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Numero 5 Roma, 8 febbraio 2016
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Lettera al Signor Presidente della Repubblica
Lettera
al Signor Presidente della Repubblica Signor Presidente della Repubblica
Italiana, il dettato iscritto negli articoli 1,2 e 3 della nostra Carta
Costituzionale nonché la legislazione riguardante i diritti dei lavoratori e le
libertà delle organizzazioni sindacali di esprimere il loro pensiero e di
svolgere la loro attività istituzionale, consentono al Sindacato Autonomo di
Polizia di indirizzare alla Sua persona l’appello dei suoi 19.000 aderenti con
il quale chiedono il Suo intervento per il ripristino delle regole democratiche
che presiedono alle libertà fondamentali previste dal nostro ordinamento. Tra
queste libertà figura anche quella di esternare alla cittadinanza la
preoccupazione del Sindacato per tutta una serie di "tagli" alle Forze di
Polizia che hanno debilitato l’intero apparato della Sicurezza Pubblica la cui
operatività è oggi fortemente compromessa.
Questo diritto-dovere alla pubblica denuncia è stato recentemente negato da una inaudita repressione che il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha posto in essere nei confronti del Sindacato Autonomo di Polizia ignorando le sue istanze con sistematica premeditazione.
Questo diritto-dovere è stato calpestato dal Capo della Polizia quando, negando dapprima la verità, ha colpito il dirigente SAP del Commissariato Vescovio con un provvedimento di sospensione dal servizio e una denuncia alla magistratura costruite su falsità evidenti e dimostrabili sol perché si è "osato denunciare l’inadeguatezza dell’armamento ed equipaggiamento in dotazione.
La premeditazione dell’azione repressiva diviene evidente quando il Capo della Polizia colpisce chi le scrive reo di avere indossato in una trasmissione televisiva una "polo" che solo un incompetente poteva identificare quale parte dell’uniforme in dotazione alla Polizia.
Tale violenta repressione delle esercitate libertà costituzionali, nonché le "falsità" contenute negli atti disciplinari che certamente sono il presupposto di quelli giudiziari, non potevano che produrre una formale denuncia nei confronti del Capo della Polizia e del Questore di Roma ed hanno obbligato il ricorso alla legittima forma di pressione dello "sciopero della fame" che sto attuando da 15 giorni.
Una sciopero della fame che va ben oltre le vicende riguardanti il dirigente Sindacale sospeso dal servizio per avere denunciato la "verità" e per una "polo" a cui è stato attribuito un significato che non ha.
Uno sciopero della fame quale necessario e doveroso percorso di mobilitazione per sensibilizzare i cittadini sui gravi danni che una politica non tesa al perseguimento dell’interesse pubblico, come quella attuata dal Governo in tema di sicurezza, sta producendo nelle istituzioni che la devono assicurare.
Signor Presidente. Le donne e gli uomini che tutti i giorni si prodigano per la sicurezza del nostro paese si trovano oggi, più di ieri, in serie difficoltà nello volgere giornalmente la loro professione.
Questa è la verità. Una verità che prima si è tentato di nascondere e che poi, quando è stata portata alla luce, è stata negata con argomentazioni artificiose ove non false.
La mobilitazione mediante lo "sciopero della fame" che è giunto oggi al suo 15° giorno, è una battaglia per la libertà del pensiero e dei diritti costituzionalmente garantiti ai cittadini ed alle organizzazioni sindacali.
Una mobilitazione che va ben oltre il SAP e sulla quale sI addensa la solidarietà espressa da altre organizzazioni sindacali della Polizia di Stato, della Polizia Penitenziaria, del Corpo Forestale dello Stato e dei Vigili del Fuoco.°
Un appello, signor Presidente, che la prego di accogliere anche a nome della Presidenza Nazionale, della Segreteria Generale, dell’Esecutivo Nazionale e del Consiglio Generale del SAP che, oggi riuniti a Rimini, qui si sottoscrivono.
Sento infine il dovere di assicurarLe il costante impegno delle donne e degli uomini del SAP a svolgere, sempre e comunque, il loro compito professionale forti di quella "tensione ideale" che guida le azioni di ogni appartenente alla Polizia di Stato.
La prego di accogliere i miei saluti più deferenti.
Gianni Tonelli
Venerdì 12 Febbraio SAP, COISP e CONSAP affrontano il Viminale
Volantinaggio per un’amministrazione della Pubblica Sicurezza che sia imparziale, trasparente e corretta
Diciamo BASTA:
alle ritorsioni finalizzate a zittire chi ha il coraggio di denunciare la verità di un Dipartimento della Pubblica Sicurezza gestito in maniera individualista, guardando solo alla propria carriera e non nell'interesse della collettività, dei Poliziotti costretti a lavorare con mezzi inadeguati a garantire la loro sicurezza e quella dei cittadini, di Uffici di Polizia che non possono funzionare in maniera efficiente a causa della vergognosa carenza di personale, di equipaggiamenti e di tutele;
ad un Capo della Polizia ed un Ministro dell’Interno che non si preoccupano di assicurare la reale funzionalità dell’apparato sicurezza del Paese mostrando totale indifferenza nei riguardi dei legittimi diritti dei Poliziotti ossia la possibilità di progredire professionalmente, di svolgere servizio con mezzi efficienti e con una formazione adeguata ai molteplici rischiosi impieghi assolti, di avere una remunerazione commisurata ai pericoli e ai doveri della mansione, ma che sono invero impegnati verso obiettivi personali, facilmente individuabili nell'ottenimento di un prestigioso e remunerativo incarico post pensionamento e nelle convenienze politiche legate alle prossime elezioni;
alle promozioni a qualifiche dirigenziali della Polizia di Stato di personaggi che nel proprio percorso professionale non hanno esperienze operative, ma che evidentemente possiedono il solo merito di essere graditi ai capi;
alla gestione disastrosa del personale: concorsi interni bloccati da scandalosi ritardi poi minati da errori grossolani e giudizi incredibili, nonché una politica dei trasferimenti piena di gravi storture che producono la frustrazione delle legittime aspettative dei poliziotti.
