Numero 20

Roma, 23 maggio 2016

 

A non più rivederci?

Prefetto Pansa, per quanto mi sforzi non riesco a non essere contento della sua uscita dalle funzioni di Capo della Polizia. La mia non è una avversità personale e lo dimostra il fatto che più volte ho tentato, nell’interesse collettivo, di appianare o mitigare la conflittualità ma "non se ne è fatto nulla" perché a lei servivano solo dei servi e il SAP, per converso, è fatto di uomini. Anche la sua lettera alla comunità interna alla Polizia dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, che le nostre posizioni erano giuste e giustificate. Sembra quasi volesse raccontare una favola. Purtroppo, Prefetto Pansa, i poliziotti non sono più bambini che credono nell’Isola che non c’è e immaginano di volare con Peter Pan. Lei descrive una realtà surreale che non corrisponde ai parametri di vita che i poliziotti riscontrano quotidianamente. Il benessere e la serenità degli uomini e delle donne delle Forze dell’Ordine non sono state una priorità nè per lei nè per il Governo. Ma partiamo dal principio. Ha affermato che tre anni fa, quando si è insediato come nuovo Capo della Polizia, l’Italia stava attraversando un momento differente e difficile a causa dell’aspra crisi economica. Ma che cosa è cambiato oggi? La situazione a livello economico è cambiata? Forse, e dico forse, partendo dall’ultimo rilevamento Istat - ripreso dai principali quotidiani nazionali - dove si legge che il tasso di disoccupazione è calato del 13%, mi sono perso un passaggio ed è forse aumentata? Il tessuto economico è forse migliorato, oppure quello che cerca di fare, Prefetto, è di dare una descrizione della realtà che non esiste, magari per meri motivi di riconoscenza politica? Scusi Prefetto Pansa, quale recupero sulle dinamiche salariali c’è stato? Forse lo sbandierato sblocco del tetto salariale? Quello che ci ha dato 10 da una parte e rubato 15 dall’altra? Forse Lei non si è accorto o fa finta di non accorgersi dei 251 milioni che erano stai accantonati per il riordino delle carriere e che per contro ci sono stati sottratti? Forse Lei non si è reso conto dei 50 milioni sottratti alla mutualità interna finanziata dai poliziotti, con la trattenuta dello 0,35% sulle nostre buste paga? Forse non si è reso conto del trattamento pensionistico tagliato con danno enorme per chi era entrato prima del 1980 in Polizia? Forse Lei non si è accorto che l’indennità di vacanza contrattuale fu bloccata al tasso inflattivo sfavorevole del 2014 che ci penalizza, come ci ha penalizzato il calo del 20% sulla produttività e altro? Forse non ha ben compreso che anzichè stipulare un contratto di lavoro, come disposta dalla Corte Costituzionale, sono stati dati 80 euro una tantum di lavoro nero legalizzato? Prefetto Pansa,si è mai chiesto perché istituzionalmente anche noi perseguiamo il lavoro nero? Perché non ha un fine previdenziale sulla liquidazione, sulle pensioni e non contribuisce alle necessità pubbliche con la tassazione. Con un contratto normale avremmo ricevuto un aumento medio di 20/25 euro netti. E questo significa un salto in avanti? Solamente perché politicamente un contratto da 25 euro era politicamente un boomerang? Lei parla di successi ottenuti e di aver riscosso risultati eccellenti contro la minaccia terroristica. Di quale risultato encomiabile sta parlando in termini di risposta al terrorismo? Forse si riferisce all’egregia risposta avuta dai 65 mila poliziotti che hanno frequentato, come è stato sbandierato in televisione e in tutte le sedi da Lei e dal Ministro Alfano, un corso antiterrorismo con "4" slide vergognose ... Si diventa forse chirurghi con un corso con "4" slide presentate in incorso di 3 ore? Corso di formazione in cui viene indicato agli operatori che se si vuole colpire un bersaglio si deve collocare sulla linea di tiro dell’arma il bersaglio o se si è in due operatori a dover sparare contestualmente su un malvivente non bisogna mettersi uno di fronte all’altro per evitare di spararsi addosso? E’ forse grazie a questo, che, potremmo sconfiggere il terrorismo? Sono forse i GAP scaduti e comunque inidonei o i caschi marci o le pistole mitragliatrici mai revisionate, tutte del ‘77, ‘78 e ‘79, che potranno salvarci dalle sempre più pressanti minacce dei terroristi e dalla criminalità organizzata e comune? Prefetto Pansa, Lei continua affermando che il 2015 è stato l’anno in cui si è registrato il più basso tasso di criminosità degli ultimi dieci anni. Avrei molto da ridere sul fatto che la criminalità sia calata, a riprova di ciò vi è la mancata percezione dei nostri cittadini. Infatti, sempre dai