Numero 27

Roma, 11 luglio 2016

 

Reato di tortura, il ddl dell’anti-Polizia

E’ passato un anno esatto e, a dirla tutta, eravamo convinti che il disegno di legge sul reato di tortura fosse stato derubricato per quello che effettivamente è: un’idea balzana. E invece la maggioranza di governo, nel corso della settimana scorsa, è tornata a parlarne cercando addirittura di calendarizzarne il voto in Senato. E noi, ancora più puntuali del governo, torniamo a dare battaglia sul tema. Faremo le barricate come abbiamo già fatto in passato, se necessario, contro una riforma che non solo renderebbe impossibile agli agenti lo svolgimento del proprio lavoro, ma andrebbe anche ad aumentare a dismisura la pressione psicologica che sarebbero costretti a sopportare. No, questo progetto di riforma ‘non s’ha da fare’: ci esporrebbe al ricatto della delinquenza e della criminalità. Siamo ancora in tempo, dunque, per fermarlo; per non essere criminalizzati vedendo messa costantemente in dubbio la nostra credibilità e la nostra affidabilità. Non si può, nel 2016, rispondere alle becere logiche dell’"educarne cento". Le mele marce, si sa, si trovano in ogni settore lavorativo, ma un ddl di questo tipo che - diciamolo fuori dai denti: muove da normative sovranazionali che troppo spesso non tengono in considerazione le logiche nazionali, né i cittadini e i lavoratori – mette a repentaglio il nostro lavoro e il diritto di tutti. Come in più occasioni abbiamo ribadito, siamo più che d’accordo nel voler punire i comportamenti di tortura; nell’ordinamento italiano, come sappiamo, sono sanzionati numerosi comportamenti quali il sequestro di persona, quello di violenza privata, le lesioni dolose, l’abuso d’ufficio. Ma questo reato di tortura no! Non può e non deve essere inserito nell’ordinamento italiano perché, sotto mentite spoglie, è un vero e proprio manifesto ideologico contro le Forze dell’ordine e contro tutti i cittadini italiani, troppo spesso abbandonati al proprio destino e che invece, come in ogni democrazia che si rispetti, hanno il pieno diritto alla sicurezza. La nostra non è una posizione di difesa corporativa. Il Sap, infatti, è il sindacato che ha proposto le telecamere sulle divise degli agenti, in tutte le volanti e in ogni cella di sicurezza, proprio per garantire la massima trasparenza. Ma non possiamo accettare una posizione ideologica contro i servitori dello stato che, a tutti gli effetti, è un ddl anti-Polizia.

Riordino, si cambia passo ... forse

Il quarto incontro del tavolo tecnico sul riordino delle carriere è stato presieduto dal Capo della Polizia, Franco Gabrielli. Con piacere abbiamo rilevato che la forte azione messa in atto dal SAP nei confronti di un progetto di riordino insensato è stata recepita e condivisa. E’ stato un lavoro lungo e complesso, ma la fermezza delle nostre posizioni, sostenute da motivazioni che anche il territorio ha chiaramente compreso, hanno fatto sì che anche la maggior parte delle OO.SS. sia stata obbligata a condividere le posizioni del SAP. Basti pensare, infatti, che fino a pochi mesi fa in molti sostenevano e che il "Riordino" fosse la panacea di tutti i mali. La grande opera di informazione e sensibilizzazione messa in atto dal SAP ha fatto sì che non potessero più essere messe in atto manovre di Palazzo, in barba alla volontà della nostra gente. Finalmente, dunque, si comincia a riflettere sul riordino con una diversa mentalità! La proroga di sei mesi della delega è stata l’occasione per ragionare su un riordino ex novo. Il Capo della Polizia ha sostanzialmente proposto una profonda rivisitazione dell’intero progetto anche per inserire delle norme che consentano al personale di recuperare le opportunità di carriera negate per quindici anni da una Amministrazione sorda e irresponsabile. L’intenzione, pertanto, è quella di prevedere un’ampia fase transitoria che riduca i tempi e semplifichi le procedure relative ai passaggi qualifica. Fondamentale, come sempre, è la partita sulle risorse disponibili, poiché i 119 milioni sono assolutamente insufficienti per mettere in atto un riordino serio. Gabrielli ha ventilato la disponibilità del Governo, ma nessuno è in grado di quantificare la portata di queste ulteriori risorse. Determinante, inoltre, sarà la destinazione finale degli 80 euro mensili di bonus che vengono riconosciuti in busta paga da gennaio e che sono stati finanziati solo fino al mese di dicembre. Faremo le barricate se qualcuno pensa di destinarli al riordino, così da toglierli a ‘tutti’ per il solo scopo di darli a ‘pochi’. La loro destinazione dovrà essere strutturale: sulle buste paga in modo definitivo ed omogeneo, per tutti!

