilitato da 10 anni di tagli, comprese le ultime manovre che, contrariamente a quanto sostiene la maggioranza, hanno diminuito e non incrementato gli appostamenti per le Forze dell'Ordine.
Con gli organici che continuano a calare per via delle mancate assunzioni, con le chiusure degli uffici e dei presidi già disposte e con quelle che avremo prossimamente, con le spese delle pulizie che sono inferiori a 20 anni fa, con la formazione e l'addestramento praticamente azzerati, con giubbotti antiproiettile e caschi da ordine pubblico scaduti, con uffici fatiscenti che qualunque Asl potrebbe chiudere se vi fosse la possibilità di controlli e con mille altre inefficienze che tutti conosciamo, come fanno gli esponenti del Governo a sostenere che nelle ultime due leggi di stabilità le risorse per la sicurezza sono addirittura aumentate?
Semplice. Perchè nella voce "risorse per la sicurezza" si fanno rientrare, ad empio. le spese, a carico del Viminale, delle politiche per l'immigrazione e i soldi utilizzati per Expo e Giubileo (pensiamo agli alberghi e tutta la logistica per i colleghi).
Peccato che nessuno abbia reso pubblici i dettagli di bilancio del Ministero dell'Interno da dove si evincerebbero, necessariamente, tutti i tagli che abbiamo menzionato.
Insomma, un "trucco contabile" che però non risponde alla prova dei fatti. Questo denunciamo e questo denunceremo sempre.
Purtroppo siamo adulti e non riusciamo più a credere a Babbo
Natale (Renzi).
Cari colleghi, cercate di trascorrere qualche giorno di serenità durante le
festività natalizie, anche se io non ci riuscirò.
Sono, infatti mortificato per quello che sta accadendo al nostro collega F. R.
sospeso dal servizio con la falsa argomentazione di aver mostrato ad un
giornalista materiale non più in uso alla Polizia di Stato o ad altri
colleghi-eroi che stanno subendo una azione di persecuzione repressiva per aver
detto solamente la verità, tutta la verità nient'altro che la verità,
nell'interesse non proprio, ma dei colleghi e della collettività tutta: una
Polizia equipaggiata a dovere e formata adeguatamente rappresenta una garanzia
per gli operatori e una efficacia maggiore per servizio ai cittadini.
Non posso accettare questa compressione delle elementari libertà garantite dalla nostra Carta Costituzionale e, all'interno del lecito, non mi porrò limiti per contrastare questa vergognosa e indegna azione.
Buone feste a tutti voi!
NELLA NOSTRA AUTONOMIA LA VOSTRA LIBERTA'
Concorso Ispettori: tanto malcontento per gli esiti degli scritti e intanto parte il concorso pubblico!!!
Abbiamo ricevuto numerosissime segnalazioni di malcontento relativamente agli esiti della prova scritta del concorso per 1.400 Vice Ispettori. Resta chiaro che quello che abbiamo da dire di seguito non fa riferimento alle Commissione, che ha dovuto rispettare i parametri che gli sono stati forniti, però obiettivamente alcune cose anche a noi non tornano:
- Si era creata una aspettativa fortissima verso questo bando che, ritenevamo, potesse essere adeguato per soddisfare le legittime aspirazioni di tanti colleghi, frustrati da quasi un decennio di blocco dei concorsi interni, visto che mancano all’appello 15.000 Ispettori e 3.000 Sovrintendenti, se diamo per buoni quelli del concorsone.
- I colleghi si sono praticamente ‘imbiancati’ nell’attesa di veder soddisfatta la legittima aspirazione di carriera professionale ed economica. La prima selezione, quella dei quiz, aveva individuato circa 7.000 idonei alla prova scritta, tra cui numerosissimi laureati e persone fortemente motivate che hanno frequentato corsi specializzati di formazione e che nella grande parte dei casi erano preparate certamente in maniera adeguata.
- La cosa che ci ha stupito è che la pressoché totalità è passata col punteggio minimo (35), mentre la gran parte è stata bocciata col punteggio di 28. I punteggi intermedi non sono praticamente esistiti. Riteniamo che questa situazione sia anomala.
Non crediamo infatti che ci sia una sostanziale differenza tra i 28 e i 35…
- L’Amministrazione, a nostro avviso, avrebbe dovuto impostare questo concorso secondo altre finalità e primariamente avrebbe dovuto tentare di colmare il vuoto nel ruolo degli Ispettori, quanto meno il più possibile, e quindi cercare di battersi per ottenere risorse non solo per 1.400 o 2.000 posti, ma almeno per 4.000/5.000. Per contro, invece, ci si è premurati di selezionare in maniera forse abnorme i concorrenti!
- L’errore più grande è stato quello di non opporsi al concorso pubblico per 320 Ispettori, con le risorse appostate per questo bando per esterni avremmo potuto finanziare la differenza stipendiale per assumere 8.000 Ispettori provenienti dai ruoli esterni. E’ appena il caso di ricordare che lo scorso settembre abbiamo scritto una lettera al premier Renzi, pubblicata da Huffington Post, alla quale il presidente del Consiglio non si è degnato neppure di rispondere.
- L’ordinamento consente comunque agli interessati una serie di possibilità: consigliamo, infatti, a coloro che ritengono di aver subito una censura nel giudizio relativo alla prova scritta di fare accesso agli atti ed eventualmente adire al Tar per un giudizio di comparazione. Non può essere fatto un ricorso collettivo in quanto trattasi di singole posizioni differenziate e quindi possono muoversi a titolo individuale solo coloro che hanno interesse ad agire.
