Numero 13

Roma, 4 aprile 2016

 

Tour in tutta Italia: si vedono i primi risultati

Editoriale del Segretario Generale

Carissimi colleghi, oggi lunedì 4 aprile siamo arrivati al 61°+14 giorni di sciopero della fame dei poliziotti del SAP. Siamo nella fase 2 della nostra battaglia.

Questa settimana ho proseguito il tour che intendo fare in tutta Italia. Sono stato a Udine, Gorizia e Trieste per incontrare i cittadini e i poliziotti e spiegare loro che l’apparato della sicurezza ha subito dei fortissimi tagli.

Ho trovato un’ulteriore conferma: abbiamo bucato la cappa della censura di Palazzo e di regime. Con lo strumento dei social siamo arrivati alla gente.

Tra l’altro non avevamo fatto comunicati stampa. Le persone sono venute proprio perché si è creato una sorta di "porta a porta" su Facebook.

Mi hanno stretto la mano e mi hanno ringraziato. E soprattutto mi hanno dimostrato la vicinanza alla nostra battaglia. Vicinanza al problema che loro patiscono tutti i giorni, dovuto alla debilitazione dell’apparato della sicurezza.

Sono state tantissime anche le rappresentanze politiche che sono venute a portarmi la loro solidarietà. Tra l’altro mercoledì scorso anche il Consiglio provinciale di Catanzaro ha approvato all’unanimità un ordine del giorno per esprimere sostegno alla mia protesta, così come avevano fatto in precedenza i Consigli comunali di Genova, Catania, Arezzo e Venezia.

Il mio sciopero della fame, durato 61 giorni, è stato un grande sacrificio. Questo vale anche per il collega Mauro Di Ceglie, che è arrivato al 13° giorno di astensione dal cibo. Gli sono vicino e lo ringrazio per questo gesto, come ringrazio anche tutti gli altri poliziotti che in questi mesi hanno raccolto il mio testimone.

La scorsa settimana è stata la volta di Alessandro Caporale, delegato SAP di Milano e di Carlo Pasquale Morleo, delegato SAP di Novara.

La cosa importante è che grazie al sacrificio dello sciopero della fame riusciremo ad attenzionare questo problema all’opinione pubblica e a farlo conoscere ancora di più.
Questa sarà la nostra carta vincente perché intendiamo contestare dei tagli assurdi.

Scusate cari colleghi, al di la di indegni atteggiamenti consortieri e conniventi, mancano i soldi per la formazione. Basti pensare che non si può pensare di sconfiggere il terrorismo con un corso di 3 slide davanti cl computer. Mancano le basi per addestrare il personale. I giubbotti antiproiettile sono scaduti, i nostri uffici sono luridi, non ci sono volanti a sufficienza. Non ci sono i soldi per un riordino delle carriere. Vanno prima ripianati obbligatoriamente gli organici. Ad oggi mancano ancora 20 mila ufficiali di Polizia Giudiziaria e non è stata data attuazione al Ruolo Speciale. Inaccettabile è inoltre la proposta paventata da alcuni, di destinare gli 80 euro
una tantum al riordino della carriere. Per l’ennesima volta si vuole propinare un giochino contabile per spostare questi 80 euro da una tasca a un’altra.

Oggi li chiamano una tantum, domani riordino delle carriere. Ma sempre questi sono.
È una situazione che deve mutare per forza di cose. La sicurezza non può essere declassata ma va riportata alla primaria attenzione dell’attività di governo.

Lo ripeto ancora una volta: bisogna trovare i soldi per i giubbotti antiproiettile, i caschi, le divise, le armi, la formazione solo per citare alcuni capitoli di spesa.
Non si può fare propaganda con la sicurezza. Questo è inaccettabile.

In Europa si investe in sicurezza, in Italia si taglia

Mentre gli altri Paesi europei stanno investendo sull’apparato della sicurezza, in Italia si continua con una politica dei tagli lineari a questo settore. Ecco alcuni passaggi che vi fanno capire il senso del nostro ragionamento.

Non possiamo, anche se la consorteria si è prestata a questo, tentare di spacciare quelle che sono partite di giro al ribasso tra tasche come investimenti sulla sicurezza.
Non si può dire che il tetto salariale ha portato a un investimento perché da una parte abbiamo dato 10 e dall’altra abbiamo rubato 15.

Come non possono essere spacciate per investimenti sulla sicurezza, i soldi che sono stati spesi per l’emergenza sbarchi, per l’Expo o per il Giubileo perché
sono soldi che sono andati in logistica. Ossia per la gestione dei mezzi, per i viaggi, per i ristoranti, gli alberghi e per quant’altro è servito, compreso qualche trattamento
economico come lo straordinario o altro.

Si tratta comunque di soldi che non sono andati a potenziare il nostro apparato. Non è stato arruolato un solo uomo in più. Come sapete il turn over è al 55%: ne perdiamo 100 e ne assumiamo solo 55. Non è stata fatta un’ora di formazione in più. Non sono stati acquistati giubbotti antiproiettile nuovi.

Tutti questi soldi non sono quindi investimenti per l’apparato della sicurezza.
Gli altri Paesi europei hanno investito in modo pesante sulle Forze dell’Ordine, nonostante in passato non abbiano patito tagli. In Francia, subito dopo l’attentato di Charlie Hebdo di un anno fa, sono stati stanziati 500 milioni di euro per la sicurezza e sono stati assunti 2.000 uomini nelle Forze dell’Ordine. Inoltre, Parigi ha previsto una spesa supplementare di 600 milioni di euro nel 2016 in seguito agli attacchi terroristici dello scorso 13 novembre e il Belgio ha sbloccato 400 milioni di euro. Allo stesso modo in Germania, come riportato dal quotidiano Italia Oggi, i poliziotti riceveranno 437 milioni di euro, mentre il ministero
della Difesa avrà a disposizione 2 miliardi e 234 milioni.

