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Numero 2 Roma, 18 gennaio 2016
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Nubi fosche di restaurazione repressiva sul Viminale
Editoriale del Segretario Generale
Siamo stati costretti a diffidare il Questore di Roma, come riportiamo
nell’articolo di apertura di questo Flash.
La situazione è obiettivamente molto grave.
Qui ormai stiamo sovvertendo non soltanto la verità, ma con
disonestà intellettuale sfacciata si vuol cercare di cambiare l’ordine dei
fattori in maniera arbitraria per dare una immagine della situazione
diametralmente opposta alla realtà. I rappresentanti sindacali, come dimostrano
i venti repressivi che stanno soffiando particolarmente forti negli ultimi
giorni, in aperta violazione delle libertà sindacali costituzionalmente
garantite, sono obbligati – proprio per evitare reazioni assolutamente
inaccettabili, inopportune e anche ridicole – ad adempiere ai propri doveri
previsti dalla natura stessa della funzione sindacale, in difesa degli interessi
collettivi del personale e nella fattispecie da quanto previsto dalla 626/94 e
dalla 81/2008, anche nascondendo le proprie generalità.
Si precisa che comunque non c’è nulla di illegittimo o di scorretto perché è lo
stato di necessità, dovuto a comportamenti di altri fuori dall’ordinamento, che
impone la legittima difesa.
Voglio ribadirlo. I rappresentanti sindacali, non per loro
interesse, hanno denunciato la verità: caschi marci, giubbotti in scadenza, M12
superati, autovetture che fanno schifo, locali che sono latrine, senza contare
il nodo fondamentale della formazione del personale che è totalmente
deficitaria.
Basti pensare che l’ultimo corso Allievi Agenti, invece di essere rafforzato nei
programmi e nel tempo anche per rispondere alla temuta insidia terroristica che
si è affacciata in Europa, è stato accorciato di 4 mesi: sono partiti il primo
ottobre scorso e finiranno il primo giugno! Di che parliamo???
Dev’essere pure chiara un’altra cosa: il rappresentante sindacale non deve chiedere l’autorizzazione all’Amministrazione. C’è solo un limite: non si può manifestare in divisa per non entrare in conflitto con l’articolo 17 della Costituzione ("I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi").
Non a caso i Vigili del Fuoco, come è successo spesso anche
alle nostre manifestazioni, manifestano in divisa perché non hanno l’arma in
dotazione.
Ma le denunce dei rappresenti sindacali non c’entrano niente con le
manifestazioni e soprattutto è loro diritto farsi vedere o meno, televisivamente
parlando, fosse solo per una scelta di natura comunicativa.
La vergogna non è denunciare le vergogne di altri.
Il bisticcio di termini è voluto.
Ad essere vergognosa è la nostra situazione e il tentativo di "restaurazione" del Viminale che cerca di coprire coloro che ne sono responsabili. Pertanto, come è ovvio, denunciare la vergogna significa denunciare i responsabili. Caro Questore di Roma, la situazione che i suoi uomini hanno denunciato non dipende da loro. Non è colpa loro.
Nono sono loro a creare "nocumento all’immagine dell’Amministrazione", è la situazione che è vergognosa e le responsabilità non possono essere addebitate agli Eroi in divisa che ogni giorno rischiano la vita.
Lei, caro Questore, da amministratore del personale si ponga un quesito, sia dal punto di vista giuridico che da quello morale, su chi debba ricadere la responsabilità di questa situazione.
I colleghi sono Eroi, posso ripeterlo all’infinito, non certo dei carrieristi. Non aspettano una promozione o un lauto incarico post pensione, ma vogliono solo servire il proprio Paese per guadagnarsi la pagnotta.
Con dignità.
Caro Questore, si passi una mano sulla coscienza.
E faccia le sue (opportune) valutazioni.
