Numero 25

Roma, 27 giugno 2016

 

Sappinocchio alla riscossa tra tetto salariale e riordino

Due anni fa abbiamo tentato di spiegare le motivazioni per le quali la "manna" dello sblocco del tetto salariale in realtà era una emerita fregatura:

* ci hanno scippato 251 milioni già nostri accantonati per il Riordino delle Carriere;

* ci hanno fregato 50 milioni sulla mutualità interna dal fondo che tutti noi paghiamo con la trattenuta dello 0,35% in busta paga;

* hanno operato un taglio alla produttività;

* hanno effettuato un cospicuo taglio a benefit pensionistici per coloro che sono entrati in polizia prima del 1981;

* ci hanno corrisposto una indennità di vacanza contrattuale bloccandola al tasso penalizzante di "semideflazione" del 2014, ecc ecc..

Oggi, proprio da uno dei leader della Consorteria che ci attribuì il nomignolo di SAPPINOCCHIO giunge una ulteriore conferma a quanto da noi sostenuto, ossia che con lo sblocco del tetto salariale ci hanno messo 10 da una tasca per poi sottrarci 15 dall’altra, concretizzando un emerita fregatura. Come vedremo adesso la fregatura è addirittura doppia. Uno dei paladini consortieri, mercoledì 22 u.s., durante la riunione per il riordino delle carriere ha sottolineato che ben 18.000 (diciottomila) passaggi di qualifica potrebbero immediatamente essere effettuati perché i relativi costi sono già a bilancio. Per meglio specificare sono i vuoti di organico nei gradi intermedi mai messi a bando. Quest’ultima appena descritta rappresenta una delle cosiddette "pieghe di bilancio" che il responsabile PD sicurezza, l’Onorevole Fiano, in un dibattito radiofonico mi menzionò quale fonte di risorse per il finanziamento dello sblocco del tetto salariale. Quindi cari colleghi, i soldi di quei 18.000 passaggi di qualifica che per oltre un decennio non sono stati spalmati sulla categoria sono poi stati utilizzati per lo sblocco del tetto salariale. Anche quella parte di risorse apparentemente elargite, in realtà è una somma contenente risorse economiche sottratte ai poliziotti. IL TEMPO E’ GALANTUOMO e come vedete SAPPINOCCHIO in realtà è un grillo parlante e sempre di più l’ambiente consortiero si dimostra essere deleterio per i poliziotti e per la Polizia.

La protestina della Consorteria

Finalmente anche la Consorteria pare stia cominciando a comprendere che l’attuale riordino delle carriere sia un riordinicchio se non una vera e propria fregatura. La timida protesta che sembra voglia mettere in atto, ci spiace constatare che ancora una volta, sia nella realtà fumo da buttare negli occhi dei colleghi più che una vera e reale presa di posizione da parte di chi gli piace lusingarsi della propria "trentennale esperienza sindacale". Vediamo i motivi per i quali riteniamo la protesta della Consorteria una ulteriore farloccheria. Innanzitutto gli scioperi e le manifestazioni non si minacciano, si fanno! L’anno scorso quando il SAP il 15 di ottobre è sceso in piazza insieme ai sindacati della Consulta Sicurezza, i Consortieri non hanno voluto aderire alla manifestazione sebbene in quel momento si stesse decidendo la legge di stabilità e l’approvazione della legge Madia. Oggi è troppo tardi e troppo comodo. Inoltre ancora una volta dimostrano di essere asserviti all’attuale governo, infatti la loro protesta, hanno deciso di rivolgerla verso il Dipartimento della P. S. Ma tutti, soprattutto quelli che hanno una trentennale esperienza sindacale, dovrebbero sapere che i cordoni della borsa li tiene il Governo e non il Dipartimento il quale poi tutt’al più ha l’onere di gestire le risorse che gli sono state messe a disposizione. Ad ulteriore conferma che i Consorteri per motivi di carattere politico non se la prenderanno mai con l’attuale Governo, basterà verificare che, se anche lo dovessero fare, mai scenderanno in piazza prima del referendum Costituzionale di ottobre. Il Sap sin da subito ha chiaramente affermato che questo riordino non andava incontro alle esigenze del personale e di una nuova organizzazione dell’amministrazione della pubblica sicurezza e che era necessario reperire maggiori risorse. Solo oggi che il SAP ha spiegato a tutti le reali dinamiche di questo riordino i Consortieri sono stati obbligati dalle vivaci proteste dei colleghi a proporre uno stato di agitazione di facciata. Ancora una volta questa sarà per tutti un’occasione per giudicare chi fa sindacato per i sindacalisti e chi invece lo fa nell’interesse dei colleghi. La protestina della Consorteria

Chiusura degli uffici di Polizia

Ricordate, cari colleghi che queste due immagini rappresentano il simbolo delle due specifiche campagne di coinvolgimento dell’opinione pubblica indispensabili per realizzare il blocco dell’infausto progetto di chiudere circa quattrocento Uffici di Polizia: 267 con la prima "accettata" e il rimanente in seguito tra commissariati, istituti di istruzione e altri.

