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Numero 26 Roma, 4 luglio 2016
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Un altro monito da Istanbul
Non
sono bastati i fatti di Parigi, né quelli del Belgio e, statene certi, non
serviranno neppure quelli all’aeroporto di Istanbul l’altro giorno, martedì 28
giugno, quando un gruppo dell’Isis ha fatto una strage. La dittatura dei
ragionieri di Stato fiancheggiata da una cronica ed inescusabile miopia della
classe dirigente del nostro paese ho, con lo strumento dei tagli lineari,
debilitato fortemente l’apparato della sicurezza che oggi deve affrontare una
guerra conclamata. È una guerra non convenzionale, ma, come tale rimane uno
scontro duro sanguinario in cui non verranno perdonate debolezze e
disattenzioni. Purtroppo le ragioni della nostra massiccia denuncia pubblica che
hanno portato al mio sciopero della fame di 61 giorni sono tuttora attuali,
concrete, oggettive, inconfutabili e incontrovertibili. Mancano 45.000 uomini
nelle forze dell’ordine di cui 17.000 nella Polizia di Stato, la formazione da
30 anni a questa parte è sempre più in regressione gli equipaggiamenti vecchi e
inidonei, giubbetti scaduti o inefficaci, ci dobbiamo comprare le divise, pulire
gli uffici e fare la questua per la cancelleria lesinando a banche, fondazioni,
imprese o amici qualche spillatrice, penne o carta. Questo Governo avrà compreso
finalmente che non si può fare sicurezza solamente con la propaganda? Avrà
compreso che occorre riappropriarsi del primato di responsabilità e non gestire
la sicurezza alla stregua di qualsiasi altro settore pubblico? Questa guerra
viene combattuta dall’intelligence e dagli apparati della sicurezza ma quanti
Poliziotti, Carabinieri, o Finanzieri sono addestrati ad impattare con un
commando come quello di Istanbul? Quanti sono equipaggiati in maniera adeguata?
I 13.000 giubbetti antiproiettile comprati e attualmente in distribuzione alla
Polizia di Stato non servono a nulla e, le pallottole dei kalashnikov dei
tagliagole li attraversano come il burro oltre a dire che, nessuno di noi ha mai
sparato su un bersaglio in movimento. La sicurezza degli italiani oggi è
fortemente a rischio a causa delle infauste scelte operate dagli ultimi governi
che hanno invecchiato le forze dell’ordine decapitato gli organici e le risorse
portando al collasso il sistema. Qualcuno ai piani alti avrà capito la lezione?
Lo verificheremo nella prossima Legge di stabilità. Non nutriamo grandissime
speranze e per questo ci prepariamo ad un autunno di denuncia. L’opinione
pubblica deve sapere per giudicare e, statene certi il Sindacato Autonomo di
Polizia farà di tutto perché sappia.
Altri 6 mesi per fare un buon riordino
Come auspicato da più parti ed anche dal Sap è finalmente giunta la proroga ai termini dell’art. 8 della nota legge Madia, che contiene, fra l’altro, la delega per il riordino delle carriere. Va detto subito che lo slittamento dei termini temporali non può che rappresentare una buona notizia in quanto la maggior disponibilità di tempo, infatti, è utile per ottenere quegli appostamenti finanziari che possano consentire la realizzazione di un progetto adeguato, capace di sanare le tante, troppe lacune oggi esistenti. Qualche mese in più a disposizione permetterà anche di far ragionare il Dipartimento, oggi inspiegabilmente arroccato su un progetto francamente assurdo, che peggiora la situazione invece che correggerla. Con più tempo e più soldi si potrà fare quel provvedimento "a step" che abbiamo ben spiegato ai nostri vertici e su queste pagine, partendo dagli interventi prioritari e procedendo in modo armonico con tutte le altre modifiche, ma i cui costi non sono coperti dalle somme oggi disponibili. Sono considerazioni fin troppo ovvie, che noi proponiamo già dal 2006 e su cui solo adesso stanno convergendo anche coloro che non volevano ammettere l’evidenza dei fatti. Sempre troppo tardi.
