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Numero 11 Roma, 21 marzo 2016
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Sciopero della fame – Inizia la fase 2
Editoriale del Segretario generale
Oggi è il 61° giorno del mio sciopero della fame e ho già perso
25 chili.
La mia protesta ha ottenuto un risultato straordinario.
Hanno cercato di nascondere le nostre denunce con la censura di palazzo, però
noi abbiamo giocato su un altro canale che è quello della democrazia, dei social
network e del web. Basti pensare che su Facebook abbiamo raggiunto 50 milioni di
bacheche. Abbiamo avuto un’interazione dieci volte superiore a quella media: di
solito è lo 0,3% e noi siamo arrivati al 3%. Abbiamo ricevuto decine di migliaia
di commenti.
Solamente 70 ne abbiamo dovuti cancellare perché offensivi, di cui 50
localizzati in Toscana ed erano dei profili falsi.
Quindi un’interazione universalmente positiva.
Tutti hanno capito che c’è un apparato della sicurezza debilitato e che hanno cercato di reprimere quella che è stata un’azione di democrazia come la nostra.
Tutti hanno compreso ciò ed è questa la mia vittoria.
Inoltre, numerosi colleghi e tanti cittadini mi hanno portato la loro solidarietà. Senza dimenticare la vicinanza del mondo politico.
Non solo il Parlamento si è fermato per discutere del mio sciopero della fame, ma la scorsa settimana anche i Consigli comunali di Arezzo e Venezia hanno approvato all’unanimità, compresi i partiti di maggioranza, mozioni a sostegno della mia battaglia.
La mia protesta è stata estrema. Nessuno mi ha voluto ascoltare perché la classe dirigente di questo Paese è lontana anni luce dalla comunità e dalle sua necessità. Risponde ad altre logiche e non si riesce a capire quali siano: autoreferenzialità, spocchiosità, logiche lobbistiche.
Non mi hanno voluto incontrare perché non volevano prendere
cognizione di quanto volevo dirgli e non volevano assumersi la responsabilità di
prestare attenzione al mio sciopero della fame.
La cosa più grave però è che il Governo non ha messo la sicurezza tra le sue
priorità.
Questo è solo il primo step di una protesta che proseguirà ad oltranza. Già da
numerose settimane sono affiancato da 2 poliziotti che vengono a Roma da varie
parti d’Italia e questo continuerà nei prossimi mesi.
Ogni settimana, infatti, due colleghi giungeranno dalle varie province al gazebo SAP davanti a Montecitorio. Io inizierò il tour in tutto il Paese per parlare con la comunità interna dei poliziotti e spiegare le motivazioni del mio sciopero della fame e fargli prendere ulteriormente consapevolezza delle nostre denunce. Soprattutto voglio interagire con tutti i movimenti e le rappresentanze della società civile che sul territorio vorranno affrontare questo problema con me.
La nazione Italia ha preso consapevolezza che è in atto una debilitazione dell’apparato della sicurezza ed è finalmente chiara la differenza tra chi fa sindacato per i sindacalisti e chi fa sindacato per i poliziotti.
Lo ripeto colleghi: non dovete "foraggiare" quel sistema che tanto vi disgusta, vendendovi per un punto in più sul rapporto informativo, per una domanda di ferie, per una millanteria relativa a un concorso, per il sostegno sulla proposta premiale, per un’ora in più di straordinario, un servizio di ordine pubblico o altre miserie. Bisogna prendere atto della degenerazione che è in atto nel nostro sistema.
Sono fiducioso che insieme riusciremo a portare la "barca" nella giusta rotta.
Le polizie europee chiedono al Governo italiano e al Presidente Mattarella di ascoltare Tonelli.
Le Polizie europee chiedono al Governo italiano e al Presidente della Repubblica di ascoltare il Segretario Generale del SAP Gianni Tonelli, impegnato da 58° giorni in uno sciopero della fame contro la debilitazione dell’apparato della sicurezza, che lo ha portato a perdere 24 chili.
E’ quanto emerso oggi nella conferenza stampa organizzata a Roma dal SAP insieme al Presidente del CESP (Conseil Europe?en des Syndicats de Police), il cipriota Andreas Symeou, al Segretario Generale, l’olandese Geert Priem e a una delegazione composta dai responsabili dei maggiori sindacati di polizia di Albania, Cipro, Francia, Macedonia, Olanda, Portogallo, Romania e Spagna.
"E’ incredibile che in un Paese importante e al centro dell’Europa come l’Italia, le istituzioni non vogliano avere un incontro con Gianni Tonelli – ha sottolineato Symeou – Il CESP, in rappsentanza di 500 mila poliziotti, auspica che si arrivi finalmente a un dialogo con il premier e con il ministro dell’Interno e soprattutto invita il Presidente della Repubblica ad intervenire e a prendere in mano la situazione.