Oggi forse possiamo annunciarvi un grande e gioioso risultato.

Pare infatti che nel corso suo "tour di insediamento" in giro per tutte le regioni del Paese, a domanda specifica il nuovo Capo della Polizia Franco Gabrielli abbia affermato che chiudere gli uffici periferici delle specialità sarebbe sbagliato alla stregua della chiusura della Forestale e per questo motivo il progetto di taglio dei presidi troverà un forte ridimensionamento.

Abbiamo forse, con la nostra mobilitazione e generale coinvolgimento del Paese, fatto centro?

Siamo riusciti a tagliare le ali ai tagliatori?

Siamo riusciti ad evitare la svendita della nostra Polizia?

Siamo riusciti a salvaguardare le professionalità dei Poliziotti? Presto lo sapremo come presto verificheremo se la Consorteria, totalmente acquiescente e complice sulla politica dei tagli con la precedente gestione e il Governo, avrà la sfacciataggine di voler salire sul carro per rivendicare il merito.

Continuano i lavori del tavolo tecnico sul riordino delle carriere.

Al terzo incontro l’amministrazione prosegue sul percorso intrapreso proponendo solo piccoli ritocchi rispetto alla precedenti proposte. Numerose sono le criticità sollevate dal SAP ma alla base tutto vi è il problema delle risorse. Con 119 milioni, più 28 milioni dal 2017 per tutte le forze dell’ordine e pertanto soli 36 milioni per la sola Polizia di Stato non si può costruire un riordino che preveda un percorso di carriere che dalla base consenta a tutti di poter aspirare ad una crescita professionale ed economica dignitosa. Per citare alcune delle storture ancora presenti nell’attuale testo proponiamo qualche esempio: * L’assegno per incarico speciale può essere attribuito all’Assistente Capo con 10 anni nella qualifica per lo svolgimento di funzioni di ufficiale di PG "in sede". Ed in caso di trasferimento ad altra sede, si perde l’assegno? * Oggi possono partecipare ai concorsi per la promozione a vice sovrintendente tutti coloro che hanno più di 4 anni di servizio, domani, con il riordino, potrà partecipa solo il personale con almeno 5 anni di servizio e meno di 40 anni di età. Si tratta quindi di introdurre condizioni peggiorative ed introdurre un limite di età sebbene siamo stati constretti a patire un torunover al 55% che ha portato ad un innalzamento dell’età media a circa 47 anni . * Proviamo a quantificare un percorso di carriera per un Agente che aspiri a raggiungere la qualifica apicale del ruolo non direttivo ovvero Sostituto Commissario con incarico speciale. Un Agente potrà concorrere alla qualifica di Vice Ispettore (saltando quindi la qualifica di Sovrintendente) con una anzianità minima di 5 anni di servizio, quindi, se promosso, dovrà attendere 2 anni nella qualifica di Vice Ispettore, 7 anni in quella da Ispettore, 9 anni da Ispettore Capo, 10 anni da SUPS e finalmente nella qualifica da Sostituto Commissario dopo 4 anni potrà vedersi riconoscere l’assegno per incarico speciale. Per fare tutto il percorso avrà impiegato però ben 37 anni e quindi pensando ad una carriera lineare senza intoppi e con i concorsi banditi regolarmente si dovrà essere arruolato all’età di 23 anni. Chi si arruola dopo è tagliato fuori da questo percorso di carriera. Ma di cosa stiamo parlando??? Il SAP ha ribadito che si tratta di un riordino insoddisfacente e che va completamente ripensando. Pare che sia in arrivo una proroga della delega di legge di almeno sei mesi. Questo consentirebbe di valuta anche la possibilità di nuove risorse sulla legge di stabilità finanziaria.

Con soli 36 milioni per la Polizia di Stato non si può

costruire un riordino che preveda un percorso di carriere

che dalla base consenta a tutti di poter aspirare ad una

crescita professionale ed economica dignitosa.

