Numero 22

Roma, 6 giugno 2016

 

Primo incontro con Franco Gabrielli

Mercoledì primo giugno il nuovo Capo della Polizia ha convocato le rappresentanze del personale. Nella sua introduzione il prefetto Gabrielli non ha negato le gravi ed evidenti difficoltà in cui versa la Polizia e con grande senso di responsabilità ha manifestato la volontà di non volersi sottrarre ad un confronto su tutte le questioni che hanno fatto "sempre più perdere terreno" ai nostri "colori". Fondamentale, alla luce delle vicende che hanno portato alla sciopero della fame dei poliziotti e al CAMMINO, è anche l’intenzione di voler riprendere un leale e serio confronto con chi rappresenta il personale in "un rapporto franco e volto a risolvere i problemi" riconoscendo a questi non il ruolo di interlocutore passivo bensì di protagonista. I contenuti dell’intervento del Prefetto Gabrielli ci hanno fortemente gratificato, perchè contrariamente alla maggioranza delle altre sigle, che nella precedente gestione sono state acquiescenti e totalmente negazioniste relativamente ai problemi che tutti i giorni demotivano e mettono in difficoltà i poliziotti, il SAP ha avuto la forza, il coraggio e la determinazione di denunciare pubblicamente la situazione di forte debilitazione dell’apparato della sicurezza e contestare una gestione carrierista e non certamente proiettata all’interesse della collettività. Da circa quindici anni, ossia dal G8 di Genova, la Polizia è stata spinta da venti avversi, nella totale inerzia interna, verso una deriva di debilitazione, perdita di mezzi, di risorse, di ruolo e credibilità. Per rimediare ai danni di questa situazione occorre uno sforzo straordinario e abbiamo pregato il Prefetto Gabrielli di non ragionare come chi lo ha preceduto ma con la "forma mentis" dello statista, ossia di colui che non gestisce per godere dei benefici della propria opera ma nell’interesse delle generazioni future. Non basterà una gestione per risollevare la nostra Polizia e riportarla ai livelli ottimali riaffidandole il ruolo di centralità nel mondo della sicurezza come previsto dalla 121/81. Per questo è necessario guardare oltre ed è vitale che il nuovo Capo della Polizia sia ben consapevole della necessità di una vera e propria rivoluzione materiale, di mentalità e anche morale. Se per raggiungere questa ambiziosa metà sarà necessario sfidare e scontrarsi con l’attuale sistema reazionario e consortiero interno fondato su carrierismo individualismo e consociativismo ben venga tutto ciò. I poliziotti tutti i giorni, per una manciata di lenticchie, si sacrificano su strada per servire questo Paese è sapranno stare dalla parte di chi è seriamente e intenzionato ad estirpare i mali interni alla Polizia ed eliminare le infinite cause di demotivazione, scoramento e disaffezione. Servono però fatti concreti ... ... e tanti.

Tutti a casa!

 

 

Anche il Capo della Polizia la pensa come il SAP

Nell’incontro del 31 maggio u.s. il nuovo capo della polizia Franco Gabrielli ha affermato di ritenere ingiusto che i vincitori dei concorso interni per la qualifica di ufficiale di PG debbano perdere la sede di servizio. Le motivazioni a sostegno di tale affermazione sono le medesime per le quali il SAP da sempre chiede il rientro a casa di tutti i vincitori degli ultimi concorsi da sovrintendente e da ispettore. Tenendo conto dei concorsi in atto la vacanza organica è di circa 23.000 unità, pertanto è palese che ogni sede e ogni ufficio necessita di ufficiali di PG. Non si può chiedere a chi è già stato numerosi anni fuori casa e dopo enormi sacrifici è riuscito a ricongiungersi con la famiglia a dover rifare le valige. Per migliorarsi professionalmente e per una retribuzione di qualche decina di euro in più è un sacrificio sproporzionato, soprattutto alla luce del fatto che la carenza organica e le mancate opportunità in carriera sono dovute alla colpevole inerzia da parte dell’amministrazione nel bandire regolarmente i concorsi interni. Ora l’unica cosa da fare, di buon senso, è di consentire a tutti il rientro a casa. Per il concorso sovrintendenti è necessario intervenire tempestivamente poiché già alcune sedi hanno esaurito i posti a disposizione e non consentono più il rientro in provincia dei colleghi vincitori della quota agenti/assistenti. Di non secondaria importanza anche l’assegnazione di alcuni colleghi nella stessa provincia di provenienza ma in nuovi uffici distanti 80/100 chilometri e ciò significa di fatto come aver perso la sede. Per quanto riguarda il concorso da 1400 vice ispettore il bando prevede la possibilità di rivedere i posti assegnati per ogni sede di servizio e ciò deve essere fatto assolutamente in modo tempestivo. Inoltre, anche se non sono ancora terminati gli esami è presumibile che circa 4/500 colleghi risulteranno idonei non vincitori. Per legge le graduatorie restano in vigore per almeno tre anni e considerata la vacanza organica di circa 10.000 ispettori l’allargamento della graduatoria appare l’unica soluzione di buon senso avendo già personale selezionato e idoneo. "Capo, sarebbe un bel modo per iniziare il mandato e per dimostrare il giusto interesse nei confronti dei suoi uomini . "