Quanto denunciato dal SAP – ha continuato Symeou - è un problema del Governo italiano che deve farsi carico della sicurezza di tutto il popolo. La polizia non può affrontare il proprio lavoro senza un adeguato equipaggiamento e senza un’adeguata formazione professionale. Proprio per questo rimarrò a Roma fino a lunedì e sono pronto a trovare una mediazione con chiunque voglia discutere di queste problematiche".
Priem ha precisato che "il CESP è vicino alla protesta di Tonelli e continuerà ad appoggiare la sua battaglia.
E’ fondamentale che il Governo italiano inizi un dialogo che fino ad oggi ha rifiutato. La protesta di tutti i sindacati di polizia europei continuerà a fianco del SAP fino a quando non si arriverà ad un confronto. La mancanza di dialogo è incredibile e non è accettabile – ha proseguito Priem – ed è un problema che potrebbe diventare pericoloso anche per la sicurezza di tutta Europa.
Anche io sono pronto a svolgere un’azione di mediazione con i vostri esponenti di governo. Se non otterremo dei risultati, continueremo la nostra azione nelle sedi del Consiglio d’Europa a Strasburgo e a Bruxelles".
Il Segretario Generale del SAP ha concluso evidenziando che "la cosa inaccettabile è stata che quando noi abbiamo denunciato all’opinione pubblica questa situazione e quando il Governo ha riscontrato che poteva diventare pericolosa, soprattutto dopo i fatti di Parigi, allora è iniziata un’attività di repressione politica illecita.
Questa è una cosa grave perché noi siamo i guardiani dei valori democratici e non possiamo subire delle azioni repressive come quelle attuate dai nostri vertici".
Riordino delle carriere, il SAP chiede al Ministero di conoscere costi e fonti di reperimento delle risorse
Di seguito alla nota nr. 1134/29.RM.1.Ton del 18 maggio 2015, avente medesimo oggetto, questa O.S. vuole sottolineare come ad oggi non sia pervenuta presso questa Segreteria Generale alcuna risposta in merito ai quesiti da noi posti. In particolare, a questa O.S. è interessata ad acquisire i dati relativi ai costi e le relative fonti di reperimento delle risorse necessarie all’applicazione del riordino, specificando la quota parte coperta dai previsti tagli interni e quella finanziate con future ulteriori risorse.
Quanto sopra per evitare che per la "terza volta", i soldi destinati primariamente al riordino vengano letteralmente "fregati" per essere destinati ad altra copertura.
Ci risulta infatti che nell’attuale esercizio economico finanziario le risorse allocate a tal fine siano state completamente assorbite per altre finalità, ( solo 13 milioni accantonati nel 2011,2012,2013 e 119 milioni rispettivamente nel 2014 e nel 2015) per un totale di circa 250 milioni. Appare del tutto evidente quindi che il "portafoglio possa considerarsi vuoto" e se si pensa ad un riordino al "ribasso o a costo zero" il SAP non lo potrà mai accettare. Abbiamo chiesto inoltre quali saranno i benefici del riordino e come questi si potranno rapportare ai beneficiari, ovvero sapere se i 119 milioni di euro previsti per il 2016 verranno destinati interamente al riordino o verranno impiegati, per ripianare i vuoti creati dalle continue mancanze del Dipartimento negli ultimi anni, quest’ultima eventualità sarebbe del tutto inaccettabile per questa O.S. Ad oggi la posizione di questa O.S., come più volte espresso con forza al Dipartimento rimane quella di preparare bene il terreno alla possibilità di un riordino, ripianando immediatamente i vuoti di organico, poichè mancano ancora 25000 sottoufficiali(10.000 Sovrintendenti e 15000 Ispettori) e non si è data ancora attuazione al ruolo Direttivo Speciale, per il quale ci piacerebbe sapere quanto questo governo sia disposto a spalmare in più rispetto a quanto speso per realizzare il riordino del 2000.
L’Attuazione di questi provvedimenti sarebbe il primo vero riordino, diversamente si tratterebbe dell’ennesima falsa illusione, per non dire una " sanatoria riuscita male".
Il SAP – in considerazione dell’importanza della materia – ha sin da subito chiesto che sulla questione si operi con la massima trasparenza e che i lavori del tavolo siano di volta in volta resi pubblici così da non far sorgere false speranze a tutto il personale.
Concorso 1400 posti da Vice Ispettore, il SAP scrive al Capo della Polizia
OGGETTO: Concorso 1400 posti da Vice Ispettore - Richiesta urgente. Seguito istanze non idonei alla prova scritta.
Egregio Prefetto Pansa, il concorso interno da Vice Ispettore della Polizia di Stato era atteso da quasi quindici anni oltre che per assolvere alle esigenze di funzionalità dell’Amministrazione anche per accogliere le legittime aspettative di avanzamento di carriera del personale, dei tanti poliziotti che ogni giorno danno il loro contributo per assicurare la sicurezza del nostro Paese e che oggi chiedono risposte.