Il SAP non molla e presenta una formale diffida al Questore di Roma
L’avvocato Eugenio Pini: « Occorre far cessare immediatamente i procedimenti disciplinari avviati »
La Segreteria Generale del Sindacato Autonomo di Polizia, attraverso lo Studio Legale Pini&Partners, ha trasmesso al Questore di Roma e, per conoscenza, al Ministro Alfano e al Prefetto Pansa, una formale diffida per far cessare immediatamente i numerosi procedimenti disciplinari avviati nei confronti dei rappresentanti SAP, annullando pertanto l’effetto di qualsiasi procedimento in essere. Addirittura, ai poliziotti oggetto di proposta di addebito disciplinare è stata preventivamente chiesta una relazione di servizio sui fatti che, in un successivo momento, sono stati contestati.
Nella lettera di diffida inviata dall’avvocato Eugenio Pini si evidenzia, primariamente, come le condotte poste in essere dai nostri colleghi siano totalmente da ricondurre nell’ambito delle prerogative sindacali, con particolare riferimento al D.Lgs. 81/2008 che ha introdotto, come è noto, delle novità rispetto alla legge 626/1994 sulla sicurezza dei lavoratori, ribadendo la fondamentale importanza di alcune figure istituite per dare un ulteriore supporto al personale, come i Rappresentanti dei Lavoratori per la sicurezza (RLS). In particolare, l’articolo 23 del vigente A.N.Q. stabilisce che, nelle more della definizione attuativa dell’art. 47 del D.Lgs. 81/2008, sono fatte salve tutte le disposizioni in vigore in materia, ivi compresa quella contenuta nel previgente art. 24 A.N.Q. che statuisce, con particolare riferimento all’"accordo quadro" per il personale della Polizia di Stato, che le attività inerenti la sicurezza e il benessere nei luoghi di lavoro potranno essere svolte anche se non si è proceduto alla elezione del "rappresentante per la sicurezza".
Soprattutto, dispone che le relative funzioni possano essere svolte dalle segreterie provinciali delle organizzazioni sindacali più rappresentative sul piano nazionale. Tali motivazioni, che in questa sede per ovvi motivi di spazio abbiamo dovuto sintetizzare, basterebbero da sole a dar corpo e sostanza alla nostra diffida.
Ma c’è pure un ulteriore aspetto. Il superiore gerarchico, infatti, deve astenersi dal richiedere una relazione di servizio volta ad attribuire la paternità della condotta poi contestata, dovendo di contro procedere, ai sensi e per gli effetti del D.P.R. 737/1981, alla contestazione formale dell’addebito. Anche perché, questa è la posizione del SAP espressa tramite il proprio legale, l’attività posta in essere dai rappresentanti sindacali è da considerarsi incontrovertibilmente conforme e coerente alle disposizioni normative in vigore e, pertanto,il comportamento dell’Amministrazione e della Questura di Roma nello specifico configura l’inibizione e la riduzione delle attività e delle facoltà in capo ai Rappresentanti dei Lavoratori per la sicurezza.
Configura, in buona sostanza, una gravissima violazione delle libertà e delle prerogative sindacali che non intendiamo accettare in nessun modo
Polizia Postale, carenza di ufficiali di p.g.
Nel recente piano di assegnazione dei neo Vice Sovrintendenti traspare con evidenza un malcelato disegno, malgrado le smentite ufficiali, di come il Dipartimento della P.S. stia in modo surrettizio e strisciante procedendo alla smantellamento delle Sezioni di Polizia Postale, non assegnandovi più alcuna aliquota di personale né tantomeno sostituendo quello trasferito altrove e/o collocato in quiescenza.
All’interno di questo contesto risulta ancora più grave la mancata riassegnazione a dette Sezioni dei colleghi che hanno superato il concorso da Vice Sovrintendenti e che, pur volendo rimanere in servizio presso detti reparti, sono stati trasferiti alle Questure. Con tale arbitraria redistribuzione, oltre ad assottigliare la consistenza organica, si sottrae alla Specialità la disponibilità di Ufficiali di P.G..
Cara Mamma Amministrazione, ancora una volta tradisci i tuoi figli!