rilevamenti Istat, risulta che la prima preoccupazione dei nostri concittadini, è dovuta proprio ai problemi legati alla sicurezza, prima ancora che degli effetti nefasti della crisi economica. Forse la gente - per questo la invito ad andare a parlare con i cittadini per strada - non denuncia più, perché non ha fiducia alcuna in questo Stato, visto che ogni giorno prende atto del fatto che le persone arrestate dagli uomini in divisa il giorno dopo vengono liberate … Figuriamoci se perdono tempo ad andare a denunciare il furto di una cassetta per la posta o una bicicletta. Per quanto riguarda le manifestazioni, sono forse calati gli scontri perché lo Stato è arretrato e perché si lascia fare come si vuole ai mascalzoni nelle piazze, come è successo a Milano, all’inaugurazione dell’Expo? L’imperativo categorico è lasciate fare ... Ma per favore! Quasi al termine della sua lettera, per fortuna, Dio ce ne scampi da ulteriori e prolungati sproloqui, parla di aver lasciato in eredità uno Stato di Polizia in forte ripresa in termini di efficacia ed efficienza … Mi scusi ma se la situazione non fosse tragica ci verrebbe spontaneamente da ridere. Ma di quale efficienza e di quale efficacia d’azione sta parlando? Quella di 4.000 uomini in meno di quando ha iniziato a guidarla? Ogni anno in Polizia vanno in pensione 2.500 persone e, come avvenuto due anni fa, ne sono entrate solo 1377. La gran parte dei "nuovi" sono stati inviati agli RPC, perché oramai le questure hanno perduto ogni capacità elastica di affrontare la seppur minima emergenza. Si potrebbe parlare anche, inoltre, del suo progetto di chiudere 267 uffici di Polizia, bloccato e poi ripresentato l’anno successivo e nuovamente ribloccato causa della nostra seconda campagna contro la chiusura e i tagli ai presidi di Polizia? Ciò per Lei significa razionalizzazione? Io credo che non si possa parlare di una Polizia efficiente. Non si taglia una gamba per irrorare meglio il resto del corpo se c’è mancanza di sangue, di energia, di soldi. I soldi in più non sono quelli stanziati per l’emergenza sbarchi neppure per l’Expo o il Giubileo. Se facciamo un consuntivo reale di spesa e non di farloccherie di bilancio, la realtà che ci apparirà sarà ben diversa da quella che pretenderebbe di venderci. Vogliamo, poi parlare del atteggiamento della sua gestione nei confronti del partito dell’Antipolizia, delle,naufragare regole d’ingaggio, dei numeretti o di altro? Potrei continuare all’infinito oggettivando l’infondatezza della sua rosea e paradisiaca visione gestionale, ma non si deve preoccupare: queste sono solo le parole di un "CRETINO". E quindi hanno il peso che hanno. Dalla formazione degli organici a qualsiasi altro problema, sono i poliziotti "CRETINI" ad affrontare il quotidiano. Sono i "CRETINI" a vivere ogni giorno la carenza di mezzi, il mancato riconoscimento economico e il mancato sostegno per le loro azioni. Le ricorda nulla il triste episodio del "CRETINO" allorquando fu proprio lei a definire tale un operatore di Polizia? Chiudo con una precisazione importante: quando un dipendente padre di famiglia con una bimba di 6 anni, è andato in televisione (il 24 novembre a Ballarò) per far vedere i caschi marci, i giubbetti anti proiettile in scadenza, gli M12 del 1978 mai revisionati, le auto logore, la mancanza di formazione sul tiro dinamico e quant’altro, HA DETTO SOLAMENTE LA VERITÀ! Per contro, non risponde, a verità quanto da Lei affermato nel decreto di sospensione dal servizio, ossia: "il dipendente deliberatamente prelevava materiale di vecchio tipo non più in uso al personale di Polizia di Stato per poi mostrarlo al giornalista." Quel materiale, era in uso ed è stato addirittura utilizzato nuovamente dal Commissariato Vescovio ed è lo stesso in dotazione in tutta Italia. Questa è una verità inconfutabile, incontrovertibile, che può essere testimoniata da tutti i poliziotti che giudicheranno anche la sua lettera. Tre dipendenti sono stati sospesi dal servizio e tutti e tre, sottoposti a procedimento disciplinare per promozione per merito straordinario per aver rischiato la propria vita al fine di salvarne altre. Oggi avremmo potuto piangerli come eroi e come vittime del dovere e invece li sosteniamo come vittime di arroganza e di falsità di "palazzo" nel corso della sua gestione. Sono stati sospesi in base a quattro sciocchezze e Lei ha lasciato in servizio soggetti rinviati a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa (sic!) LA VERITÀ NON È UN REATO. Queste sono le contraddizioni del nostro Paese e queste sono le contraddizioni della Sua gestione. A non rivederci Prefetto Pansa!