Pistoia come tutta Italia

Nonostante assegnazioni e trasferimenti, Pistoia patisce un taglio del 25% di personale rispetto al 2012

Sono state diffuse le veline relative alle assegnazioni del 195 corso allievi Agenti nonché le tabelle dei trasferimenti del medesimo ruolo; nella nostra provincia sono stati inviati 6 nuovi poliziotti, oltre ad 8 che sono stati trasferiti da altre sedi ; 11 invece hanno lasciato la nostra provincia per altre città . Un bilancio a prima vista positivo, ma valutato in un contesto più ampio, determina che rispetto a quattro anni fa, c’è stata una riduzione di organico, considerati anche i pensionamenti, nella provincia di Pistoia, del ben 25 % . Se si tiene conto che i dati non considerano coloro che saranno trasferiti entro fine anno, 15 circa, perché vincitori di concorso e destinati pertanto ad altre sedi, la riduzione di organico in provincia sale drasticamente . Sul fronte sicurezza c’è una richiesta di maggiore presenza ed efficacia malgrado alcune statistiche parlino di una flessione di determinati reati. C’è da chiedersi se essi realmente diminuiscono o se semplicemente sono stati individuati e rilevati meno proprio a causa della situazione evidenziata. La criminalità, la minaccia del terrorismo, l’immigrazione ed i problemi riguardanti il nostro tempo esigono condizioni migliori e più moderne per poter operare al meglio.

Riordino delle carriere 2006/16.

Il danno che la consorteria ha fatto ai poliziotti

Si, oggi più che mai, è necessario ricordare il danno irrecuperabile che i signori consortieri hanno causato ai colleghi e alla Polizia. Se il riordino del 2006, targato Sap, che prevedeva risorse per 960 milioni di euro (rivalutati ad oggi un miliardo e 200 milioni), fosse diventato legge, oggi la pressoché totalità degli assistenti capo sarebbero diventati sovrintendenti, i sovrintendenti sarebbero transitati nel ruolo degli ispettori, gli ispettori avrebbero avuto una concreta possibilità di transitare nel ruolo direttivo e i funzionari di fatto sarebbero stati inquadrati nel ruolo dei dirigenti. QUESTA È LA STORIA! Invece oggi ci troviamo con risorse risibili (119 + 28 = 147 milioni) e 60 mila poliziotti che non avranno nessun beneficio da una legge che potrà tappare solo qualche buco. QUESTA È LA VERITÀ! Vedere ora che i consortieri si stracciano le vesti e, solo ora, si dichiarano contrari a questa bozza e alla unificazione dei ruoli di base con uno per Agenti, Assistenti e Sovrintendenti è davvero vergognoso! Nel 2006 hanno protestato sotto il Senato della Repubblica contro il riordino proposto dal Sap! Lo ripetiamo, cara consorteria, hai danneggiato la Polizia di Stato e i poliziotti tutti! La colpa, però, è anche tua caro collega che ancora oggi aderisci alla consorteria & company. Apri gli occhi e regolati di conseguenza. LA VERGOGNA è questa, e resterà nella storia: "Anno 2006: Sindacati consortieri rifiutano 960 (ad oggi,1 miliardo e 200 milioni di euro) per migliorare le carriere dei poliziotti!"