Non siamo disposti a scambiare il ripianamento

degli organici con il riordino

Il SAP, nel sottolineare la totale contrarietà a questo "Riordino", ha chiesto nuovamente il ripianamento degli organici ad oggi fortemente penalizzati (mancano 4.000 sovrintendenti e 11.000 ispettori) e l’attuazione del Ruolo Speciale. Dopo - e solamente dopo - si potrà provvedere alla realizzazione di un riordino delle carriere completo e funzionale. Qualora non vi fossero fin da subito tutte le risorse necessarie, si dovrà procedere per step partendo dalla base; successivamente, con ulteriori risorse, verranno riordinati i ruoli intermedi, poi i direttivi. Con forza abbiamo ribadito che il ripianamento degli organici deve essere separato dal riordino delle carriere e, qualora per maggiore snellezza si volesse utilizzare un unico strumento normativo, la ripartizione dei costi deve restare distinta. Non siamo disposti a scambiare il ripianamento degli organici con il riordino. Nel corso di questo ultimo incontro, dunque, è stato fatto un piccolo passo avanti e anche se per il momento nulla sembra essere certo, la volontà e le intenzioni manifestate sembrano andare nella giusta direzione. Vedremo se i fatti corrisponderanno alla volontà...

Trasferimenti, proposta per accorciare i tempi

La conclusione del Giubileo fa venir meno le esigenze straordinarie (i rinforzi) garantiti con le ultime due tornate di trasferimenti. Dovendo, infatti, immettere negli organici di alcuni uffici e reparti un consistente numero di operatori, i vertici dell’Amministrazione hanno chiesto ed ottenuto una deroga al vincolo dei 4 anni di permanenza minima nella sede di provenienza per la presentazione delle istanze di movimentazione. All’epoca, infatti, coloro che volevano e potevano spostarsi a Roma erano troppo pochi: Nell’ambito di questo confronto il Sap aveva chiaramente espresso la propria contrarietà alla natura solo transitoria di questa innovazione, chiedendo un impegno concreto per il superamento definitivo della regola ed ottenendo l’esplicita promessa dell’avvio di alcune procedure per la necessaria revisione normativa. In autunno è programmato un nuovo "giro" di trasferimenti e il Sap ha inviato al Viminale una nota dove, richiamando l’impegno assunto a suo tempo dal Dipartimento, chiede sia di conoscere lo stato della procedura di abolizione del vincolo, sia di mantenere, fino alla sua conclusione, la sospensione applicata nell’ultimo anno. Tornare indietro, ormai, non avrebbe più senso.

Forestali: razionalizzazione sì, ma non così

Siamo stati i primi a dire che i Corpi di polizia dovessero essere accorpati. Siamo stati i primi a sostenere che l’unificazione fosse una necessità, un dovere quasi. Ma come al solito chi "di dovere" ha deciso di operare una razionalizzazione che nulla ha a che vedere con quello che, realmente, sarebbe utile e che renderebbe possibile quello che invochiamo da anni e che è diventato quasi il nostro motto: "Insieme c’è più sicurezza". Ecco perché mercoledì siamo scesi in piazza al fianco del Corpo Forestale dello stato che "chi di dovere" ha deciso di accorpare all’Arma dei Carabinieri. Immaginiamo che la domanda sarà sorta spontaneamente anche a voi: perché? Perché la Polizia Forestale dovrebbe essere accorpata ai Carabinieri, con il conseguente e inevitabile depauperamento del bagaglio di conoscenze e di professionalità che questo comporterebbe e con la - forse peggiore - militarizzazione di un Corpo che è sempre stato civile? Il Corpo Forestale, è indubbio, deve essere accorpato al Dipartimento di Pubblica Sicurezza come direzione autonoma. Non solo per una questione di "immagine", ma anche perché una razionalizzazione di questo tipo consentirebbe di centrare appieno gli intenti del legislatore, giacché, conservando sufficiente autonomia, professionalità e il suddetto status civile, otterrebbe comunque un non indifferente risparmio gestionale e di razionalizzazione… anche delle spese. La militarizzazione, invece, costituisce una misura a cui si ricorre solamente in situazioni di crisi, non certo nell’ambito dell’organizzazione ordinaria dell’amministrazione dei servizi pubblici in una società moderna, civile e democratica. Saremmo una delle poche, se non uniche, Nazioni al mondo ad operare una scelta di questo tipo. Ma tant’è…

Sul sito www.sap-nazionale.org e sui nostri account social, troverete anche notizie su:

Reato di tortura, Tonelli: «Manifestoideologico contro la Polizia»

Tonelli: Alfano valuti la sua posizione, non nascondo imbarazzo

Sistema MIPG-WEB e digitalizzazione archivi, il SAP scrive al Capo della Polizia

Dopo la denuncia del SAP, Interrogazione al Senato sulla gestione ed il controllo degli sbarchi di immigrati a Vibo Valentia a firma del Senatore Volpi

La piaga del vestiario, un film già visto?