Indennità di Specialità, il ricorso SAP va avanti
Il Dipartimento, attraverso l’Ufficio per le Relazioni Sindacali, ci ha trasmesso il consueto report relativo al pagamento di parte degli arretrati. La situazione resta grave: l’indennità di specialità della Stradale sarà pagata fino a ottobre 2014, quella Polfer fino a settembre 2014 e ritardi ci sono come sempre anche per la Postale.
Rimangono fuori un sacco di mensilità! Dunque, cari colleghi iscritti e non, bisogna fare ricorso. E il SAP vi offre gratis questa opportunità. Rivolgetevi alle Segreterie Provinciali e Regionali di riferimento dei vostri territori
Un altro Poliziotto aggredito. 15.000 operatori in divisa feriti ogni anno
Roma, 11 gen 2016 (AdnKronos)- « Nel 2015 circa 6.000 poliziotti sono rimasti feriti e finiti in ospedale nell’adempimento del proprio dovere, ben 15.000 tra tutti gli appartenenti alle forze dell’ordine.
Si tratta di colleghi che spesso agiscono anche liberi dal servizio, come l’ispettore di polizia intervenuto oggi a Roma in zona Appio per salvare una donna e le sue figlie aggredite da due maniaci moldavi. Questa vicenda ha attirato l’attenzione, anche mediatica, unicamente a seguito dei drammatici fatti di Colonia. Ma situazioni del genere avvengono ogni giorno in Italia, soprattutto a danno di donne e anziani. Situazioni in cui spesso a pagare un prezzo alto sono pure gli operatori delle forze dell’ordine ». èquanto si legge in una nota di Gianni Tonelli, segretario generale del sindacato di polizia Sap.
« Il mio collega - dice Tonelli -, per impedire che i due stranieri facessero qualcosa di orribile e indicibile alla mamma e alle sue due figlie, non ci ha pensato un attimo ad intervenire da solo, riportando un trauma cranico, rompendosi il naso e rimediando 40 giorni di prognosi.
I sostenitori del partito dell’antipolizia e degli allergici alle divise, che ha esponenti anche nel mondo della cultura, in Parlamento e tra i media, ci mettono alla gogna sempre, soprattutto se avvengono determinati fatti di cronaca che vengono per altro strumentalizzati » « Si scatenano campagne mediatiche e politiche- conclude il sindacalista - quando c’è da sputare livore e odio contro le donne e gli uomini in divisa, si registra invece silenzio assoluto se in ospedale finiscono poliziotti e carabinieri, 41 ogni giorno tra tutte le forze dell’ordine. La vicenda di Appio rientra tra queste e, ripeto, oggi ne parliamo solo perché ci sono stati i drammatici fatti di Colonia.
Una vergogna! »
Sovrintendenti, è ora di andare a casa!
Abbiamo appreso che i trasferimenti dei Sovrintendenti ci saranno addirittura "entro l’anno"... Caro Dipartimento, ma non avete rotto le scatole abbastanza a questi colleghi?
Le avete rotte ai Sovrintendenti del 25 Corso e in genere ai
perdenti sede, a tutti coloro che aspirano ad essere trasferiti e aspettano da
anni.
Sono finiti lontano dalle proprie famiglie e affetti a causa dell’inerzia
dell’Amministrazione, del vuoto di organico di 25.000 ufficiali di PG,
dell’assenza di corsi e concorsi. La gente è stanca, lo volete capire? Basta
rinvii! Oltre al corso antiterrorismo, volete finalmente mandare a casa i
Sovrintendenti? Grazie
Al via le prove orali del concorso per 1.400 Vice Ispettori
Le prove orali avranno inizio il 25 gennaio prossimo. La lettera estratta e’ la T. La programmazione fino al 26 febbraio 2016 prevede che le prove si svolgano tutti i lunedi’, mercoledi’ e venerdi’ dalle ore 8 a Castro Pretorio.
Come e’ noto, saranno interrogati 40 colleghi al giorno e le
prove orali dureranno tutto il giorno, dunque nel pomeriggio. Al termine
dell’esame si conoscerà subito l’esito della prova, quindi se è stata superata o
meno.
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