Cagliari. Mancano le divise estive

Gli operatori delle volanti costretti a farsi prestare o acquistare le divise operative estive.

A Cagliari le temperature, ormai estive, raggiungono picchi di 35 gradi. Da lunedì scorso è prevista la divisa operativa estiva ma nonostante una richiesta già inviata, non sono ancora arrivate le forniture costringendo i colleghi delle Volanti ad arrangiarsi in altro modo: chi acquistando di tasca propria alcuni capi, chi chiedendo a colleghi trasferiti ad altro incarico. I più sfortunati sono stati temporaneamente assegnati in sala operativa.

 

Sono l’ Appuntato Scelto dei CC ROSSI Carlo. La Vostra organizzazione non è perfetta, la perfezione non esiste, lo sappiamo, ma grazie a Voi qualche miglioramento lo abbiamo ottenuto e confido in altri. La riforma per Voi, come per noi, è necessaria. La categoria di base non può vedersi terminata la carriera dopo 15 anni e con tanta professionalità ed esperienza acquisita "sul campo", è demotivante ed insensato non riconoscerci un’apertura "a scelta" al ruolo sovrintendenti, tenuto conto delle valutazioni e titoli di studio. Grazie per l’ attenzione e buon lavoro !!

Emergenza immigrazione

Le questure che devono gestire le operazioni di identificazione e smistamento sono al collasso

La chiusura del passaggio balcanico agli stranieri ha fatto aumentare in modo esponenziale l’arrivo dei profughi dall’Egitto e dalla Libia. I barconi in partenza da quelle terre hanno determinato molti arrivi di profughi via mare con approdi sulle coste Sicilia, calabresi, pugliesi e campane. Qui vengono effettuate le operazioni di identificazione e smistamento dei profughi in tutte le province d’Italia. Migliaia gli arrivi dell’ultima settimana e centinaia di morti nel Canale di Sicilia. Le questure che devono gestire tali attività sono al collasso. Il ministero ha deciso di affrontare il problema aggregando personale da altre città. Purtroppo però non vi è realtà che non abbia carenza di uomini e ogni persona aggregata significa sottrarla al territorio e far nascere una nuova emergenza . Nonostante l’impegno ai limiti del possibile il personale viene ulteriormente mortificato poiché non gli vengono pagati gli straordinari in esubero. La gestione dell’emergenza appare in alcuni momenti schizofrenica in quanto non essendoci a volte disponibilità di posti per l’accoglienza nelle province Italiane, gli stranieri sbarcati vengono trasferiti senza un apparente logica, finanche facendo giungere presso sedi dove era previsto l’attracco di navi con profughi da smistare stranieri provenienti da sbarchi del giorno prima, scortati e ancora da fotosegnalare. Evidente che serve una gestione organica di questo fenomeno che non può più essere considerato come un’emergenza poiché sono ormai anni che continua incessantemente. Alla stregua anche le questure di "frontiera " vanno dotate del personale necessario per far fronte ad ogni evenienza in modo tale da far cessare le aggregazioni ormai permanenti che costituiscono solo un onere aggiuntivo alle casse dello stato.

A Lamezia Terme intitolata una via al Sovrintendente Pietro Caligiuri

Venne ucciso il 10 Maggio 1996, a Serrastretta (CZ) da due uomini che armati di fucile sparavano sui passanti

È stata intitolata una via civica nel Comune di Lamezia Terme a Pietro Caligiuri, Sovrintendente della polizia di stato caduto in servizio il 10 maggio 1996. Pietro Caligiuri venne ucciso il 10 Maggio, a Serrastretta (CZ) mentre cercava di portare al riparo la sorella ed il cognato, feriti gravemente da due uomini che armati di fucile stavano facendo fuoco sui passanti. I due uomini, padre e figlio da tempo sofferenti di turbe psichiche, dopo una lite con alcuni vicini, imbracciarono i fucili da caccia e fecero fuoco prima contro le abitazioni circostanti poi presero di mira i passanti. Il sovrintendente Caligiuri, che si trovava fuori servizio, cercò di salvare i familiari, ma venne a sua volta ferito mortalmente da una fucilata al torace esplosa dal più giovane dei due sparatori che si diede quindi alla fuga. Il padre venne arrestato per primo dagli agenti del Commissariato di Lamezia Terme, mentre l’assassino fu catturato poche ore più tardi dagli agenti nelle campagne circostanti. Pietro Caligiuri era sposato e padre di un figlio. Alla cerimonia hanno partecipato diversi rappresentanti delle autorità civili e militari, tra cui il prefetto Luisa Latella, il questore di Catanzaro Giuseppe Racca, il procuratore della Repubblica di Lamezia Domenico Prestinenzi, il dirigente del commissariato di Lamezia Terme Antonio Borelli. Ricordiamo che nel 2006 in occasione del Memorial Day la segreteria provinciale di Catanzaro guidata da Sergio Riga era stata promotrice dell’intitolazione di una Piazza al Sovrintendente Caligiuri nel comune di Serrastretta (CZ) luogo di residenza del nostro collega.