Non è accettabile che i numerosi colleghi risultati non idonei alla prova scritta del concorso siano così bistrattati anche quando, dopo il difficilissimo accesso agli atti, hanno scoperto le carte e le hanno messe sul tavolo. Ora necessitano risposte.
E’ inutile riproporre qui quale abominio del diritto sia
stato perpetrato, già lo conoscete.
Noi le carte le abbiamo analizzate e ciò ci porta a condividere quanto è stato
rappresentato da tanti degli esclusi. Gli elaborati di quest’ultimi non possono
essere considerati assolutamente inferiori a quelli di coloro che hanno superato
la prova scritta.
Mai si era assistito ad una tale legittima manifestazione di dissenso, sfociata finanche nella costituzione di un’associazione denominata "Tutela e Trasparenza".
Proprio la trasparenza, quella osannata anche sul sito di Doppia Vela, come si può ammirare nell’immagine a lato.
E’
un bene che venga ricordato cosa si intende per principio di trasparenza e che
quanto affermato sia legge dello Stato, pertanto se l’obiettivo della norma è
quello di favorire un controllo da parte del cittadino sull’operato delle
istituzioni, sicuramente tale diritto vale anche per gli appartenenti alla
Polizia di Stato.
Preme sottolineare, come hanno giustamente ricordato anche a noi, i colleghi che si riconoscono in "Tutela & Trasparenza", nella loro riunione tenutasi a Milano il 7 marzo u.s., che l’agere publicum deve assicurare il rispetto dei principi costituzionali del buon andamento e dell’imparzialità dell’amministrazione, sanciti dall’art 97 della Carta Fondamentale.
Non è più il tempo di far finta di niente, è indispensabile che vengano date rapidamente delle risposte, altrimenti inutile parlare di buon andamento, giustizia e imparzialità. Il pastrocchio lo avete fatto Voi e a Voi spetta rimediare.
Certamente ora è più semplice e comodo attendere che gli obblighi vi derivino dall’esterno, probabilmente dall’Autorità Giudiziaria, ma con le macroscopiche anomalie emerse ciò sarebbe un comportamento da vigliacchi e comunque non in linea con il principio costituzionale del buon andamento.
L’imparzialità cui auspichiamo facciate riferimento nel Vostro operare consiglierebbe di rivedere, come vi hanno richiesto i colleghi, tutti i temi che avete giudicato non idonei e rivalutarli, usando come linea di demarcazione quella che avete tracciato con i temi dei candidati da Voi ritenuti idonei.
Giova ricordare che un allargamento dei posti previsti dall’attuale bando avrebbe costi veramente esigui e neanche lontanamente paragonabili con quelli abnormi che si dovranno invece affrontare con il concorso esterno, pertanto l’individuazione delle eventuali risorse appare vincolata solo ad un atto espressione di volontà politica e amministrativa.
Distinti saluti.
IL SEGRETARIO GENERALE
- Gianni TONELLI -
Il Sindaco di Monzuno percorre 500 km a piedi per portare solidarietà a Tonelli
Marco Mastacchi, primo cittadino di Monzuno in provincia di
Bologna, ha impiegato dodici giorni per percorrere a piedi i 500 chilometri che
collegano il suo comune nell’Appennino bolognese con Roma. Martedì 15 marzo si è
recato infatti presso il gazebo del SAP davanti a Montecitorio, per portare
solidarietà e vicinanza al nostro Segretario Generale Gianni Tonelli, impegnato
dal 21 gennaio in uno sciopero della fame contro la debilitazione dell’apparato
della sicurezza.
Mastacchi ha intrapreso questa forte iniziativa con grande sacrificio personale,
poiché desiderava incontrare il premier Matteo Renzi in quanto intenzionato a
rappresentargli le problematiche derivanti dai tagli operati ai piccoli comuni.
Impossibilitato ad ottenere la giusta attenzione dall’Esecutivo attraverso i canali tradizionali, anche il Sindaco di Monzuno è stato costretto a un gesto che dimostrasse il bisogno di essere ascoltato per spiegare i problemi e le esigenze della comunità da lui amministrata. Purtroppo, il presidente del Consiglio ha ritenuto di delegare l’incarico ad un contabile di palazzo.
L’abbraccio tra Tonelli e Mastacchi è stato denso di significato. Entrambi sono infatti accomunati dall’amore e dalla dedizione al proprio lavoro, dal rispetto per le persone che sono chiamati a rappresentare e soprattutto dall’alta considerazione delle Istituzioni e dai valori posti al loro fondamento.
Tonelli e Mastacchi, però, sono dovuti ricorrere a manifestazioni eclatanti perché venisse data la massima attenzione alle tematiche che interessano la collettività che sono chiamati a rappresentare. E hanno constatato amaramente che l’attuale classe dirigente è sempre più lontana dai problemi reali delle persone e rifiuta il confronto con chi è portatore di interessi, anche se in dissenso con le scelte dell’Esecutivo.