Per il SAP va ricostruito un progetto di riordino sui presupposti di quello passato alla Camera dei Deputati nel 2006 ma che sulla protesta dei Consortieri per motivi di carattere politico-elettorale non passo mai alla votazione del Senato della Repubblica. Desideriamo ribadire che non possono e non devono essere disperse risorse destinate al riordino semplicemente per ripianare gli organici e per dare attuazione al Ruolo Speciale, poiché si tratta di condizioni già esistenti a cui bisogna solo dare attuazione e le coperture di bilancio già disponibili. Ripianate le carenze nei vari ruoli si proceda con un riordino funzionale ed organico che premi il percorso professionale e se non ci sono le risorse necessarie per ripartire dal 2006 si provveda a sviluppare il progetto su più annualità cominciando dal ruolo di base con l’unificazione del ruolo agenti-assistentisovrintendenti. Dopodiché andranno reperite le risorse necessarie negli esercizi finanziari successivi in modo tale da completare tutto il riordino per step progressivi.

Il SAP vuole un riordino VERO e non un RIORDINICCHIO.

Un riordino dovrebbe avere lo scopo di migliorare le condizioni preesistenti e non di peggiorarle. E’ necessario al più presto un cambio di direzione che può derivare solo da un ripensamento complessivo di tutto il progetto. Questo è quello che abbiamo chiesto all’Amministrazione.

Prefetto Gabrielli: Primo incontro

Mercoledì scorso la segreteria generale e la presidenza del SAP hanno incontrato il Capo della Polizia pref. Gabrielli per un approfondito confronto sulle principali questioni sul tappeto. Si è trattato di un primo incontro e quindi sono state trattate le tematiche che per prime meritano il giusto approfondimento: alle numerose altre che abbisognano di attenzione sarà dato spazio quanto prima visto che il Direttore della P.S. ha espresso l’intenzione di dare continuità a questo tipo di relazioni con i rappresentanti del personale. Per iniziare si è parlato dei pesanti ed inaccettabili pregiudizi alla corretta gestione dei rapporti sindacali, soprattutto di quanto sia difficile ottenere una semplice e chiara risposta ad un quesito anche banale e di come sul territorio ci siano troppi dirigenti responsabili di uffici che non applichino le regole e le indicazioni o le interpretino con eccessiva fantasia, senza alcuna censura da parte del centro. Nella gestione della disciplina e dei trasferimenti per incompatibilità le cose vanno addirittura peggio giacché sperequazioni e diversità di trattamento rasentano l’arbitrio a causa dell’assenza di regole certe e poiché questa lacuna investe anche vari altri settori risulta del tutto ovvio che il personale finisca spesso per patire disorientamento e sfiducia. Citando questi sentimenti è venuto automatico collegarsi alla grave latitanza del Dipartimento nei sempre più frequenti casi di operatori travolti, per fatti occorsi in servizio, da vere e proprie tempeste giudiziarie-mediatiche ed abbandonati a se stessi, senza supporto dell’Amministrazione. Si è poi parlato della chiusura degli uffici, terribile progetto che, se portato a compimento, danneggerà irrimediabilmente le potenzialità operative di tutta la Polizia. Sul riordino delle carriere la discussione è stata rinviata alle prossime settimane in considerazione dell’ormai certa proroga di sei mesi alla delega di legge, mentre sulla questione del rientro in sede di tutti i vincitori dei concorsi interni per vice sovrintendete e vice ispettore il Sap ha ribadito la sua ferma convinzione che ciò vada fatto registrando nella controparte una positiva reazione. Con uguale fermezza è stata ribadita la necessità di allargare la graduatoria dei vice ispettori a tutti gli idonei. A tal proposito un passaggio è stato riservato anche alle motivate proteste per le incomprensibili esclusioni operate dalla commissione di quel concorso sugli elaborati della prova scritta: compiti bocciati che risultavano in modo più che evidente anche migliori di altri ritenuti sufficienti. L’impressione colta è quella di aver trovato nel nuovo Capo un interlocutore attento, sensibile e soprattutto intenzionato a portare un contributo fattivo e di innovazione alla struttura. Il Sap, da parte sua, ha riconfermato la propria linea di azione al servizio del Paese e della categoria, fatta di critiche verso le scelte giudicate erronee e da proposte concrete, dirette a migliorare il servizio e la vita dei nostri colleghi. Il lavoro continua.