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Numero 3 Roma, 23 gennaio 2017
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SINDACALISTI VERI E VERI PIERINI...
Cari
colleghi,
oggi voglio accennarvi di due questioni, per noi molto importanti.
La prima è che la nostra proposta per abbattere i tempi di attesa dei rimborsi per spese mediche e legali in caso di infortuni è arrivata in Parlamento. Venerdì mattina è uscito un lungo pezzo su il Giornale nel quale abbiamo illustrato le linee principali del disegno di legge che trovate sintetizzate anche nel pezzo seguente.
Sappiamo tutti, purtroppo, che questa vicenda è in ballo da moltissimo tempo e non è mai stato fatto nulla per affrontare e risolvere il problema alla radice. Noi ci stiamo provando, con i mezzi a nostra disposizione, e siamo estremamente soddisfatti che la gran parte dei partiti ci abbia dimostrato il suo appoggio.
A questo punto ci aspettiamo anche un'iniziativa di governo in tal senso, per mettere definitivamente la parola fine a quella che in certi casi rappresenta una vera e propria vergogna contro gli operatori delle forze dell'ordine.
Sul nostro sito www.sap-nazionale.org potete trovare il testo del disegno di legge, presentato dalla Lega nord. Appena ce li invieranno, pubblicheremo anche gli altri.
Il secondo argomento di cui voglio parlarvi riguarda l'annunciata chiusura dei presidi di Polfer e Polstrada, anche alla luce della riunione che si è svolta giovedì pomeriggio scorso alla presenza del prefetto Roberto Sgalla.
Questa è una battaglia che il Sap ha portato avanti per tre anni in solitaria, contro tutto e contro tutti.
Tutto il fronte consortiero ha "leccarda-mente" assecondato la precedente gestione del Viminale, Alfano–Pansa, e non ha mai preso una posizione forte contro.
Per verificare quanto dico è sufficiente fare una ricerca sul web.
C'è una cosa, però, che comincia a farci pensare che i nostri sforzi siano andati a buon fine e che comunque il progetto di chiusura subirà un forte ridimensionamento. Questa sensazione è dovuta al diverso comportamento delle altre sigle sindacali, che ultimamente sembra stiano facendo i "pierini" saltando sul treno in stazione, ossia cominciando a inveire contro la chiusura degli uffici con dichiarazioni e comunicati vari.
Cos'è cambiato? Forse il risultato è a portata di mano?
O forse, dopo la batosta elettorale, questa maggioranza non ha intenzione di perdere ulteriori consensi sul fronte della sicurezza chiudendo centinaia di presidi?
A voi la risposta, cari colleghi, ma verificate chi ha fatto davvero, quando e come.
Il Sap da tre anni è sulle piazze per combattere questa battaglia.
Ben vengano anche i furbetti dell'ultimo secondo.
#CHIDIFENDEIDIFENSORI
Ecco la proposta di legge del Sap per tutelare sul serio le forze dell'ordine
Abbattere definitivamente i tempi di attesa dei rimborsi per le spese connesse a infortuni avvenuti in servizio: è questo l'obiettivo del segretario generale del Sap, Gianni Tonelli che, insieme al personale dell'ufficio studi, ha redatto una proposta di legge per modificare il DPR 416 del 2001, che oggi regola la materia.
La proposta dal titolo "Misure urgenti per garantire un'effettiva e più efficace tutela del personale appartenente alle Forze armate, di polizia e del Comporto Sicurezza e Difesa, inclusi i membri del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco" è stata già inviata a decine di parlamentari e il riscontro che abbiamo ottenuto è stato anche superiore alle aspettative. Infatti, abbiamo già incassato l'appoggio di Lega Nord, Fratelli d'Italia, Forza Italia, Movimento 5 stelle, Gal (Gruppo Grandi Autonomie e Libertà), Scelta civica e Pd.
La norma, che punta dritta all'obiettivo di migliorare le condizioni dei colleghi, si basa su quattro punti fondamentali: accelerazione del procedimento della causa di servizio, quando il danno è grave ed è evidente la connessione con l'adempimento dei doveri d'ufficio, soppressione del ticket per le spese sanitarie, soppressione del giudizio di congruità dell'avvocatura di Stato e soppressione della responsabilità amministrativo-contabile per colpa grave.
Insomma, è ora di dire basta a questo assurdo meccanismo burocratico che, in caso di infortunio, costringe gli operatori delle forze dell'ordine ad anticipare il denaro necessario a pagare le cure mediche e ad aspettare tempi lunghissimi per riavere indietro i soldi versati.
E, ovviamente, non va sottovalutato neanche il caso di danni causati alle auto di servizio: bisogna superare il principio per cui l'operatore è considerato responsabile a livello amministrativo e contabile nei casi di colpa grave.
Questo non può essere perché per chi lavora in strada e ogni giorno affronta pericoli e rischi di ogni genere, non può sentire sulla sua testa la spada di Damocle delle spese per eventuali danni arrecati durante un intervento o un inseguimento.
