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Numero 18 Roma, 9 maggio 2016
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Tanto da lavorare
Inutile spiegare quanto risulti importante il cambio al vertice della Polizia con la nomina del Prefetto Gabrielli, un avvicendamento atteso e salutare, dal quale tutti, non solo il SAP, si attendono molto. Siamo moderatamente fiduciosi, ma non è certo possibile esprimere ora un vero e proprio giudizio e nemmeno sarebbe giusto farlo poiché devono essere i fatti a parlare, mentre per adesso sul piatto ci sono solo le aspettative e gli auspici. Positivi e favorevoli, indubbiamente, ma pur sempre da riscontrare. Per quanto ci riguarda non potremo che formare le nostre valutazioni in relazione agli obiettivi individuati nell’ultimo congresso nazionale, quello da cui è nato il SAP 2.0. Va detto che il lavoro da fare per il nuovo Capo è tanto e duro, oserei dire titanico: qui c’è da realizzare una vera e propria rivoluzione culturale che consenta di rivoltare letteralmente la Polizia. E non sarà cucendo un pezza qua là che si risolveranno i problemi, ma servirà necessariamente recuperare i principi di buon andamento e imparzialità indicati dall’art. 97 della Carta Costituzionale. Ce n’è bisogno nella gestione del personale, nel sistema dei trasferimenti, dei concorsi e soprattutto in quello dei percorsi di carriera, basato oggi unicamente sul libero arbitrio, su questioni di "cordata" e di "telefonata". Si tratta di cose percepite dal personale in maniera estremamente negativa e che ne hanno provocato un profondo senso di sfiducia. La lista dei problemi è lunga: la sicurezza operativa, le regole d’ingaggio, il taglio dei presidi, la scarsità di dotazioni, la formazione e l’aggiornamento, la lotta al "partito dell’antipolizia e degli allergici alla divisa", e tanti tanti altri. Emblematica la questione della sicurezza sui luoghi di lavoro, sulla quale non è stato mosso un passo in avanti dal 1994, ossia dalla promulgazione delle norme ad oggi. Insomma, se il Prefetto Gabrielli vorrà mettere mano a tutti questi bubboni che attendono di essere curati saremo certamente al suo fianco, ma se ci toccherà invece constatare, come in passato che, questi buoni principi saranno finiti sotto i piedi per non dire nella "turca", manterremo una linea di coerenza: i nostri obiettivi sono chiari a tutti, sia alla comunità interna che ci guarda con crescente favore, sia il mondo "consortiero" che ci ha riservato una sconsiderata avversione. Ribadisco, se la nuova gestione del Dipartimento individuerà le nostre stesse priorità siamo pronti a remare nella medesima direzione continuando a lavorare per il bene dei poliziotti e della sicurezza del Paese. È ciò che ci auguriamo
Agente/Assistente, stai a cuccia!
L’unificazione
del ruolo Agenti/Assistenti con quello dei Sovrintendenti proprio non piace alla
direzione del Dipartimento e su questo non ci sono dubbi. Nella bozza -
inguardabile, ripetiamo per l’ennesima volta - consegnata ai rappresentanti dei
poliziotti, anzi semplicemente notificata vista l’asserita decisione di non
trattare alcun cambiamento sostanziale con i medesimi, non c’è traccia di quella
progressione diretta da agente a Sovrintendente Capo da lungo invocata per
qualificare l’impianto della generale Polizia. Non a caso questo era un punto
nodale del progetto di legge infaustamente naufragato nel 2006. L’idea sottesa a
questa innovazione è quella di un percorso diretto e cadenzato fino ad una
qualifica che, pur rimanendo nell’ambito delle mansioni esecutive, dia dignità
professionale ed economica ad operatori che utilizzano nel proprio servizio
livelli di responsabilità e margini di discrezionalità nient’affatto
irrilevanti. Un capo pattuglia è un elemento che ha esperienza, competenze ed
importanza che sono degne di essere riconosciute nel giusto modo arrivando, in
assenza di gravi demeriti, appena prima della posizione di Ispettore. Nel
progetto del SAP infatti c’è l’introduzione del diploma come titolo di studio
nel bando di arruolamento da agente e la conseguente collocazione del ruolo di
base nella carriera di concetto. Del resto questo succede già da tempo, per
esempio, nella Polizia Locale, dove gli agenti sono inquadrati nel livello
retributivo "C", assieme a geometri, ragionieri ecc.., al di sotto solo del
personale laureato del livello "D". Ora, non che per forza ci dobbiamo sentire
migliori di quelli che un tempo si chiamavano Vigili Urbani, ma certamente non
peggiori! Al Dipartimento però non interessa valutare tale incongruenza
frustrante per il personale ed indecorosa per l’intera organizzazione,
preferendo rincorrere improbabili e poco credibili obiettivi di miglioramento
attraverso interventi di tutt’altro tipo. Anche se risulta difficile, per non
dire impossibile, negare che il maggior beneficio in senso generale non si possa
che ottenere migliorando e professionalizzando la parte più numerosa della
struttura. Sostenere il contrario è una furbata che non arriva lontano,
quantomeno non convince il SAP e nemmeno la comunità dei poliziotti. La verità è
forse che la scelta di bloccare e svilire la fascia di base è gradita ai corpi
militari, soggetti con i quali il Ministero cerca un accordo senza sostenere con
forza adeguata le proprie esigenze. Poco importa se da qui in avanti avremo la
maggior parte dei nostri colleghi che si ritroveranno ad andare in pensione con
scarse soddisfazioni sul piano lavorativo e un pessimo assegno per la vecchiaia.