Al fianco del SAPAF per non militarizzare il Corpo Forestale dello Stato
L’ormai certa proroga ai termini dell’art. 8 della legge n.124 del 7 agosto 2015, ("Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle Amministrazioni pubbliche") che prende il nome dal ministro Madia, dovrebbe sospendere, fra le altre cose, la soppressione della Forestale ed il suo assorbimento in un’altra polizia. La proroga potrebbe riapre i giochi per tale infausta prospettiva e per il destino di questi nostri colleghi che sembrava ormai avviato verso la militarizzazione con l’inglobamento nei Carabinieri, soluzione davvero beffarda per un Corpo che vanta tradizioni e vocazione davvero lontanissime dal mondo delle stellette. Le ragioni della contrarietà a questa decisione sono state compiutamente esposte dal SAP nell’audizione alla Camera dei Deputati svolta il 31 giugno scorso davanti alle Commissioni 1^ e 4^ riunite dove abbiamo proposto il più logico inserimento del corpo nel Dipartimento della P.S. come Direzione autonoma. Non bastasse questa chiara presa di posizione, peraltro espressa fin dall’inizio della vicenda, abbiamo deciso di unirci agli amici del Sapaf nella manifestazione che i Forestali hanno indetto per martedì 5 luglio proprio davanti a Montecitorio: insieme alle loro bandiere ci saranno anche le nostre per dire NO a soppressione e militarizzazione della polizia ambientale ed agroalimentare.
Sovrintendenti, corsi 23°, 24° e 25° rientro in sede
La Segreteria Generale del SAP ha rappresentato al Dipartimento la gravissima e inammissibile situazione dei colleghi vincitori dei concorsi da Vice Sovrintendente, frequentatori del 23° e del successivo 25° Corso, ad oggi immotivatamente trattenuti nella sede di prima assegnazione, mentre i colleghi vincitori del concorso successivo a 7563 posti da Sovrintendente hanno potuto occupare le loro sedi. Ciò si è verificato in totale dispregio dei fondamentali principi di buona amministrazione, e in chiaro contrasto con la stessa circolare del Capo della Polizia del 14 maggio 2012, secondo cui "le graduatorie per il personale del ruolo sovrintendenti verranno stilate in modo da tenere, comunque, conto dei corsi di appartenenza e, pertanto verranno considerate con diritto di precedenza le aspirazioni di coloro che siano stati immessi in ruolo in data antecedente". Il tutto si traduce in un evidente danno alla sfera affettiva e personale dei colleghi ingiustamente sperequati, che oltre a dover subire i gravi disagi economici e psicologici dati dall’operare a centinaia di km da casa, hanno assistito ad una ingiustificata occupazione delle proprie sedi da parte di vincitori di concorso con minore anzianità nel ruolo. Rimane agghiacciante la condotta dell’Amministrazione in questa occasione, che ha dimostrato insensibilità e cattiva gestione delle risorse, motivo per il quale dovrà necessariamente provvedere in tempi stretti, considerando che i vincitori del 23° concorso sono già da diversi anni assegnati lontano dalle proprie sedi, a fronte di un ritorno economico nullo quando non in perdita. In ragione di ciò il SAP ha chiesto al Dipartimento di adottare celermente i giusti provvedimenti, per evitare ulteriori danni e disagi ai colleghi interessati, tutti ristorabili anche avanti all’Autorità giudiziaria, consentendo finalmente agli stessi di poter venire assegnati presso le proprie sedi di appartenenza, come previsto dalla normativa di settore.
Mancato pagamento degli straordinari
NoiPA decide di non liquidare la mensilità di maggio nello statino di giugno La mancata liquidazione degli straordinari di maggio nello statino di giugno sarebbe dovuta alla decisione unilaterale di NoiPA, ossia della gestione degli stipendi tenuta dal Ministero dell’Economia. A nulla valgono quindi la volontà della nostra Amministrazione e la capacità dei nostri uffici di ridurre al minimo l’attesa per incassare le meritate spettanze. Un altro esempio del pessimo atteggiamento del MEF, colpevole di trattenere anche da anni le indennità di specialità, che funge da sonoro schiaffo alle tanto sbandierate politiche di razionalizzazione e modernizzazione della Pubblica Amministrazione. Parte subito la nostra formale protesta con contestuale richiesta di spiegazioni.