La recente uscita delle circolari sull’uso e sull’esenzione dell’uniforme ha riproposto il tema del vestiario: un film già visto. Una questione che angustia gli animi e le tasche dei poliziotti da decenni. Non serve parlarne più di tanto, perché il tema è sempre lo stesso: basta ricordare che nel 1992 il finanziamento per le spese delle divise ammontava all’equivalente di 90 milioni di euro mentre nel 2014 ne sono stati allocati soli 15,8 mln. E’ chiaro, dunque, che il taglio è andato ben oltre la razionalizzazione e la tanto sbandierata spending review, ed arrivato a seccare le forniture ai magazzini v.e.c.a. di tutta Italia! Sul tavolo ci sono questioni molto più serie: dalla insopportabile carenza di capi – sono decine di migliaia gli operatori che hanno sborsato soldi di tasca propria per acquistare le polo, i pantaloni, gli scarponcini – alla querelle sulla fondina operativa rigida o flottante; dalla gestione dei contratti di acquisto (arrivano ancora forniture di capi non conformi ai prototipi del capitolato), allo svilimento del ruolo della Commissione Vestiario. Il fatto che questi aspetti siano così importanti e delicati, dal punto di vista organizzativo e logistico, si è finalmente accorto anche il Dipartimento (meglio tardi che mai!) che ha deciso di mettere mano alla questione e cercare di dipanare l’ingarbugliata matassa confrontandosi con i rappresentanti del personale già a partire dalla prossima settimana. Vedremo subito, però, se ci sono le cosiddette buone intenzioni, a partire dalla disponibilità ad allargare i cordoni della borsa, o se si cercherà solamente di rabbonirci.

Nuovi orizzonti: Dipartimento, Ruoli Tecnici e Assistenza legale

Incontro con il Capo della Polizia

Martedì scorso, in occasione dell’incontro sul Riordino delle Carriere presieduto dal Capo della Polizia Franco Gabrielli, sono state fornite alcune importanti anticipazioni in merito a diverse rilevanti questioni che saranno affrontate a partire dal prossimo settembre. Una riguarda l’intenzione di attuare una rivisitazione del Dipartimento della P.S. che, con una nuova fisionomia, possa rispondere a logiche di maggiore efficacia ed efficienza. Dovrebbe trattarsi della revisione del funzionamento dei quattro Uffici Centrali e delle dodici Direzioni Centrali. Ricordiamo, infatti, che in origine la L.121/81 prevedeva solo sette Direzioni Centrali. In un’ottica di razionalizzazione questo potrebbe essere un buon modo per iniziare. Il Sap ha sempre sostenuto che, prima di guardare alla chiusura di circa 250 Uffici di Polizia, si sarebbe dovuto affrontare il problema della elefantiaca macchina centrale. Nelle intenzioni del Capo, il provvedimento, di cui ovviamente non si conoscono i contenuti, dovrebbe essere attuabile entro la fine dell’anno. Vi è inoltre l’intenzione di rivedere, sempre a partire dal mese di settembre, l’organizzazione del personale del Ruolo Tecnico. Alcuna anticipazione in questo senso è stata formulata, anche se l’intenzione pare essere quella di rimodulare le funzioni del personale del ruolo tecnico in modo da migliorarne la funzionalità. Infine è stato anticipato che, entro qualche mese, saranno terminate le procedure per la sottoscrizione di due contatti relativi all’assistenza legale per ‘fatti’ di servizio. Un provvedimento tanto atteso quanto indispensabile per consentire a tutti gli operatori di svolgere al meglio la propria professione senza esporre se stessi e le proprie famiglie ad oneri patrimoniali per difendersi dalle accuse dei fatti di servizio. Se anche i contratti saranno sottoscritti, noi del Sap potremo andarne fieri: tutte le nostre iniziative promosse nell’ambito della iniziativa denominata "Giustizia e Verità" avranno dato buoni frutti.