Il T.A.R. Lazio dice si alla costituzione Ruolo Direttivo Speciale
Il T.A.R. del Lazio si e’ definitivamente pronunciato sul ricorso proposto dal Cotipol accogliendolo e dichiarando sussistente l'obbligo dell'Amministrazione di provvedere alla costituzione del Ruolo Direttivo Speciale. Siamo felicissimi del risultato ottenuto che finalmente rende giustizia ad un ruolo considerato ingiustamente fino ad oggi di "babbani".
Nel corso degli anni abbiamo dato ampio spazio e visibilita’ a tutte le iniziative del Cotipol anche in occasione della recente manifestazione del 15 Ottobre, garantendo sostegno e supporto. Ricordiamo che anche il SAP ha proposto un’azione giudiziaria contro il Ministero avvalendosi dello studio legale "Di Tonno" di Pescara.
Alla luce della suddetta pronuncia del giudice amministrativo, ci auguriamo che l’Amministrazione si adoperi immediatamente per porre rimedio alla gravissima situazione, senza attendere neces-sariamente che l’ azione da noi proposta passi in giudicato, finendo così per mortificare ulteriormente il Dipartimento colpevole di una ingiustificata inerzia durata 15 anni. Finalmente la giustizia ha fatto il suo corso ribadendo come in uno stato di diritto tutti siano soggetti agli effetti della legge.
Il poliziotto che non mangia più: il SAP in prima pagina su Il Tempo
La battaglia "ghandiana" intrapresa già da 15 giorni dal Segretario Generale Gianni Tonelli, in evidenza sulla prima pagina de Il Tempo.
Epopea trasferimenti
Il Dipartimento della P.S. è letteralmente allo sbando e le prove le fornisce lui stesso, in continuazione.
La tornata di movimenti di Sovrintendenti, per esempio, è stata un concentrato di assurdità difficilmente ripetibile.
Prima l'illusione di provvedere direttamente a Gennaio per soddisfare tutte le domande e poi la decisione di farne solo una parte, l'esclusione di un buon numero di "perdenti sede" in attesa di rientro da 2 anni, l'applicazione di criteri del tutto incoerenti. Sembrava non mancasse niente per scontentare gli incolpevoli colleghi, vittime dell'inefficienza gestionale. Invece ecco arrivare l'ulteriore bastonata col continuo fioccare di differimenti del trasferimento su richiesta degli uffici cedenti. Quindi o non era vero che sono stati mossi solo quelli che avevano il cambio oppure bisogna prendere atto che le decisioni al Dipartimento sono prese col noto sistema "chi si sveglia per primo al mattino decide"!
19° giorno di sciopero della fame, la battaglia continua con più forza e motivazione che mai!
Siamo al 19° giorno di sciopero della fame del Segretario Generale del Sindacato Autonomo di Polizia.
Una protesta dura, debilitante, che non mostra alcun segno di cedimento o di mancanza di determinazione.
Le ragioni che hanno portato a tal estremo atto sono molteplici e rappresentano l'atto finale di una campagna fortissima che il Sap ha intrapreso ormai da tempo non solo contro l'attuale classe dirigente del Paese, responsabile dei continui tagli lineari alla sicurezza, ma anche contro gli attuali vertici del Dipartimento della P.S. interessati soltanto alla propria progressione di carriera.
La devastazione di tale scellerata politica ha comportato effetti nefasti come la cronica mancanza di organico, personale scarsamente addestrato equipaggiamenti obsoleti assolutamente inefficaci a contrastare la crescente minaccia terroristica.
Un Sindacato serio e credibile dovrebbe mostrare pubblicamente tale situazioni ma chi lo fa come il Sap, viene denunciato, intimidito addirittura perseguito, basti pensare a quanto accaduto ad un Dirigente sindacale che nel mese dicembre, su precisa indicazione del Capo della Polizia e con provvedimento del Questore di Roma, è stato sospeso dal servizio e denunciato per aver mostrato durante una trasmissione televisiva del materiale deteriorato ancora in uso agli operatori. Anche lo stesso Segretario Generale Gianni Tonelli è stato oggetto di un provvedimento disciplinare, per aver indossato nel corso di una trasmissione una t shirt "acquistata a libero mercato" che ricordava quella in dotazione al personale di Polizia.
Accuse false, costruite con coscienza e volontà per colpire principi fondanti di questa Repubblica, ovvero la libertà di pensiero ed il diritto di critica, intimidendo con atti gravissimi i poliziotti "padri di famiglia" colpevoli solo di voler interloquire con una società civile fatta di brava gente che ha bisogno e diritto ad un bene irrinunciabile come la sicurezza.
Ecco perchè da due settimane il Sap, dopo aver denunciato per falso il Capo della Polizia ed il Questore di Roma, si trova sotto il Quirinale, per chiedere l'intervento del Capo dello Stato a garanzia di quell’insostituibile diritto di critica con cui l’ordinamento garantisce l’aspetto della libertà di pensiero che più di ogni altro è funzionale alla dialettica democratica e finalizzato a consentire un corretto e consapevole esercizio di quella sovranità popolare sancita dall’art 1 della Costituzione. Lo sciopero della fame prosegue ad oltranza e da lunedì 19 il gazebo del SAP sarà nuovamente per tutta la settimana in piazza Montecitorio.