 

Concorsone pasticcione

Continuano a giungere alla Segreteria Generale SAP, numerose segnalazioni riguardo le gravi anomalie sulle modalità di assegnazione del personale vincitore del concorso per l’assegnazione di 7.563 posti per Vice Sovrintendenti. Precisamente, si fa riferimento al contenuto della Circolare telegrafica nr.333.D/9807.C.7.26, del 17 maggio 2016. Come si legge, la Direzione Centrale per le Risorse Umane, ha diramato, le sedi disponibili per l’annualità 2009 del concorso, stabilendo che i vincitori, debbano indicare la sede di preferenza dal 18 al 22 maggio 2016 e che in data 3 giugno 2016 sarà comunicata a ciascun vincitore la sede e l’ufficio di assegnazione, con l’opzione di rinunciare entro e non oltre il 6 giugno di quest’anno. Ad esempio, nella provincia di Ancona ,sono disponibili 13 posti, mentre i vincitori del concorso sono 32, diversi dei quali rinunciatari delle precedenti annualità. Per cui è prevedibile, dato che si tratta di personale radicato ormai da decenni, che il 22 maggio 2016 quasi tutti i 32 concorrenti sceglieranno, come sede di preferenza, la provincia di Ancona. Il 3 giugno, il Dipartimento, comunicherà le sedi e gli uffici di assegnazione che, per i primi 13, saranno sicuramente ubicati in Provincia di Ancona, mentre per i restanti 19 saranno situati in altre province e regioni italiane. Mentre il 6 giugno , verosimilmente i 19 colleghi inviati in altre province rinunceranno, ma, come già accaduto per le annualità precedenti, rinunceranno anche gran parte dei 13 concorrenti assegnati nella Provincia di Ancona in uffici sgraditi. I rinunciatari dell’annualità 2009 parteciperanno all’annualità 2010. In tal modo si determina l’assurdità che nell’annualità successiva, relativa al 2010, ci saranno ancora posti disponibili nella provincia di Ancona e, al termine delle procedure concorsuali, rimarranno posti liberi non assegnati nella medesima provincia! Detta procedura appare illegittima nella parte in cui, non prevede, l’immediato scorrimento della graduatoria per la copertura dei posti in tutte le province italiane, resi disponibili dai rinunciatari della medesima annualità, diritto sancito dallo stesso bando di concorso. Il Sindacato Autonomo della Polizia, è costretto, ancora una volta, ad evidenziare le gravissime negligenze di questa Amministrazione. Amministrazione che risulta essere lontana anni da luce da un "orologio svizzero" e a differenza delle altre Forze di Polizia, le quali nel rispetto della legge hanno dato corso alle previste progressioni di carriera mantenendo consistenza ed equilibrio nei diversi ruoli dell’organico, si è trastullata cincischiando per quindici anni, con il concreto risultato di creare una voragine di oltre 20.000 Ufficiali di P.G. Gli effetti di tanta sciatteria, alla quale perversamente si somma la dissennata, irresponsabile, ingiusta ed ingiustificabile gestione del personale, perpetrata con coscienza e volontà, ricadono in maniera fortemente punitiva su tutti coloro che, volendo migliorare la propria posizione professionale all’interno della Polizia di Stato, hanno scelto di partecipare ad un concorso e che ora si vedono ingiustamente negare la possibilità di poter far ritorno a casa. E’ assolutamente inaccettabile come poliziotti a 50 anni d’età, dopo 20 o 30 anni di servizio e con famiglia sulle spalle, una volta ottenuto il grado di Vice Sovrintendente - che non è quello risultante dalla legge di riforma del 1981, bensì, frutto del riordino del 1995 - vengano assegnati a sedi di servizio distanti anche 1200 km da casa. In questo modo gli Agenti si vedono preclusa e concretamente negata, la possibilità, di poter trascorrere una serena vita famigliare o di poter assistere i propri genitori anziani, con innegabili risvolti negativi sulla qualità e regolarità del servizio reso oltre a considerevoli e palesi ripercussioni economiche che configurano un vero e proprio danno ancor più insostenibile nell’attuale periodo di recessione. Nelle lunghe, tortuose e intense trattative, tenute per partorire il cosiddetto Concorsone, era stato stabilito in modo chiaro come la procedura straordinaria di "recupero" delle migliaia di ufficiali di P.G. che, per le inerzie del Dipartimento, mancavano dall’organico, non avrebbe dovuto procurare alcun danno agli interessati e che il rientro nelle sedi di servizio, di coloro che attendevano e dei neo promossi del 26 corso, sarebbe stato il minimo da fare per rimediare in parte a tanti anni di inefficienza. L’Amministrazione ancora una volta ha finto di scordarsi, nascondendosi dietro paventate esigenze di servizio, di operatività e di funzionalità, concetti che fino a poco tempo fa non rivestivano alcun significato e che hanno costretto tutti gli uffici ad operare con un pesantissimo deficit di sottoufficiali per molti anni, ed oggi riemergono per giustificare insensate quanto dannose scelte di distribuzione del personale. Tutto ciò conferma come il malessere e il disaffeziona mento, crescente nella stragrande maggioranza degli appartenenti della Polizia di Stato, abbia un fondamento concreto, probabilmente voluto, frutto di una sciagurata politica Ministeriale ostile e preconcetta nei confronti della base, costellata da atti punitivi e campagne repressive. Alla luce di quanto emerso, il SAP, si è visto costretto ad avanzare una vibrata protesta e a prendere una posizione forte contro questa ennesima "vigliaccata", perpetrata ai danni del personale richiedendo di attuare ogni utile ed idonea iniziativa volta ad assicurare il rientro in sede di tutti i vincitori del "Concorsone".