Servizi in abiti civili
Lo scorso febbraio la Direzione Centrale per gli Affari Generali aveva promesso la celere emanazione di una circolare capace di dirimere finalmente i tanti dubbi sorti nel corso degli anni per quanto riguarda l’autorizzazione all’uso degli abiti civili in servizio, questione rilevante anche, e soprattutto, per l’accesso al beneficio del relativo buono vestiario. Si tratta di un benefit assai scarso, questo è vero, ma sono davvero troppe le situazioni scandalose che vedono colleghi palesemente in diritto di accedere a quel pur piccolo rimborso destinatari invece di un secco ed immotivato rifiuto. Con un ritardo di non poco conto - spiegabile solo in parte con i cambi al vertice della Direzione Centrale e dello stesso Dipartimento - e davvero in "zona Cesarini" visto l’imminente avvio presso gli uffici periferici delle procedure per l’individuazione dei beneficiari del "buono", è giunta la bozza finale della disposizione che dovrà essere firmata dal Capo e distribuita su tutto il territorio. Si tratta evidentemente di un testo non ancora definitivo, suscettibile di qualche perfezionamento. In ogni caso contiene, come ha fortemente richiesto il SAP, l’elencazione chiara ed esplicita del personale che svolge attività investigativa in modo continuativo con anche la specificazione degli altri settori della Polizia che devono intendersi esonerati dall’uso dell’uniforme. Tutto già disposto dall’art. 4 del DM 4 ottobre 2005 (Norme generali concernenti il sistema delle divise degli appartenenti ai ruoli della Polizia di Stato), ma che serve appunto ad aprire agli occhi di chi si ostina ad operare inique eslusioni. Grazie a queste due definizioni quindi dovrebbero cessare le incomprensibili differenze creatisi sul territorio e, soprattutto, dovrebbero finalmente trovare accoglimento le richieste di quegli operatori, ad esempio chi svolge le scorte di sicurezza e quelli della Scientifica, a cui il buono vestiario spetta in modo inequivocabile. Ora la bozza proposta verrà analizzata e, se necessario, corretta in modo da non lasciare più spazio a quella strana propensione che esprimono alcuni uffici in giro per l’Italia, la fantasia interpretativa, dimodoché i colleghi interessati non siano ancora una volta privati di quel poco che spetta loro.
Vibo Valentia, Ostuni, Venezia e Tarvisio, diverse emergenze, una sola causa
Nell’organico della Polizia di Stato mancano all’appello 18.000 unità e per questo motivo la gestione di ogni situazioni diventa emergenza. Con gli organici ridotti all’osso a mala pena si riesce a gestire l’ordinario. Solo questa settimana abbiamo segnalato due gravi situazioni. Il Commissariato di Ostuni nonostante debba vigilare su un territorio in cui negli ultimi anni il turismo è cresciuto in modo esponenziale con la presenza di migliaia e miglia di ospiti non si è visto assegnare nemmeno una unità di rinforzo per far fronte alle aumentate esigenze di sicurezza. In seguito alla denuncia del SAP il Senatore dei Conservatori e Riformisti VIttorio Zizza ha interrogato il ministro Alfano sulla carenza di organico. A Vibo Valentia per lo sbarco di 760 migranti al porto di Vibo Marina per far fronte alle necessità di accoglienza e identificazione il personale è stato impiegato in massa e con turnazioni massacranti. Per reperire personale sono stati chiusi interi settori della Questura, il Commissariato di Serra e il Posto fisso di Tropea. Per ben tre giorni la Questura è stata paralizzata da questa emergenza e tutto il resto è andato in second’ordine. Nella città di Venezia non va di certo meglio. Qua il SAP è stato costretto a scrivere a tutti i parlamentari della regione Veneto per segnalare la grave situazione della polizia di frontiera presso il porto e lo scalo aereo. Il numero di persone che transitano sia presso l’aeroporto che lo scalo croceristico del porto è molto elevata e l’ormai cronica carenza di organico non consente di mantenere adeguati livelli di sicurezza. Per questo motivo l’on. Cozzolino del Movimento 5 Stelle ha deciso di proporre una interrogazione parlamentare al Ministro dell’Interno Angelino Alfano. Le medesime difficoltà devono essere affrontate anche al posto di polizia di frontiera Tarvisio dove nonostante l’esponenziale aumento degli ingressi di cittadini irregolari nessun rinforzo à stato dato in tale ufficio. Per contro nella stessa città di Udine a fronte di 26 pensionamenti previsti nell’anno in corso sono stati assegnati solo19 colleghi. Non era andata meglio nemmeno l’anno prima poichè per 42 pensionamenti e sono stati assegnati alla città circa una decina di colleghi. Ogni evento al di fuori dell’ordinario diventa una vera e propria emergenza. La coperta è corta, troppo corta. E’ indispensabile che l’attuale Governo sblocchi il tourn-over al 55% e provveda al ripianamento degli organici prima che l’emergenza diventi catastrofe.
Sul sito www.sap-nazionale.org e sui nostri account social, troverete anche notizie su:
Concorso Vice Revisore Tecnico, modalità svolgimento corso
Rivalutazione livelli assegno nucleo familiare
Divise, pubblicate nuove tabelle vestiario
1.400 Vice Ispettore, le nostre osservazioni sul corso di formazione
Sovrintendenti, inaccettabile il mancato rientro dei
predenti sede dal 23° corso in poi
ore 10.00 Manifestazione in piazza Montecitorio contro la militarizzazione Polizia Forestale
ore 15.00 Riunione sul Riordino delle Carriere alla presenza del Capo della Polizia