Chiusura presidi, riunione con il Prefetto Sgalla
In seguito alla riunione che si è tenuta lo scorso 19 gennaio, relativa all'ipotesi di chiusura di vari presidi Polfer e Polstada, ribadiamo il nostro assoluto dissenso rispetto al piano prospettato dal Dipartimento che, a nostro giudizio, sta ponendo in essere una mera logica di spacchettamento. Maggiori dettagli verranno resi noti sui prossimi Flash e ulle pagine del nostro sito web.
#CHIDIFENDEIDIFENSORI
Tre querele per tre indegni
Le parole pesano e il Sap non intende giustificare in alcun modo quanti danno fiato alla bocca e insultano gli appartenenti alle forze di Polizia. Chi sbaglia paga, e infatti il segretario generale Gianni Tonelli non ha esitato a presentare formali querele alle Procure di Novara, Firenze e Gorizia nei confronti di tre persone che, scrivendo su Facebook o usando un megafono, hanno stigmatizzato ingiustamente i colleghi e il loro operato. Come potete verificare sul nostro sito, www.sap-nazionale.org, dove trovate tutti i documenti relativi alla vicenda, tra le vittime dei calunniatori c'è anche l'artificiere Mario Vece, rimasto drammaticamente ferito a Firenze a capodanno mentre tentava di disinnescare l'ordigno lasciato davanti alla libreria che fa riferimento a Casa Pound.
Bonus anche nel 2017, ma la scure dell'Europa pende su di noi
Dopo qualche fondato dubbio sull'arrivo nel 2017 degli ottanta euro elargiti dal governo Renzi lo scorso anno ai dipendenti dell'amministrazione, sembra proprio che il decreto del presidente del consiglio arriverà. Ma, come abbiamo sottolineato più volte, la "mancetta" del governo non vale quanto pesa, perché arriva nelle tasche dei 400mila operatori delle forze di polizia destinatari della misura senza incidere sulla liquidazione e senza alcun valore ai fini pensionistici.
Per noi rimane una forma di legalizzazione del lavoro nero, come abbiamo ribadito nel pezzo uscito su La Verità, che trovate nell'area news del nostro sito, e non uno aiuto valido, soprattutto se messo a confronto con i temi caldi ancora sul tavolo, come il riordino delle carriere e le condizioni tragiche in cui sono ridotte alcune dotazioni e attrezzature ad uso dei colleghi. E non si può nemmeno ignorare la scure dell'Europa che sta per abbattersi sui nostri conti: entro il 1 febbraio l'Italia dovrà tagliare 3,4miliardi di euro. A questo punto ci resta solo da attendere e vedere dove si deciderà di risparmiare.
Arrivano i funzionari per il turno continuativo alle volanti a Bologna
Il dipartimento della pubblica sicurezza ci ha segnalato che a Bologna sono stati inviati un funzionario dirigente, un funzionario direttivo dal corso più un altro commissario capo dalla questura di Vercelli.
La notizia è stata motivo di grande soddisfazione, visto che segretario Gianni Tonelli aveva richiesto questo tipo di soluzione per Bologna direttamente al capo della Polizia, Franco Gabrielli, durante la Befana del poliziotto all'Antoniano.
Ora, ovviamente, ci aspettiamo che il questore istituisca immediatamente il turno continuativo per i funzionari, perché una città importante come Bologna non può assolutamente sottovalutare la primaria attività di controllo del territorio.
TERRORISMO
La legge civieta di sparare
Cosa accadrebbe se un poliziotto, in una città italiana, vedesse un terrorista fuggire da un locale pubblico con un kalashnikov in mano, dopo aver compiuto una strage come quella del Bataclan, e pensasse di fermarlo in qualche modo?
Nulla, assolutamente nulla, perché il poliziotto non potrebbe sparare, visto il pericolo in quel momento non sarebbe "attuale". E se quel terrorista, dopo la fuga, proseguisse la sua carneficina?
Alla luce della minaccia terroristica, gli sviluppi del caso Budroni, vittima per errore di un colpo sparato alle gomme della sua auto durante un inseguimento, e la sorte dell'agente che oggi rischia la condanna per omicidio colposo dopo l'assoluzione in primo grado, ci impongono una profonda riflessione sull'utilizzo delle armi.
Lo abbiamo fatto dalle colonne de la Verità, che ha dato spazio al punto di vista di Gianni Tonelli, partendo dalla consapevolezza che i limiti normativi nei quali gli operatori delle forze di polizia sono costretti ad agire, rischiano di inibire la loro attività e, allo stesso tempo, mettono a rischio l'incolumità dei cittadini.
Il codice, come ha spiegato il segretario generale, è chiaro:"si può sparare solo per legittima difesa e uso legittimo delle armi", e l'uso legittimo implica il fatto di "vincere una resistenza o respingere una violenza".
Ma mentre in Francia sono stati investiti circa 500 milioni, tra nuovi arruolamenti, formazione e armi, in Italia non si è fatto nulla, nonostante le nostre richieste.
Non ci sono dubbi, quindi: servono investimenti e maggiore libertà di azione per gli agenti.
"Non deve essere l'interpretazione del magistrato a stabilire che io ho sparato legittimamente", ha concluso Tonelli, "mi deve essere consentito dalla legge".