Binario morto per i sovrintendenti

L’attuale e pesante carenza di Ispettori, ha determinato, l’ormai sempre più frequente ricorso ai Sovrintendenti in loro vece. Ignorare tale condizione che perdura da anni, proprio nel momento in cui c’è da metter mano alle carriere, è imperdonabile. Le aspirazioni di questi colleghi, alcuni nel ruolo da quasi vent’anni, non sono quindi una semplice ambizione, bensì la naturale aspettativa maturata nel servizio attivo. In ogni caso, la voragine che affligge l’organico del ruolo, che, si trovano davanti, non può che rappresentare l’ovvio sbocco alla crescita professionale e non è certo difficile individuare la modalità selettiva adeguata. Il Dipartimento però, vuol farci digerire un progetto che finge di non vedere queste cose, e finge pure di non conoscere la storia di questo ruolo, piena di inciampi, assurdità ed errori. Tutto inizia, dal pasticcio delle decorrenze di immissione - per i corsi 15, 16 e 17 sono state irragionevolmente penalizzanti - ed arrivando alla lunghissima assenza di opportunità di progressione verticale per mancanza dei previsti concorsi interni. Quest’ultimo aspetto è particolarmente grave ed odioso se si considera che invece nei Carabinieri e nella Guardia di Finanza, a cadenza annuale, sono state messe a bando le carenze nel ruolo Ispettore. Per sanare questo mare di lacune, i relativi danni e la conseguente grande aspettativa il Dipartimento ha sfoderato la lussuosa proposta del "Sostituto Ispettore". Un’altra sciocchezza che si aggiunge a quelle fin qui propinate ad una fascia di poliziotti che, per contro, ha dimostrato sempre il massimo impegno e un’indubbia capacità. La verità, che nessuno può negare, è che l’ingresso degli attuali Sovrintendenti nelle qualifiche degli Ispettori risponde pienamente alle esigenze alla base del riordinamento da fare, ossia l’incremento della funzionalità dell’organizzazione, la razionalizzazione, l’ottimizzazione delle risorse disponibili, la valorizzazione del personale e delle relative professionalità ed anzianità di servizio. E se vogliamo dirla tutta, non vi è nulla che ostacoli questa sacrosanta possibilità visto che l’attuale vacanza organica, aumentata dei posti che si libererebbero con l’accesso ai ruoli Direttivi degli attuali Ispettori apicali, consente di sistemare comodamente tutti i Sovrintendenti che meritano di avanzare. Forse al Ministero piacciono le manovre complicate e questa è troppo semplice o magari preferiscono continuare a sfruttare fino in fondo questi operatori senza riconoscerne i meriti. Di certo si possono tenere la loro squallida bozza