Scusi Finanziere, ci dà un passaggio?

Eliminazione dei servizi nautici di Polizia e Carabinieri. Esclusiva alla Guardia di Finanza.

La legge Madia, secondo gli intendimenti del Governo, fra le altre cose, dovrebbe realizzare un risparmio gestionale nell’ambito del Comparto Sicurezza, cosa che il SAP non solo ha auspicato, ma addirittura sospinto ed invocato con la sua forte battaglia per la razionalizzazione dell’apparato. Questa legge però si è inventata almeno un paio di balzane idee che mirano al scopo senza peraltro centrarlo vista l’inconsistenza se non l’assenza totale di risparmi. La prima è la militarizzazione dei Forestali, assorbito da un Corpo, i Carabinieri, con cui non hanno davvero nulla da spartire né sul piano organizzativo, né su quello professionale. La seconda è l’eliminazione dei servizi nautici su mare di Polizia e Carabinieri e l’assegnazione della mansione in via esclusiva alla Guardia di Finanza. Orbene, se si vuole togliere alle polizie generaliste il controllo del territorio sulle coste, litorali ecc.. per assegnarlo ad una forza che dovrebbe agire nell’ambito della prevenzione e repressione dei reati finanziari già si fa una forzatura di non poco conto, ma se addirittura si prevede, come sembra indicare la Madia, di trasferire tutte le imbarcazioni alle Fiamme Gialle e disporre che per ogni esigenza di "andare per mare" la Polizia deve chiedere l’ausilio di quei colleghi allora si va intaccare, e non poco, la capacità operativa della Pubblica Sicurezza e della Polizia Giudiziaria. Come si potrà, infatti, sviluppare la delicata opera di contrasto ai traffici di stupefacenti, armi ed esseri umani che usano le vie del mare dovendo chiedere in prestito barca e pilota a qualcun altro? La riservatezza, la prontezza e la dinamicità, elementi fondamentali nell’attività di indagine, saranno irrimediabilmente compromessi. E non basta. Pensiamo ai tanti obiettivi soggetti a rischio terroristico che stanno su costa o su acqua, dai porti alle grandi navi, dalle raffinerie alle piattaforme, ai rigassificatori e altro: non si può certo vigilare con discrezione o intervenire con rapidità se si deve prima "prenotare" barca+finanziere! Pure la tutela dell’ordine pubblico sarà irrimediabilmente pregiudicata se dovremo realizzare la preparazione e la realizzazione dei servizi per le manifestazioni di ogni tipo affidandoci ai soli acquascooter o andando a questuare i mezzi in casa d’altri. Gli esempi sono centinaia, come la Barcolana di Trieste, importanti porti quali Genova, Olbia, Napoli, Gioia Tauro, Bari, Ravenna e molti altri, la regata delle repubbliche marinare, la tante Feste del Mare, i cortei di protesta sociale e politica, quelli degli scioperi dei lavoratori marittimi. Forse chi ha scritto la legge pensa che si possa far organizzare questi servizi alla Finanza. Follia. Se proprio sarà inevitabile la chiusura della gran parte delle Squadre Nautiche, sarebbe però necessario che almeno non venissero alienate le imbarcazioni o almeno sostituite con altre meno costose senza trasferire il personale specializzato ad altri settori così da mantenere la necessaria capacità di esercitare le nostre attribuzioni. Se pensiamo, poi, che a suo tempo alcuni Questori fornirono un parere favorevole alla dismissione del settore nautico, non possiamo che essere ancora più arrabbiati.