In Italia invece, il settore della sicurezza è ormai al collasso e non è stato potenziato. Mancano 45 mila uomini nelle Forze dell’Ordine, di cui 18 mila nella Polizia di Stato.

Così come è stato fatto per il mega aereo di Renzi e per la portavoce di Alfano, si devono trovare i soldi per i giubbotti antiproiettile, i caschi, le divise, le armi, la formazione solo per citare alcuni capitoli di spesa. Non si può fare propaganda con la sicurezza. Il ministro Alfano non può dire che si è fatto qualcosa per combattere il terrorismo e affermare che 65 mila uomini hanno svolto un corso specifico quando in realtà si tratta di 3 slide davanti al computer.

O ancora, il Dipartimento non può autocertificare una ultra idoneità dei giubbotti antiproiettile che in realtà sono scaduti il 31 dicembre 2015.

Questo è inaccettabile.

Ma quale Polizia hai visto?

Dopo i recenti attacchi terroristici di Bruxelles, il tema della sicurezza diventa ancora più importante ed urgente per i Governi dei Paesi europei. Non si può pensare di sconfiggere
questo fenomeno con un corso di 3 slide davanti al computer. La verità è che i nostri poliziotti non sono protetti ed armati a sufficienza e non possono combattere ad armi pari contro i terroristi.
Bisogna lavorare sulla sicurezza reale e non su quella percepita. Non si possono raccontare bugie come ha fatto recentemente in una trasmissione televisiva un rappresentante della
consorteria, il quale ha affermato che il nostro Paese ha sconfitto il terrorismo interno, che le nostre armi sono efficienti e che per combattere questo fenomeno c’è bisogno
dell’intelligence.
Innanzitutto vorremmo sapere: qual è la Polizia che ha visto? Ha fatto forse una visita alla colonia marziana della Polizia di Stato? Ha parlato di armi che sono efficienti quando
lo stesso Dipartimento in un’intervista a Repubblica e poi anche sulla rivista Armi e Tiro, dice che la nostra M12 non è idonea per il servizio in città. Ha parlato del fatto
che siamo addestrati. Con 10 slide che si esauriscono in 2 ore, possiamo dire che siamo stati addestrati al terrorismo?

L’intelligence è fondamentale, ma una volta che ti sei preso la malattia devi in qualche modo affrontarla. Cosa facevano i colleghi dopo Charlie Hebdo? Chiamavano l’intelligence?
Non si può pensare che il filtro dell’intelligence possa arrivare dappertutto perché è una stupidaggine.
In realtà i nostri giubbotti antiproiettile sono scaduti. I caschi sono marci. Nonostante i giubbotti siano scaduti, il Dipartimento gli ha voluto dare un’ulteriore validità
in maniera autoreferenziale. Ma di cosa stiamo parlando?

A noi sembra che questo rappresentante della consorteria abbia visto un altro film. I casi sono 2: o ha visto un’altra Polizia oppure ha detto qualcosa che non corrisponde
a verità.Ora, ai colleghi facciamo questa proposta: guardate il filmato che abbiamo postato su Facebook. Se abbiamo detto delle bugie vi invitiamo a censurarlo, se l’ha detto qualcun altro vi invitiamo a essere consequenziali e coerenti perché noi non possiamo avallare determinate cose. I colleghi rischiano la pelle, le famiglie non sono tranquille e serene, la comunità non è protetta e difesa come invece merita di essere. Queste cose sono importanti.C’è qualcuno che non fa il suo mestiere.

Ecco il link dove è possibile vedere il filmato: http://www.sap-nazionale.org/video-blog-sciopero-della-fame.php (30 marzo)

Guarda il filmato

Pistoia: firmato il contratto di locazione della nuova sede di Questura e Polstrada

Giovedì 31 marzo è stato firmato in Prefettura a Pistoia il contratto di locazione delle nuove sedi della Questura e della Polizia Stradale. All’evento erano presenti
le più importanti autorità locali e le organizzazioni dei sindacati di Polizia. Per il SAP, data l’importanza dell’occasione, ha partecipato anche il Presidente Nazionale Stefano Paoloni,
giunto in città appositamente da Roma.

" Una firma tanto attesa, storica – ha evidenziato Andrea Carobbi Corso, Segretario Provinciale del SAP - a cui si è arrivati dopo lunghi anni di lungaggini burocratiche,
ostacoli, resistenze ingiustificate che, ormai, sono state tutte superate dall’impegno profuso da coloro che in questi anni hanno lottato, è proprio il caso di dire, come questa
organizzazione sindacale, affinché la città di Pistoia avesse un Polo della Sicurezza. Si tratta di un riferimento per l’intera collettività pistoiese che finalmente godrà di una
struttura nuova e all’avanguardia che consentirà di avere notevoli benefici sui servizi al cittadino".
Carobbi Corso ha spiegato che "l’impegno del SAP e quello di chi ci ha sostenuto e appoggiato, ha permesso di raggiungere questo straordinario traguardo.
Ma soprattutto, questa firma rappresenta una vittoria per tutti i poliziotti pistoiesi, da anni costretti a lavorare in condizioni precarie, insicure, insalubri, che hanno
evidenziato ancora di più lo spirito di sacrificio di chi ogni giorno si fa in quattro per garantire la sicurezza della collettività."