Come SAP restiamo disponibili per assistenza e consigli.
Non ci chiuderanno la bocca, la battaglia del SAP arriva in Parlamento con Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d'Italia
Raffica di interrogazioni parlamentari (Cirielli, Gasparri, Molteni/Saltamartini e Palmizio) per chiedere conto al Governo e al ministro Alfano dell'attacco al nostro dirigente - ora Segretario Nazionale SAP - ingiustamente e falsamente accusato solo per aver denunciato la verità. Tutte le interrogazioni sono presenti sul nostro sito internet, area news.
Una cosa è sicura, cari colleghi: ne vedremo delle belle!
Poliziotti che lavorano GRATIS a Roma per il Giubileo? Dopo la denuncia del SAP si tenta di nascondere tutto!
La denuncia del SAP sulle aggregazioni RPC per il Giubileo senza oneri, con una evidenza su Quotidiano Nazionale e con la conseguente richiesta di chiarimenti inviata al Dipartimento, si e' "conclusa" con una risposta della Direzione Centrale Anticrimine che fa davvero sorridere. E non e' la sola cosa che fa sorridere che arriva dalla DAC...
Ancora una volta si cerca di nascondere l'illiceita' di una azione che e' stata tentata - quella di trovare personale "volontario" da aggregare a Roma senza trattamento economico di missione o indennita' di ordine pubblico - e ve lo abbiamo dimostrato "scripta manent"!!!
Sul nostro sito internet, area news, tutta la documentazione.
Brescia, Tonelli (Sap): alcune riflessioni dopo attentato alla scuola di polizia
AGENPARL) – Roma, 19 dic 2015 – "Attentati come quello di Brescia mi inquietano profondamente perché, quando si colpisce con coscienza e volontà il cuore dello Stato, quei professionisti della sicurezza che ogni giorno garantiscono il sereno e quieto vivere civile, dobbiamo sempre porci delle domande sul perché avvengono certe cose, atteso che le indagini sembrano individuare negli ambienti anarchici le possibili responsabilità". Così Gianni Tonelli, segretario generale del Sap, all’indomani della bomba esplosa a Brescia davanti alla Scuola di Polizia Polgai.
"Come sempre in questi casi – spiega il numero uno del Sindacato Autonomo di Polizia – il primo pensiero va alle donne e agli uomini in divisa di Brescia. La bomba, pur artigianale, poteva fare molto male e uccidere. Si è trattato di un gesto dimostrativo, ma la gravità dell’atto non può essere sottaciuta.
Detto questo, mi interrogo quando avvengono questi attentati
perché, come abbiamo letto in rete da alcuni documenti riconducibili all’area
anarco-insurrezionalista, esiste un substrato culturale italiano fortemente
ideologizzato che risulta essere terreno fertile per coloro che definiamo
‘allergici alle divise’ e che alimentano i pregiudizi di chi si riconosce nel
partito dell’antipolizia. Dobbiamo in primo luogo tentare di recuperare questo
strappo, essere noi come forze dell’ordine da esempio, punire chi eventualmente
commette abusi, una volta dimostrati con matematica certezza, e togliere ogni
alibi a chi ci odia. Per questo da oltre 3 anni, purtroppo inascoltati,
chiediamo telecamere ovunque: sulle nostre divise, sui nostri caschi, nei nostri
uffici e nelle nostre macchine, per certificare ogni respiro perchè non abbiamo
nulla da nascondere.
Il problema vero è che l’occhio elettronico certifica anche i reati e i
comportamenti violenti di chi delinque ed entra in contatto con i servitori
dello Stato.
Per questo fino ad oggi in tal senso è stato fatto poco o nulla e quel poco si
deve all’instancabile azione di mobilitazione del mio sindacato". Secondo Gianni
Tonelli, "se nel 2015 ci sono ancora persone che odiano le forze dell’ordine al
punto da pensare di poter mettere una bomba davanti ad una caserma di polizia, è
perché si commette pervicacemente l’errore di mettere il carro davanti ai buoi.
Anziché proporre numeretti sulle divise che ormai la tecnologia ha permesso di
superare o pensare di introdurre nel nostro ordinamento un reato di tortura che
penalizzarebbe gli operatori in divisa e che nasce dalla convinzione che tutti i
poliziotti siano dei piccoli Josef Mengele, chi ha responsabilità politiche e di
governo dovrebbe avere il coraggio di fare ben altre scelte. Non ci si può
ricordare delle forze dell’ordine solo dopo un attentato terroristico, a
prescindere che si tratti di un gesto che provoca morti o di un atto
dimostrativo come quello avvenuto a Brescia. Non sappiamo cosa farcene delle
lacrime di coccodrillo e delle stucchevoli dichiarazioni di solidarietà".
"Servono più uomini, più mezzi e più formazione – conclude il segretario
generale del Sap – per combattere con efficacia le grandi sfide che ci
attendono, dal terrorismo di matrice islamica al fenomeno della mafie,
dall’estremismo antagonista e anarco-insurrezionalista alla criminalità comune,
per non parlare dei reati, sempre in crescita, legati alla corruzione e al
malcostume fino al fenomeno dell’immigrazione clandestina. Chi veste una divisa
mette in conto anche di poter rischiare la propria incolumità. Quello che non
possiamo accettare è uno Stato che non investe in sicurezza e mette la testa
sotto la sabbia, sperando che la tempesta passi. Vogliamo essere servitori di
uno Stato che tiene a noi come un buon padre di famiglia, non servi sciocchi di
uno Stato ignavo che mette a repentaglio la vita dei suoi figli"