Al SAP importa eccome.
CUD errato anche quest’anno
I più previdenti fra i nostri colleghi, ricordando il pasticcio dello scorso anno, quando il CUD ci è stato spedito due volte, si sono presi la briga di ricontrollare sul proprio profilo NOIPA riscontrando che pure stavolta vi è stato il secondo invio della Certificazione Unica: l’ultima pubblicazione dovrebbe essere datata 12 aprile 2016. Perciò tutti coloro che si apprestano a consegnare la documentazione al CAF per provvedere all’annuale dichiarazione dei redditi devono verificare di possedere la versione corretta: se nella seconda pagina di detta certificazione al paragrafo "DESCRIZIONI ANNOTAZIONI" è posta la dicitura "sostituisce il CUD precedente" si tratta certamente della copia buona. Resta avvilente constatare che per quanto la gestione sia stata ammodernata e resa più semplice per il Ministero - ora non ci consegnano nulla, ci scarichiamo e stampiamo tutto da soli - l’efficienza non è affatto migliorata. Già è difficile capire perché persista questa imprecisione nella redazione del CU, ma il fatto poi che del disguido non venga data comunicazione è imperdonabile. Proprio non si capisce quale possa essere il motivo per cui si decide di non avvertire il personale dell’inghippo. A causa di questa inerzia più di qualcuno dovrà integrare la documentazione inoltrata al centro di assistenza fiscale, ma probabilmente la cosa non è ritenuta importante... Si accettano scommesse per il prossimo anno: sbaglieranno di nuovo? E faranno sempre finta che non sia successo nulla?
Rientro in sede per i 1400 Vice Ispettori
Siamo
ancora una volta spettatori di come le gravissime negligenze di questa
Amministrazione, ricadano in maniera ingiustamente punitiva sui colleghi che,
volendo migliorare la propria posizione professionale all’interno della Polizia
di Stato, abbiano scelto di partecipare ad un concorso e che si vedono negare la
possibilità di far ritorno a casa. E’ assolutamente inaccettabile che poliziotti
con 20 o 30 anni di servizio, con famiglia, dopo aver ricevuto l’agognato e
meritato grado sulla spallina vengano assegnati a sedi di servizio distanti
anche 1200 km da casa, vedendo così preclusa la possibilità di vivere una serena
vita familiare o di poter assistere i propri genitori anziani. L’Amministrazione
ancora una volta ha finto di dimenticarsi, nascondendosi dietro paventate
esigenze di servizio di operatività e di funzionalità, concetti che fino a poco
tempo fa non rivestivano alcun significato e che hanno costretto tutti gli
uffici ad operare con un pesantissimo deficit di sottoufficiali per molti anni e
che oggi riemergono per giustificare insensate quanto dannose scelte di
dislocamento logistico del personale. Tutto ciò conferma come il malessere e la
disaffezione crescente di tutto il personale della Polizia di Stato abbia un
fondamento concreto, probabilmente voluto, frutto di una sciagurata politica
Ministeriale avversa alle qualifiche più basse, fatta di atti punitivi e di
campagne repressive. Alla luce di ciò, il SAP si vedrà costretto a prendere
formalmente posizione contro tale condotta del Ministero al fine di attuare
tutte le iniziative adeguate per migliorare la situazione del ruolo Ispettori
che oramai da troppo tempo si vede mortificato,e non dimentichiamo, a tal
proposito, l’istituzione del più volte menzionato ruolo direttivo speciale, che
attende di essere reso operativo addirittura dal 2000.
H2SO4 A proposito di
falso ...
Siamo stati notiziati che il personale aggregato temporaneamente a Roma, per le esigenze del Giubileo, da varie sedi periferiche e, come trattamento economico percepente l’indennità di ordine pubblico, viene impegnato, per converso, in servizi di volante con compiti di capo pattuglia. Vorremmo segnalare alla sezione persecutori dei colleghi della Questura l’ipotesi di falso, in carico a chi ha disposto i servizi, da verificare per la relativa informativa all’A.G.. Siccome abbiamo riscontrato particolare solerzia nel perseguire e perseguitare gli autori del reato di verità, chissà se interverranno anche in questo caso. Sig, Questore, sig. Dirigente della DIGOS, cosa ne pensate?
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